tag:blogger.com,1999:blog-48854312979725644402024-02-28T11:59:31.879+01:00Fogli diversiConsigli di lettura, riflessioni, poesie e raccontiGiovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comBlogger192125tag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-14157180608769637042022-05-22T12:59:00.002+02:002022-05-22T13:08:52.185+02:00Come accogliere i bambini in fuga dalle guerre - webinar con Paola Milani<div><i>Qualche settimana fa ho seguito online il primo webinar del ciclo intitolato «Ci sono cose da fare… per esempio la PACE» organizzati dalla casa editrice «La Meridiana» diretta da Elvira Zaccagnino per offrire una voce diversa rispetto alle cronache di guerra che dominano i mass media, incontri dedicati alla pace che vogliono suggerire una diversa chiave di lettura della guerra in Ucraina.<br />Una chiacchierata con la pedagogista Paola Milani per riflettere e interrogarsi sul tema «Come accogliere i bambini e le bambine in fuga dalle guerre», per cercare di capire insieme come comportarsi e soprattutto gli errori da evitare, ; una discussione che è nata dopo l'invasione dell'Ucraina, ma contiene consigli utili per accogliere al meglio tutti i profughi di guerra, di tutte le guerre. <br />Mi è sembrato opportuno farne un resoconto, che ho già pubblicato sul settimanale «La voce del paese» di Gioia del Colle e ora, con ritardo, riporto anche qui, perché ne resti traccia anche in rete. Ringrazio Paola Milani per le sue utili riflessioni ed Elvira Zaccagnino per aver organizzato questi utili incontri.</i><br /><br /><br /> </div><div style="text-align: center;"><a href="#"><img height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi46RgyO49yFOkZlLt80YlE0U0aReockq4wI9yVeq2DssXormxjXeMG95RVD8GCEvASXpJB2aGH7NhvbdWKV71Fh3ieyjPCaiN52IlsZERLfu1WvQl1jqW2aB3mEwbjWJ46E0KGZRzaagzfo6v40EDeq293ES7_QOD7Y6IwxArgRGXQJTpJIACxR5uf=w400-h400" width="400" /></a><br /></div><div style="text-align: left;"><br />Si è tenuto il 29 marzo 2022 un interessante webinar con <a href=" https://eventi.erickson.it/convegno-minori-2021/speaker-detail/paola-milani">Paola Milani,</a> pedagogista dell'Università di Padova, responsabile scientifica del <a href="https://www.minori.gov.it/it/il-programma-pippi">progetto P.I.P.P.I</a>. (Programma di Intervento per la Prevenzione dell'Istituzionalizzazione) che cerca di trasformare le più strampalate situazioni di vita in possibilità di crescita sufficientemente buona, partendo dalle risorse incredibili che ciascun bambino ha, proprio come Pippi Calzelunghe, personaggio letterario reso noto in Italia da una serie televisiva che ha formato la nostra generazione a una visione alternativa della realtà. <br /><br /><blockquote>Ci sono cose da non fare mai, <br />né di giorno, né di notte, <br />né per mare, né per terra,<br />per esempio la guerra», </blockquote><a href="http://www.laboratoridalbasso.it/mentore/elvira-zaccagnino/" target="_blank">Elvira Zaccagnino</a> ha esordito con un «promemoria» di Gianni Rodari, autore che questa guerra ha riportato in auge. Una frase che da anni campeggia in un angolo del mio blog «Fogli diversi» per ribadire il NO a tutte le guerre e a ogni forma di violenza.<br /> «Poi accade che la guerra qualcuno la fa davvero», riprende la direttrice della casa editrice «<a href="https://www.lameridiana.it/">La Meridiana</a>», da oltre trent'anni attiva sul tema della Pace e della Nonviolenza, e tante persone, in gran parte donne e bambini sono costrette a lasciare il loro paese. <br /> <br /><h4>Sono Bambini </h4> <br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv0cM-e2HE4O7S8G932Ly4ZMe-OD-_J-6lC7LgjkrKTsRAdfRy2ipxRN_a74_WjFlOW2GlBe7adNP-cX9UB9EBGgm8VT4lZ0LngPCJHvx7oOC8xt1DcvboqMvErK19O_fnoFUgPVKUay0_v6R2a3blAHzZgF4SVtGHfU-SLBK1KWFWxly3SOFipfRC/s640/276053269_2178133405667888_4131642486519983114_n.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="foto Paola MIlani" border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv0cM-e2HE4O7S8G932Ly4ZMe-OD-_J-6lC7LgjkrKTsRAdfRy2ipxRN_a74_WjFlOW2GlBe7adNP-cX9UB9EBGgm8VT4lZ0LngPCJHvx7oOC8xt1DcvboqMvErK19O_fnoFUgPVKUay0_v6R2a3blAHzZgF4SVtGHfU-SLBK1KWFWxly3SOFipfRC/w240-h320/276053269_2178133405667888_4131642486519983114_n.