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lunedì 23 settembre 2013

High School Survival (Tanja Steel)



 
Conosco Tanja (solo virtualmente) da qualche anno e mi ha sempre sorpreso per il suo talento, per la poliedricità della sua produzione letteraria e grafica (lei direbbe forse schizofrenia) che spazia tra vari generi: fantasy, horror con incursioni anche in settori totalmente inaspettati.
Perfezionista, sempre insoddisfatta dei suoi lavori e decisa a cambiare, a cercare di fare meglio, con idee spesso in anticipo sui tempi, non ha paura di mollare tutto e tentare strade nuove.

Un pregio che la porta a migliorarsi continuamente e a fare esperienze differenti, anche come ottima editor, ma a volte anche un difetto che negli anni le ha fatto lasciare alle spalle degli ottimi siti e validi progetti letterari, costringendo gli ammiratori più fedeli a rincorrerla nei meandri più nascosti della Rete.
Dopo questa lunga premessa e prima che si eclissi di nuovo, provo a commentare il suo nuovo lavoro: High School Survival, edito da Sogno Edizioni.



Romanzo breve o racconto lungo? High School Survival può essere definito una via di mezzo tra i due: infatti unisce la lunghezza di un racconto alla suddivisione in capitoli e sezioni tipica del romanzo. Parti contraddistinte da un breve titolo che in qualche modo riassume il contenuto di ogni capitolo, anticipandone anche qualche elemento per il lettore attento
Siamo nella Special School of  Toho, una scuola per studenti speciali situata su un’isola al largo delle Filippine. Gli studenti sono stati selezionati in tutto il mondo attraverso un misterioso test e invitati a trasferirsi sull'isola per ricevere una istruzione superiore a spese della società Future & Hope.

Una normale mattina come tante, tra lezioni, interrogazioni e piccoli flirt.
Poi, all'improvviso, si scatena l'inferno. Un gruppo di mercenari vestiti di nero e armati di tutto punto entra nella scuola, sparando all'impazzata su qualsiasi cosa si muova.
Un atto sanguinoso di terrorismo, in apparenza, raccontato in maniera cruda, cruenta, quasi asettica,  soffermandosi sui sentimenti e le sensazioni delle innocenti vittime: incredulità, stupore, paura.
Personaggi presentati con i loro nomi, tratteggiati brevemente nelle loro note fisiche e caratteriali e poi lasciati in balia della morte che incombe su di loro, vittime inconsapevoli di un tragico tiro al bersaglio, apparentemente senza senso e senza possibilità di reagire o di opporsi a tanta ferocia.
Nel libro comunque non appare mai un elogio gratuito o un'esaltazione della violenza, vista piuttosto come qualcosa di ineluttabile, un male oscuro che incombe sugli inconsapevoli studenti, impegnati nella loro normale vita e attività scolastica.

La narrazione del massacro procede rapida, raccontando quello che accade classe per classe, in tanti piccoli quadri apparentemente legati solo dalla collocazione delle aule all'interno della scuola, come in un tragico appello. La rapidità delle azioni e il ritmo serrato della narrazione non lascia spazio per riflettere, neanche per provare pietà per le vittime. Solo alla fine, forse, resta un groppo alla gola pensando che purtroppo vicende simili sono già accadute troppe volte nella realtà, spesso molto più crudele e insensata di qualsiasi invenzione letteraria.
Gli studenti sono in una situazione disperata, senza una via d'uscita; solo pochi involontari superstiti dovranno ingegnarsi per tentare una fuga apparentemente impossibile, mentre il sangue dei loro amici e compagni continua a scorrere copioso e senza una ragione apparente.
Nessuno sa bene cosa significhi davvero "scuola speciale", vista la varietà etnica e geografica, le differenti capacità intellettive e di apprendimento mostrate dagli studenti, apparentemente normali, senza alcuna caratteristica peculiare. Un interrogativo che emergerà più volte nel corso della narrazione e che forse nasconde la chiave per capire le vere ragioni del massacro.
Difficile andare oltre senza svelare più del dovuto.  ;-)

H.S.S. è un libro ben scritto, un racconto appassionante che ti lega alla pagina (cartacea o eink non importa) fino alla fine; per chiarire ogni mistero bisogna proseguire fino all'ultima pagina, immedesimarsi nei personaggi, vittime e carnefici, separati da un confine sottile o forse entrambi strumenti inconsapevoli di un disegno superiore.
Sicuramente non è un libro per tutti, sconsigliato alle persone impressionabili, ma credo possa essere apprezzato da molti, non solo dagli appassionati di horror.