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paola Milani<br /></td></tr></tbody></table><div style="margin-left: 40px; text-align: left;">Paola Milani in questo incontro ha cercato di indicarci come accoglierli al meglio, senza false illusioni, ricordando quello che hanno vissuto, intercettando il nostro bisogno di risposte in un momento di grande confusione. Negli ultimi anni nel mondo ci sono stati tanti conflitti, spesso ignorati dai mezzi d'informazione, ma questa guerra forse la sentiamo più vicina a noi, ne stiamo avvertendo gli effetti nella quotidianità. Cosa possiamo fare noi adulti in questo momento? Nel corso dell'incontro Paola Milani ha provato a condividere le sue riflessioni, senza pretendere di fornire delle risposte esaustive, a dare delle indicazioni, degli orientamenti operativi, una sorta di vademecum, pubblicato anche sulla <a href="https://www.facebook.com/profile.php?id=100004137495350">sua pagina facebook</a>, su come accogliere i bambini provenienti dall'Ucraina, che man mano si arricchisce grazie ai commenti dei lettori. <br /></div><div style="text-align: left;"> Non immaginavamo potesse accadere ancora, non immaginavamo che a un certo punto ritornassero le vecchie logiche della guerra di occupazione, di dover parlare di uccisioni, di massacri, di distruzione, di famiglie e bambini costretti a fuggire e uomini costretti a rimanere al fronte per difendere la loro terra. Oggi il nostro dovere è accogliere le persone più fragili, più vulnerabili; proviamo a non sbagliare nella costruzione della pace e a cercare insieme delle risposte, di immaginare dei percorsi su come accogliere nel modo migliore i bambini che fuggono dalla guerra. <br /></div> Paola ha premesso di non poter dare risposte che evidentemente non abbiamo, perché la situazione era non immaginabile e ci sta mettendo tutti in grande difficoltà. Ha poi ribadito una cosa che dovrebbe essere ovvia, ma tanti stanno dimenticando. Prima di tutto dobbiamo <b>«ricordare che sono bambini»</b> prima di essere profughi, vittime di questa guerra. Sono bambini e noi adulti siamo sempre un po' in difficoltà a comunicare con loro, facciamo fatica ad ascoltare la loro voce; delle volte diciamo che sono troppo piccoli per poter parlare, per poterci capire. Facciamo fatica a entrare nel loro mondo quindi ce li rappresentiamo solo come «infans» (senza parola), come minori, come se fossero minori di qualcosa. Sono persone, sono bambini, minorenni di età, ma non minori in niente, persone che stanno vivendo l'esperienza traumatica della guerra e della fuga dal loro paese, dell'arrivo in paesi diversi, ma comunque prima di tutto sono dei bambini, con i bisogni tipici dell'età evolutiva, delle diverse età e con le risorse dei bambini. </div><div style="text-align: left;"><br /><h4> Il potere di un abbraccio</h4>Paola ha messo online nei giorni scorsi la foto di una bambina ucraina accolta in una scuola italiana. La mamma e le insegnanti erano preoccupate di come inserirla, di come avviare la sua esperienza scolastica in Italia senza traumi. Dopo tre secondi questa bambina era in braccio alla maestra, che era già felice di averla tra le sue braccia. Senza parole si era già realizzato un incontro. Questa è la potenza dell'educazione quando diamo spazio ai bambini di portarci e di far esprimere le loro risorse. Per bambini intendiamo da 0 a 18 anni quindi un arco molto lungo che copre anche l'adolescenza e la primissima infanzia, autori della loro storia di vita che possono adesso riscrivere insieme a noi. <br /> In queste settimane è subito partita la macchina dell'accoglienza, della solidarietà, a volte anche in maniera non organizzata, in maniera anche personale da parte di associazioni o di singoli che si sono mossi per portare beni di prima necessità e portare in Italia i profughi, famiglie, donne e bambini con molta generosità. </div><div style="text-align: left;"> Paola ha voluto subito chiarire una cosa fondamentale, un errore nel quale possiamo cadere per inesperienza o ignoranza delle leggi internazionali. La maggior parte dei bambini che arrivano sono orfani, ma lì il sistema funziona diversamente. Nell'Est europeo non esiste l'affido familiare. Agli inizi di questa gara di solidarietà qualcuno si è fatto qualche illusione per cui è importante fare una precisazione importante riguardo l'accoglienza in questa situazione di emergenza, ribadire cos'è che rende diverso lo statuto dell'affido da loro a noi, per non illuderci reciprocamente. <br /> In Occidente, ma in Italia in modo particolare dagli anni sessanta abbiamo vissuto la bella storia della deistituzionalizzazione, una storia peculiare che il nostro paese ha vissuto in maniera più forte e diversa da altri paesi vicini come Francia, Germania, Inghilterra, etc. Franco Basaglia ha intuito che la persona si può ammalare anche per mancanza di relazioni e che quindi la cura data alle persone fuori da un contesto di relazioni, che riconosce la singolarità della persona e la singolarità dei bisogni di ogni persona umana non cura, ma piuttosto crea nuova patologia e da lì abbiamo iniziato questa storia straordinaria della deistituzionalizzazione. Nel 2006 grazie alla legge 149 abbiamo chiuso gli orfanotrofi e tutti gli ospedali psichiatrici. Nel 1978 con la riforma Basaglia abbiamo chiuso le grandi case di riposo dove gli anziani dormivano in cameroni e le abbiamo convertite in RSA e in appartamenti per l'autonomia e tutti i grandi istituti per i disabili riorganizzando l'ospitalità di queste persone, seguendo il principio della personalizzazione. Ogni famiglia, ogni bambino, ogni disabile, ogni persona che soffre di salute mentale ha bisogno di un percorso e di un contesto di cura personalizzato. <br /><br /></div><div style="text-align: left;"><h4>L'affido in Ucraina funziona diversamente</h4><h4></h4> Questo processo nell'Est europeo sta conoscendo delle tappe completamente diverse e per alcuni versi è rimasta molto indietro rispetto a noi. Nel corso di questa guerra abbiamo cominciato a sentire parole come «orfanotrofio», che non sentivamo più da tanto tempo. Sono arrivati da noi bambini che venivano evacuati dagli orfanotrofi che sono proprio quei vecchi istituti come c'erano da noi fino agli anni '70 in cui sono ospitati degli orfani, ma anche bambini che per diverse ragioni non possono stare nelle loro famiglie. L'affido familiare non esiste o è poco utilizzato per cui possono esserci in questi orfanotrofi bambini che hanno un solo genitore o che hanno entrambi i genitori, ma che non sono in grado di occuparsi di loro, bambini che hanno subito storie di violenza nelle loro famiglie e ne sono stati allontanati, bambini con disabilità che i genitori non possono accudire a casa. Dietro la parola orfanotrofio si nasconde una costellazione di situazioni diverse e solo in rarissimi casi i bambini hanno lo status di adottabili. Ingenuamente molti pensano che siano tutti orfani e quindi adottabili, ma in realtà non vale questa equivalenza. <br /> Qualche settimana fa è uscito un documento di Unicef e Unhcr, e anche un documento dei magistrati minorili, che stabilisce che in tempo di guerra si sospendono le adozioni perché l'adozione è un processo definitivo che riguarda l'affiliazione di un bambino a una nuova famiglia e non si fa in fretta in emergenza senza avere contezza completa di quale sia la situazione del bambino. Un grosso problema è che non tutti i bambini che arrivano hanno i documenti e non conosciamo bene la loro storia per cui non si possono fare scelte definitive come l'adozione. Un secondo aspetto è che l'Italia nel 1991 ha ratificato la convenzione internazionale dei diritti dei bambini dell'ottantanove, come quasi tutti i paesi europei, e uno dei diritti fondamentali è proprio il diritto alla protezione dei bambini, inserito in una logica di personalizzazione che evidentemente, nella logica degli orfanotrofi che ancora esiste in Ucraina, non è così importante come da noi. Anche i rappresentanti delle comunità ucraine, in un'audizione nella commissione bicamerale dell'infanzia in parlamento hanno detto «questi sono i nostri bambini, noi non li mettiamo nelle vostre famiglie», ma noi non possiamo ricreare gli orfanotrofi qui, adesso siamo tenuti al rispetto dei diritti dei bambini e abbiamo una storia di deistituzionalizzazione che è importante rispettare. <br /><br /><h4> Solidarietà pronta e continuità dei legami<br /></h4><h4><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJ3ZC5tSplq7XUhUTWo_kJ5p8NSXgolq3_j8W2qov21Cs7QVsZ7yyjuZlgBehFFMvh6PFmvauREnDYnfmqNWYu66zY4qGIbES7EZzWRrTA4_FYBfslqvZSyb3BSTykAy_liQ2Y57jTqsASGUQZa4m97_N_6wbFUTEP16a-nSRKcqnZ1vqmZ-4x3cl/s1471/200004314_2609085072717139_6079011061338566281_n.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Elvira Zaccagnino" border="0" data-original-height="825" data-original-width="1471" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJ3ZC5tSplq7XUhUTWo_kJ5p8NSXgolq3_j8W2qov21Cs7QVsZ7yyjuZlgBehFFMvh6PFmvauREnDYnfmqNWYu66zY4qGIbES7EZzWRrTA4_FYBfslqvZSyb3BSTykAy_liQ2Y57jTqsASGUQZa4m97_N_6wbFUTEP16a-nSRKcqnZ1vqmZ-4x3cl/w320-h179/200004314_2609085072717139_6079011061338566281_n.jpg" title="Elvira Zaccagnino" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Elvira Zaccagnino<br /></td></tr></tbody></table></h4> Elvira ha messo in evidenza che rispetto ad altri conflitti questa volta ci siamo subito ritrovati solidali. In passato finita l'onda dell'emotività abbiamo sbagliato su qualcosa, abbiamo lasciato, abbiamo fatto aumentare le fragilità e le situazioni di insicurezza. Questa volta sente che abbiamo veramente il compito di indirizzare il tutto su una strada giusta quindi è fondamentale fare chiarezza su come i sistemi funzionano in maniera diversa e occorre trovare un equilibrio tra i diversi modi di tutelare i bambini nei due paesi per evitare che i bambini vengano ulteriormente penalizzati. <br /> Dobbiamo imparare a non sbagliare. Ricordare che se i loro genitori sono ancora presenti nella loro vita sarà importante capire come e in che misura mantenere i contatti, cosa difficilissima in una situazione di guerra. <br /> Paola Milani ha ribadito il diritto a una accoglienza personalizzata, intesa anche come una protezione dei legami e quindi come un diritto alla continuità dei legami, tenendo conto delle varie realtà. Ci sono bambini che arrivano dal porto, bambini che provengono dagli