Titolo: High School Survival
Autore: Tanja Steel
Traduttore: -
Editore: Sogno Edizioni
ISBN: 978-88-96746-60-8


Recensione pubblicata anche su Braviautori il 27/09/2013
http://www.braviautori.com/book_high-school-survival.html

mercoledì 18 settembre 2013

Reality Sciò

Ho scritto questo racconto nel maggio 2012, in pieno governo Monti, forse deluso dalla politica italiana e dai suoi rappresentanti nazionali e locali, forse in risposta ai nascenti movimenti di "antipolitica" e alla loro richiesta di mandare "tutti a casa".
Mi sono divertito a immaginare uno scenario alternativo, a proporre l'idea di una "uscita" tranquilla, volontaria e senza spargimenti di sangue, ottenuta tramite un reality show dedicato ai politici di ogni schieramento. 


Un modo anche per ironizzare sugli ormai onnipresenti reality, di cui ormai siamo tutti stanchi o succubi. Il termine "sciò" indica una volontà di allontanamento, ma è anche una scrittura onomatopeica del termine inglese show, spettacolo, in omaggio a quello che oggi chiamiamo il teatrino della politica. Per la cronaca "Sciò" è anche il nome dialettale per indicare il mio paese natale Gioia del Colle, ma questo credo possano saperlo solo i miei compaesani.

Sembrava una buona idea. Il paese era in crisi, la RAI in rosso. Gli ascolti di Porta a Porta erano ormai scesi ai minimi storici e centinaia di onorevoli e senatori vivacchiavano annoiati tra le aule di Montecitorio e Palazzo Madama dopo aver passato tutte le "patate bollenti" al cosiddetto governo tecnico.
Qualcuno, ai piani alti di viale Mazzini, aveva avuto un'idea geniale: un nuovo reality dedicato ai politici di ogni schieramento, ospitati per qualche mese su una lontana isola.
Una specie di vacanza premio (per il loro impegnativo lavoro parlamentare) o un modo per levarseli dalle p… per un po', a seconda dei punti di vista.
All'inizio qualche onorevole aveva avuto da obiettare: dover fare la fame, per giunta davanti alle telecamere televisiva?
Ma scherziamo?
I dirigenti RAI avevano dovuto spiegare che sarebbe stata una splendida occasione per farsi conoscere (e fare campagna elettorale "occulta"), dimostrando a tutti i cittadini che anche i loro rappresentanti facevano qualche sacrificio, affrontando la fame su una assolata isola tropicale.
Sarebbe stato un bel ritorno di immagine. E anche un'occasione per perdere qualche chilo di troppo e farsi una bella abbronzatura. Una bella vacanza rigenerante prima di affrontare la prossima impegnativa campagna elettorale.
Lo schema era quello classico del reality dell'Isola, con qualche piccola variante, tipo l'assenza di eliminazioni dal gioco e la possibilità di guadagnare dei "gettoni di presenza", bonus validi per la vittoria finale.
Per garantire un po' di riservatezza ai concorrenti e permettere eventuali trattative elettorali segrete, era stato deciso (all'unanimità) di lasciare una zona dell'isola non coperta dalle telecamere.
Un'insenatura in cui sorgeva una rustica dimora, dove i concorrenti avrebbero potuto ripararsi dal sole e… godere di nascosto della cucina locale (offerta da un hotel a cinque stelle con sauna, idromassaggio, piscina e accessori vari).
Tutto rigorosamente segreto, almeno per i telespettatori da casa, partecipi delle sofferenze dei loro rappresentanti.
Dopo una capillare campagna pubblicitaria e ben tre speciali di Porta a Porta dedicati all'evento, i naufraghi erano stati trasportati sull'isola con una grossa nave da crociera, viaggio offerto da una nota compagnia in cerca di un rilancio di immagine.
Ciascuno poteva portare solo pochi oggetti personali: qualche libro, qualche vestito…
Si vociferava che qualcuno avesse cercato di trasportare di nascosto anche familiari e portaborse, o magari qualche escort, tenuti ben nascosti nel bagagliaio della nave e poi sbarcati in gran segreto nella cala off limits per le telecamere.
O che fossero stati visti nella stiva anche dei grossi borsoni, probabilmente pieni di valuta da esportare o documenti contabili da far sparire. Casomai nel frattempo in patria fosse stata avviata qualche inchiesta scottante… Ma erano solo voci…
Per non disturbare la privacy dei politici l'intero sistema delle telecamere era completamente automatizzato e gestito via satellite da uno studio Rai di Roma, senza l'ausilio di tecnici. Una soluzione comoda per non avere testimoni di eventuali accordi politici segreti (o sconfinamenti nella zona "no video") e per risparmiare sul personale.
Una unità della marina militare sostava permanentemente al largo dell'isola per garantire l'incolumità dei politici da atti terroristici e tenere lontani giornalisti e paparazzi.
Un ingente spiegamento di forze, che però, a conti fatti, costava meno di auto blu e scorte individuali.

I primi giorni gli ascolti erano andati alle stelle; la gente passava ore davanti ai teleschermi, dimenticando la crisi e tutte le nuove tasse dai nomi assurdi, per assistere alle sofferenze degli avversari politici e solidarizzare con i propri beniamini.
Un modo per esorcizzare la politica e vedere i propri rappresentanti in una veste diversa, senza la solita giacca e cravatta. Fare il bagno, fare la fame, litigare e fare pace quasi come gente comune. Anche loro in mutande, come ormai gran parte degli italiani. Lontani dalle loro ville principesche e dai loro yacht privati.

Poi piano piano l'interesse era calato.
Dopo due mesi gli ascolti erano scesi ai minimi storici e un bel giorno i dirigenti RAI avevano stabilito che il programma andava soppresso. Un breve comunicato aveva informato i telespettatori che lo show veniva sospeso momentaneamente.
Da Roma qualcuno immediatamente aveva spento tutte le telecamere, dimenticando di informare i naufraghi del cambiamento.
Recuperare i politici costava troppo e così qualcuno aveva deciso di lasciarli nel loro paradiso caraibico, convinti di far ancora parte del reality.
Per motivi di bilancio la nave che avrebbe dovuto riportare a casa gli onorevoli al termine del reality era stata dirottata su Lampedusa per alleggerire l'isola dopo gli ultimi sbarchi di immigrati. In zona era rimasta solo la nave di scorta, che continuava a pattugliare, impedendo a chiunque di entrare (o uscire).

Dopo qualche mese nessuno si ricordava più dei naufraghi, rimasti soli e intrappolati sull'isola, senza proteste o manifestazioni di nostalgia per la classe politica. Molti anzi dicevano di provare un certo sollievo a non dover rivedere più le solite facce.
Porta a Porta reclutò come ospiti persone comuni, opinionisti sconosciuti ed economici che a volte si rivelarono addirittura più competenti dei loro onorevoli predecessori

Il Paese andò avanti e si svolsero le elezioni della svolta, con un ricambio generazionale senza precedenti nelle aule del parlamento; a parte alcuni senatori a vita, che per ragioni di età e di salute avevano preferito non partecipare al reality.
Nelle stanze segrete dei Palazzi, si dice che qualcuno abbia brindato: il piano segreto "Reality sciò" per eliminare la casta era perfettamente riuscito.
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Racconto pubblicato anche su BraviAutori il 13/05/2012
http://www.braviautori.com/reality-scio.html

Blog da vedere si fa in 2

Visto l'alto numero di Blog inseriti in questa sezione ho deciso di sdoppiare la pagina, sia per poter aggiornare meglio l'elenco che per consentire agli eventuali visitatori di scorrerlo in maniera più comoda.
Spero che la modifica possa essere gradita e vi invito a pubblicizzare la lista.

Questi i nuovi link diretti:

Blog da vedere A-L   

Blog da vedere M-Z


sabato 14 settembre 2013

Chi ha ucciso Babbo Natale? (Rocco Barbalinardo)

Conosco Rocco Barbalinardo da molti anni, ma fino a poco tempo fa ignoravo ancora il suo talento letterario; l'ho scoperto solo quando ha cominciato a pubblicare a puntate sul suo blog In principio era il caos alcune delle sue storie, poi raccolte nel volume "Chi ha ucciso Babbo Natale?", intrigante già a partire dal titolo e dalla bella immagine di copertina.
Per una fortunata coincidenza ho poi vinto un giveaway dedicato proprio a questo libro, potendo finalmente apprezzarne anche il contenuto. 