orfanotrofi, poi ci sono i bambini che arrivano con le loro mezze famiglie, solitamente con le mamme o con persone di riferimento per poi transitare e ricongiungersi con parti della loro famiglia che sono già qui. Ci sono poi i bambini che arrivano proprio soli, che rientrano nella vasta categoria dei cosiddetti «minori non accompagnati». <br /> Il principio della continuità dei legami va rispettato per ognuno di loro. Da un lato la guerra può rendere tutto difficile, basta che salti un antenna in una località e non si riesce più ad avere il contatto telefonico, dall'altro per ora la salvezza viene da internet, da whatsapp che permette di parlare anche con i soldati al fronte, quindi con tanti padri che sono dovuti restare per combattere, lasciando sole le loro famiglie.. <br />La cosa difficile è capire bene la situazione di ogni bambino. Non c'è una soluzione che vada bene per tutti, ad ogni bambino va garantita una valutazione personalizzata, capire di cosa ha bisogno, che risorse ha, quali sono i suoi legami e come garantire per lui la continuità di questi legami. Tutto questo senza avere una dimensione temporale, senza sapere quanto tempo si dovranno fermare, <br />In questa fase occorre escludere l'adozione, che caso mai potrà venire più avanti se ci sarà qualche bambino che resta orfano, e affidarsi alle opportunità offerte dall'affido familiare, tenendo conto della situazione di partenza. I bambini abituati a stare insieme in orfanotrofio non possono essere mandati da soli in una famiglia, in una situazione nuova e strana, un'altra lingua, un'altra cultura, altre abitudini, altro clima, altri suoni, altri colori, altri ambienti. Occorre un lento lavoro di ampliamento dei legami, per esempio ponendo il bambino in contatto con una famiglia solidale per qualche giorno, per esempio la domenica a pranzo, lasciando che negli altri giorni viva con il gruppo del suo contesto di provenienza, con i suoi educatori. Un modo per garantire i loro legami e al tempo stesso permettere di conoscere nuovi mondi, attraverso un metodo non standardizzata, uguale per tutti, avendo la possibilità veramente di modularsi sul progetto di ogni bambino, concordando gli interventi con i rappresentanti della comunità ucraina. Non dobbiamo dimenticare che questi bambini sono bambini ucraini che hanno le loro abitudini, i loro legami, ma è anche nostro dovere aggiungere occasioni di crescita, di sviluppo, di relazioni fraterne e accoglienti. Molti bambini sono già stati inseriti in contesti scolastici.<br /><br /><h4> Accoglienza, non appropriazione</h4> Paola, parlando dell'accoglienza nelle famiglie affidatarie, sottolinea la differenza fra «accoglienza» e «appropriazione»; non dobbiamo mai dimenticare che questi sono bambini che vengono da un altra cultura, da altri suoni ed altri colori. Dobbiamo imparare ad accogliere i loro suoni, i loro colori, creare anche una zona cuscinetto di comfort nella quale loro possano non sentirsi depredati, collocati nella nostra modalità di di vita. L'uso del termine appropriazione, in apparenza molto forte parlando di affido familiare, indica una pratica con la quale spesso gli adulti, ma in generale la cultura occidentale immagina l'incontro con l'altro, anche con i bambini. L'insistenza della comunità ucraina nel sottolineare «sono i nostri bambini» nasce probabilmente da atteggiamenti sbagliati che noi a volte negli anni abbiamo avuto nei confronti dei bambini di Chernobyl accolti nel nostro paese. D'altro canto il prezioso lavoro delle associazioni di solidarietà ha permesso questo rapporto di fratellanza tra i due paesi da cui è nata tutta questa solidarietà verso l'Ucraina. <br /> Maria Montessori già un secolo fa aveva chiarito la differenza affermando che «neanche i genitori biologici sono i proprietari dei bambini. Ne sono solo i custodi». Dichiarazione fatta in un periodo in cui la legge parlava ancora di «potestà genitoriale». Oggi invece parliamo di «responsabilità genitoriale»; un adulto non è mai padrone, proprietario di un bambino. Il bambino è una persona, non è un oggetto, non può esserci un rapporto di possesso nei confronti di un bambino neanche da parte della mamma biologica, del genitore biologico. Un concetto che dovremmo comprendere meglio in questa fase emergenziale è che noi siamo chiamati a garantire una custodia provvisoria di questi bambini e a farlo il più possibile nel rispetto di alcuni principi che l'Occidente si è dato, che riguardano proprio i diritti dei bambini in un momento storico in cui si sta avviando la «Child Guarantee» europea. L'Europa ha detto a tutti i paesi che bisogna mettersi a lavorare seriamente sui diritti dei bambini perché ne parliamo da anni, ma li dobbiamo finalmente attuare. <br /> Il primo diritto di un bambino è di essere amato, il diritto al riconoscimento, il diritto ad essere amato per quello che è, nella sua identità, nella sua singolarità, non perché assomiglia alla mamma o assomiglia al papà, perché risponde alle aspettative del nonno, etc., ma per quello che è, non per quello che fa, per i voti che porta a casa, etc. <br /><br /><h4>Cos'è l'amore ?</h4>Paola ha ammesso che nel mondo dei servizi, nel mondo dell'educazione, a volte si è fatta un po' di confusione dicendo che i bambini non vanno amati, sono i genitori che li devono amare. È passata l'idea che sia meglio meglio metterli in istituto, l'orfanotrofio oppure nel nostro contesto in comunità, perché c'è più distanza se no la famiglia affidataria si affeziona. <br />Occorre chiarire cosa sia questo amore. I Greci avevano tante parole per dire l'amore, per esempio distinguevano tra «eros» e «agape», con passione il «pathos», perché sono tutti concetti diversi; allora l'amore inteso come fratellanza, come cura dell'altro è un amore che è coerente con la mission professionale dei servizi per le famiglie affidatarie, degli educatori che vivono in comunità. Non si può condividere la quotidianità senza voler bene ai bambini, però questo deve essere un voler bene che non si appropria dei bambini, che non li lega in legami paradossali di ingiunzioni, che legano il bambino rispetto ai bisogni dell'adulto, ma deve essere un legame che libera il potenziale del bambino. Questo non è facile, lo sappiamo, ma i bambini in affido possono essere amati e vanno lasciati liberi come va lasciato libero qualunque figlio di crescere e di uscire dalla famiglia. In questo momento questi bambini hanno bisogno proprio di una sosta momentanea all'interno di un contesto affettivo solido che è tanto più solido quanto più lascia andare il bambino, non ci si impossessa, si garantisce la risposta ai suoi bisogni senza che il bambino debba rispondere ai bisogni dell'adulto. Questa è la maturità che dobbiamo avere in questo momento, garantendo sostegni alle famiglie affidatarie, luoghi di dialogo su queste cose e qualcuno con cui confrontarsi e fare questa esperienza di legami che generano solidarietà e non generano meccanismi che appropriazione.<br />Elvira ha aggiunto che si è creata una rete di famiglie che hanno dato la disponibilità ad accogliere bambini o nuclei familiari spezzati, solitamente mamme con bambini o zie, nonne con bambini. Mancano le figure paterne, rimaste in Ucraina per combattere. C'è un'accoglienza non soltanto nei confronti del minore, ma nei confronti di quel nucleo familiare, nel rispetto del genitore presente che è garante di un legame con quel bambino. I nuclei spezzati hanno una composizione variabile: mamma con bambino, mamma con più bambini, mamma con bambini adolescenti, che necessitano un altro tipo di attenzione, a volte anche mamme minorenni con bambini piccoli o piccoli gruppi di donne che si organizzano per venire in Italia tutte insieme. Il contesto dell'Ucraina è tanto diverso dal nostro e appunto come succedeva da noi negli anni '60 le donne hanno figli molto giovani non in età così tarda come sta succedendo da noi e hanno anche molti più figli di noi. Tante realtà diverse, anche piccole comunità di donne che hanno affrontato la separazione dai loro compagni, dai loro figli maggiori che magari sono nell'esercito, creando queste microcomunità e stanno cercando ospitalità insieme. Legami che evidentemente vanno rispettati. <br /><br /><h4> Continuità e stabilità degli affetti</h4>Paola negli orientamenti operativi pubblicati sul suo sito scrive che ci sono dei principi fondamentali da rispettare: il principio della continuità e stabilità degli affetti, il principio della personalizzazione, il principio della partecipazione, il principio del rispetto dell'identità, il principio dell arricchimento delle esperienze. Ogni bambino ha diritto all'educazione e alla salute. Ha spiegato che tanti anni fa lei e Marco Ius avevano pubblicato <b>«<a href="https://www.kiteedizioni.it/it/libri/strumenti/educazione-pentolini-e-resilienza" target="_blank">Educazione, pentolini e resilienza</a>»</b>, uno studio sulla resilienza realizzato studiando i bambini separati violentemente dalle loro famiglie ebree durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i genitori venivano deportati e per non far portare via anche i bambini li hanno abbandonati nelle mani di qualcuno, in alcuni casi in sicurezza, in alcuni casi nelle mani di una prostituta o di sconosciuti; non sempre mani sicure, che poi si sono rivelate buone mani, si sono rivelati nella maggior parte dei casi dei grandissimi tutori di resilienza. Questi bambini li hanno intervistati una volta diventati anziani proprio per capire che cosa aveva funzionato come fattore di protezione, cosa aveva permesso questo percorso resiliente dopo una lacerazione così grande di tutti i legami. Una delle cose che hanno detto, se una cosa del genere dovesse ricapitare come oggi sta avvenendo, hanno