Sette storie gialle ambientate a Bari e dintorni, sette storie autonome accomunate dal protagonista, il commissario Gregorio Loiacono, un personaggio ben caratterizzato, ma senza le forzature tipiche di molti attuali poliziotti televisivi; un commissario un po' vecchio stile, che basa molto le sue indagini sui ragionamenti e sulle prove raccolte dai suoi preziosi collaboratori, con i quali non sempre è in perfetto accordo.
Ascolta le loro idee, le loro intuizioni, ma poi il suo istinto va per conto suo, portandolo sulla giusta strada per risolvere casi complessi.
Mi ha ricordato le indagini del Maigret interpretato da Gino Cervi che vedevo da bambino, nonostante la diversa ambientazione.
Molti i riferimenti all'ambiente barese con riferimenti precisi alle vie o a luoghi precisi; tipiche le passeggiate del commissario sul Lungomare per riflettere durante il tragitto verso il suo commissariato.
Diversi i temi affrontati nei racconti che compongono questa opera prima di Rocco Barbalinardo: la famiglia e l'amore nella storia che dà il titolo alla raccolta; l'identità culturale e il razzismo in "L'incidente"; il paranormale e le apparenze ingannevoli in "Il fantasma di Sintra"; l'immigrazione in "Una testimone scomoda"; la droga e una triste vicenda familiare in "Il giocattolo rotto"; la via del ricatto e la difficile vita di che esce dal carcere in "Il ritorno" e infine la Sacra Corona Unita e la malavita organizzata, sfondo comune di "Killer" e altre vicende narrate.

Titolo: Chi ha ucciso Babbo Natale? 
Autore: Rocco Barbalinardo 
Traduttore: - 
Editore: BookSprint edizioni
Pagine: 232
ISBN: 9788865959077
Anno di pubblicazione : 2012


Recensione pubblicata su Braviautori il 08/02/2013
http://www.braviautori.com/book_chi-ha-ucciso-babbo-natale.html

martedì 3 settembre 2013

L'ultima donna della Terra (Ubaldina Mascia)


Ho incontrato per caso in un un forum anni fa la scrittrice Barbara Risoli e visitando il suo sito ho scoperto questo bel libro, scritto da sua madre Ubaldina Mascia, prematuramente scomparsa, da lei recentemente riproposto in versione ebook Kindle.
Una lettura piacevole, un po' vecchio stile, di quando per fare buona fantascienza non servivano troppi effetti speciali, ma solo buone storie. Un libro che sfata anche certi pregiudizi tutti italiani verso gli autori (e soprattutto le autrici) di fantascienza nostrani, spesso snobbati in favore di produzioni straniere non sempre di qualità, tanto che molti autori firmano le loro storie usando pseudonimi americaneggianti.



Sono ormai tante le opere letterarie e cinematografiche ispirate a "L'ultimo uomo sulla terra" per cui mi ha subito incuriosito, fin dal titolo, questa variante al femminile. Mi aspettavo (o forse temevo) l'ennesima storia di superstiti dopo un olocausto nucleare o qualcosa del genere. Invece questo libro mi ha sorpreso piacevolmente, narrando una storia originale e ben scritta, paradossale, ma che fa riflettere.
In un mondo dominato dalla scienza e dal desiderio di espandere l'Umanità al di fuori del proprio pianeta, alcuni scienziati hanno teorizzato che l'unico modo per poter viaggiare tra le stelle è liberarsi dei propri corpi mortali, divenendo puro spirito, pensieri. Per facilitare questo passaggio e raggiungere l'immortalità viene organizzato un vero e proprio suicidio di massa dove tutti, uomini e donne, entrano volontariamente in speciali macchine, moderne camere a gas, dove i loro corpi verranno disintegrati per non lasciare più alcuna traccia dell'essere umano. Al termine della loro opera distruttiva anche le macchine automaticamente si autodistruggeranno, lasciando il pianeta nella sua condizione naturale primitiva.
La gente accetta volontariamente questo destino assurdo; tutte le voci dissidenti sono state eliminate. Solo la giovane Rachele dubita e decide di infrangere la legge, nascondendosi all'interno di una delle macchine distruttrici. Sceglie di sopravvivere, di vivere, ormai sola sul pianeta. Unica sua compagnia il cane Sole.
Poi dal cielo arrivano delle strane creature, discendenti degli antichi abitanti del pianeta mandati in esplorazione dello spazio secoli prima, in grandi astronavi dove le generazioni si sono susseguite nello spazio. Tornano sul loro pianeta di origine, ma trovano solo Rachele.
Nel romanzo viene ben affrontato il tema dell'incontro/scontro tra culture e civiltà diverse, con riferimenti biblici o mitologici ben amalgamati nel testo e tanti interessanti spunti di riflessione.

Titolo: L'ultima donna della Terra
Autore: Ubaldina Mascia
Traduttore: -
Editore: -

Recensione pubblicata su Braviautori il 14/06/2013
http://www.braviautori.com/book_l-ultima-donna-della-terra.html

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