suggerito di non cambiare il nome dei bambini, di chiamarli sempre con il loro nome cioè il rispetto dell'identità della persona, una cosa di cui abbiamo bisogno profondissimo come esseri umani. Il nome è la prima cosa che garantisce l'identità alla persona. I bambini ebrei per essere nascosti dovevano cambiare il nome e questo è stata una sofferenza enorme che loro ricordavano e ricordano ancora decenni e decenni dopo. Chiamare i bambini per nome significa garantire questa attenzione personalizzata. Hanna Arendt diceva «l'attenzione è la prima forma di cura» e sei tu e non cambia anche se tutto intorno a te è cambiato. <br />Occorrre avere rispetto per la loro lingua. Citando ancora l'esempio della scuola di qualche giorno fa, Paola ha ricordato che il preside saggiamente non ha chiesto a queste persone di parlare in inglese, ma ha fatto trovare una mamma ucraina che parlava in ucraino, rispettando la loro esigenza di mantenere la loro lingua.</div><div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"><h4>Pedagogia del ritorno e accoglienza partecipata<br /></h4> Raffaele Iosa, un grandissimo ispettore scolastico da poco in pensione, che sta scrivendo in questi giorni per aiutare a riflettere su questi temi, ha già iniziato a parlare di una pedagogia del ritorno, ricordando che è evidente che il popolo ucraino è un popolo nazionalista e che loro non sono venuti qui per restare. Sono qui perché non possono stare a casa loro quindi li dobbiamo accogliere sapendo di accompagnarli poi un giorno verso un ritorno nel loro paese. Una riflessione importante che può aiutarci a garantire a questi bambini l'accoglienza di un contesto personalizzato, evitando l'istituzionalizzazione, e garantire la frequenza a scuola, le due chiavi di volta di questa faccenda. Per un bambino, in particolare per i bambini dai 3 ai 14 anni la scuola è l'ancora di salvezza in un momento in cui la famiglia è spezzata, i legami sono spezzati. La scuola è la campanella al mattino, il vero ritmo della giornata, è mangiare con gli altri, tornare a casa prima di pranzo e avere un impegno mentale il pomeriggio. È poter coltivare una passione e coltivare le passioni si è rivelato come un fattore protettivo di resilienza enorme nelle storie dei bambini separati durante durante la Shoah. C'è una maestra che riesce a vedere il tuo talento e ti permette di coltivarlo in questo momento di grandissima confusione. <br /> È proprio una salvezza, senza enfatizzazione, una scuola che permette ai bambini la partecipazione, come anche l'accoglienza deve essere un'accoglienza partecipata. Costruire un progetto personalizzato, una valutazione della situazione di ogni bambino, costruita non per lui o su di lui, come se fosse un utente, ma con lui, dando voce alla sua esperienza, chiedendogli «di cosa hai bisogno?», «come vorresti vivere?»,»che cosa chiedi agli adulti che sono qui?», «hai capito perché sei qui?», «hai bisogno di informazioni?»,»che cosa non ti è chiaro?», «che cosa vuoi capire?» <br /> Nel corso dello studio sui bambini separati durante la shoah una di queste persone anziane che ripercorreva con loro tutte le tappe della sua traiettoria biografica confidò che per lui la persona più importante, il suo vero e proprio tutore di resilienza, era stata la donna di servizio che, finita la guerra, un mese all'anno d'estate tornava a casa loro e accettava le sue domande. Era l'unica persona a cui poteva chiedere cos'era successo, porre i suoi tanti interrogativi rimasti senza risposta, per cercare di ricostruire una trama narrativa unitaria nella sua storia e questo è quello che dà solidità alla persona nonostante il trauma. La mamma era tornata sfinita, esausta, non era mai riuscita a parlare di quella tragica esperienza, Con lei non poteva parlare perché era traumatizzata a tal punto da non rendere possibile il dialogo. </div><div style="text-align: left;"><br /><h4>La scuola cosa deve fare adesso?<br /></h4> Alcune insegnanti in collegamento hanno chiesto in chat come comportarsi con i ragazzi di 12-14-16 anni che continuano ad arrivare nelle nostre scuole. Devono insegnare loro l'italiano per stabilire un dialogo? Non sempre c'è a disposizione qualcuno che parli ucraino che aiuti a comunicare. <br />Paola ha suggerito di ricorrere all'informatica; oggi abbiamo a disposizione sugli ipad dei software di traduzione automatica e ci sono i fondi per comprare questi strumenti informatici. L'altra importante risorsa è la comunità ucraina e russa che già da anni vive nel nostro paese, persone che si sono subito messe generosamente a disposizione. <br />Paola Milani ha aggiunto che essendo vicini alla fine dell'anno scolastico gli insegnanti con le ragazzze e i ragazzi ucraini non devono preoccuparsi di seguire il programma. L'unica preoccupazione è garantirgli una normalità, un'esperienza di quotidianità e di tranquillità nelle loro vite, di iniziare a costruire dei legami sociali e di dare alcune esperienze di apprendimento. Ha fatto l'esempio di un bambino di prima media che ha conosciuto in questi giorni, innamorato del disegno. Segue le ore di disegno di prima, seconda e terza e poi un po' di inglese, un po' di tedesco, un po' di ginnastica, un po' di musica, un po' di italiano e le altre cose le lascia perdere in questi primi giorni. Si costruiscono dei percorsi personalizzati sulla base di quello che i bambini possono fare anche sulla base delle loro conoscenze linguistiche e delle loro possibilità. Se a settembre ci troveremo ancora con questi bambini e probabilmente ne avremo anche di più, allora dovremo ragionare in modo diverso perché non sarà più un accoglienza dei bambini a scuola, sarà un processo di inclusione scolastica da avviare, sarà un'altra fase del lavoro. Per questi due mesi di scuola sarebbe tantissimo riuscire a garantire questa esperienza di normalità che dà il contesto educativo. La forza dell'educazione è quella di vedere le risorse delle persone e metterle in contatto col proprio «daimon», col proprio talento, permettere di svilupparlo e crescere grazie alla relazione con i pari.<br /> Da quello che sta vedendo in questi giorni, ha scoperto che ci sono insegnanti straordinari nel nostro paese, stanno facendo un lavoro straordinario con una scioltezza e una capacità stupefacenti. Esperienze straordinarie che andrebbero raccontate di più invece della narrazione sulla guerra che di solito passa sui media, che parla della guerra con parole di guerra che incutono paura, che veramente accorciano l'orizzonte delle possibilità. Sono quelle storie che Italo Calvino definiva «ciò che inferno non è» a cui bisognerebbe dare maggiore spazio. </div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"><br /><h4>Affido - aggiungere un bambino alla famiglia</h4>Paola ha ammesso di aver imparato tantissimo in questi ultimi anni dalle esperienze di affido familiare che nel nostro paese è ancora poco sviluppato; ha annunciato con gioia che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha appena avviato un tavolo per rilanciare la sfida di aggiornare le linee di indirizzo nazionali sull'affido familiare. Genitori provvisori che si mettono nell'attitudine di custodire i bambini, di proteggerli, consapevoli della provvisorietà del loro ruolo. Ci sono genitori che hanno insegnato tantissimo, soprattutto ci sono alcuni servizi per l'affido che lo hanno usato in maniera veramente innovativa e creativa. Hanno fatto affidi diurni, affidi leggeri, affidi nei fine settimana, affidi combinati con il lavoro dei centri educativi diurni cioè ci hanno insegnato che l'affido può essere davvero uno strumento «tailor made», come direbbero gli inglesi cioè «tagliato e cucito addosso» ad ogni bambino e ad ogni genitore. Può testimoniare di aver visto fiorire delle relazioni straordinarie tra famiglie affidatarie e famiglie di origine. Ha imparato che quando un bambino va in affido non si toglie il bambino alla famiglia di origine, si aggiunge un bambino, come raccontano le storie di «<a href="https://www.lameridiana.it/mirta-si-fida.html">Mirta si fida</a>» e «Mirta si fida. La famiglia Bottoni» <span data-ved="2ahUKEwi6v5z4-PL3AhWggv0HHXQaDmUQ2kooAnoECC8QDA">di Annamaria Gatti e Elisabetta Basili, </span>pubblicate da «La Meridiana». Libri illustrati straordinari che insegnano proprio questo: «l'affido non è togliere un bambino, è aggiungere una risorsa a una famiglia che per un certo periodo ne ha bisogno». Nei due libri viene raccontata la storia prima dal punto di vista di Mirta, poi da quello della famiglia. <br />Per concludere ha ricordato il grande potere terapeutico dell'immaginazione, del gioco, della fiaba, soprattutto nella scuola dell'infanzia. I bambini quando giocano partono da «facciamo finta che» e ricreano i loro mondi, ricreano il mondo, ricreano le relazioni dentro quel gioco. La maestra che sa non entrare, invadere il gioco, ma rispettare il gioco e alimentarlo dal di dentro permette al bambino di risignificare la sua esperienza e gli garantisce di poter padroneggiare l'esperienza attraverso la parola che lui mette sull'esperienza cioè da il nome alle cose che accadono, trasformandole attraverso il gioco. I bambini rinascono alla scuola dell'infanzia. Il movimento, l'esperienza di potersi muovere all'aperto, giocare e stare a contatto con l'ambiente, la forza di stare a contatto con la terra, con gli alberi, con l'orto, con tutte le cose che ci sono in questo periodo nelle scuole che stanno facendo delle cose straordinarie. Le mamme ucraine stanno andando nelle scuole a raccontare le fiabe ucraine, un patrimonio culturale di fiabe, di canzoni, di musica eccezionale. I genitori ucraini stanno portando nelle scuole dei saperi, delle esperienze e dei loro cibi. I bambini stanno mangiando cibo «krhin», in questo periodo delle scuole dell'infanzia stanno facendo le merende alle 4 con le torte ucraine.<br /> Quando ci si chiede come parlare della guerra ai bambini a questo giustamente bisogna dedicare un tempo a parte, però noi nella nostra vita quotidiana, ognuno di noi con queste famiglie che ci troviamo vicine a casa, nelle nostre scuole, nei nostri servizi, noi costruiamo relazioni e siamo relazioni e garantiamo a questi bambini un'esperienza di relazioni di pace. Questa è la nostra risposta alla guerra.<br /><br /><div style="text-align: center;"> ---<br /></div><h4>Biografia Paola Milani</h4><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv0cM-e2HE4O7S8G932Ly4ZMe-OD-_J-6lC7LgjkrKTsRAdfRy2ipxRN_a74_WjFlOW2GlBe7adNP-cX9UB9EBGgm8VT4lZ0LngPCJHvx7oOC8xt1DcvboqMvErK19O_fnoFUgPVKUay0_v6R2a3blAHzZgF4SVtGHfU-SLBK1KWFWxly3SOFipfRC/s640/276053269_2178133405667888_4131642486519983114_n.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="foto Paola MIlani" border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv0cM-e2HE4O7S8G932Ly4ZMe-OD-_J-6lC7LgjkrKTsRAdfRy2ipxRN_a74_WjFlOW2GlBe7adNP-cX9UB9EBGgm8VT4lZ0LngPCJHvx7oOC8xt1DcvboqMvErK19O_fnoFUgPVKUay0_v6R2a3blAHzZgF4SVtGHfU-SLBK1KWFWxly3SOFipfRC/w150-h200/276053269_2178133405667888_4131642486519983114_n.jpg" width="150" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paola Milani<br /></td></tr></tbody></table>Ph.D., professore ordinario di Pedagogia Sociale e Pedagogia delle Famiglie, Direttrice del Centro di Pedagogia e Psicologia dell’infanzia dell’Università di Padova. Vincitrice del Premio ITWIIN per le donne inventrici e innovatrici, 2018, per la categoria Capacity Building, con la seguente motivazione: “Per la capacità di sviluppare sinergie nel trasferire un ambito di ricerca dall’Università al territorio a beneficio dei bambini in situazioni di vulnerabilità”. Da giugno 2019 nominata rappresentante italiano nella COST Action della Commissione Europea, The European Family Support Network. Autrice di più di 250 pubblicazioni scientifiche, sia a livello nazionale che internazionale, fra cui Progetto genitori, il primo libro italiano sul parenting support, che è stato nel catalogo Erickson per 25 anni e Educazione e famiglie. Ricerche e nuove pratiche per la genitorialità, Carocci, 2018, che ha vinto il Premio nazionale della Società italiana di pedagogia accademica. <br />Research leader di LabRIEF, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell’Università di Padova, responsabile scientifico nazionale di P.I.P.P.I., Programma di Intervento Per Prevenire l’Istituzionalizzazione, il più ampio programma finanziato nella storia delle politiche sociali in Italia per il contrasto alla vulnerabilità familiare. P.I.P.P.I. è stato premiato come il progetto migliore nell’area della riduzione delle disuguaglianze (goal 10) al “Premio Pubblica Amministrazione sostenibile – II Edizione. 100 progetti per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030”. Inoltre, ha vinto l’European Social Network Award 2019 come primo progetto europeo per la sezione Methods and Tools.<br /><br />(fonte <a href="https://eventi.erickson.it/convegno-minori-2021/speaker-detail/paola-milani">https://eventi.erickson.it/convegno-minori-2021/speaker-detail/paola-milani</a>)</div><div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://draft.blogger.com/#" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="bandiera della pace su un balcone" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEick7f7sUAmyE0-t3TSOeO48shIwiwnuy8Hc6HNi9rFqGGzFuPBuYkct3iO7lNXs748x0_sFWuBGg1A5HZQuLkjyl0Os2cuq6o5Vt_Il-1P6gfKHzfSQtKf6GHAX5Vz9Dh22vO0T82d0HKssFiDE95V40atXcYTrkiqv1lJZdSM374L6Tm32pBHvQRH=w400-h225" title="Diamo un'opportunità alla pace" width="400" /></a></div><ul><li> </li></ul></div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"><br /><br /><br /> <br /><br /> <br /><br /><br /><br /></div><br /><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-83582857237273741492022-03-09T21:02:00.011+01:002022-05-14T10:40:02.759+02:00cortometraggio Il nostro nome è Anna<div><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><i>Era da un po' che desideravo scrivere qualcosa del cortometraggio «Il nostro nome è Anna», che sta ricevendo premi e segnalazioni in varie manifestazioni, anche internazionali, ma che ancora non ho avuto modo di visionare. Visto il clima di «guerra» che stiamo vivendo in questi giorni, mi è sembrato opportuno riproporlo, sperando possa essere un momento di riflessione e un segno di speranza. </i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><p style="margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"> </p><p style="margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"> </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgHz3IO8IhrIyDNMDYktwLWySvhViHH8WR5aqQ2SI8BeSgw4iOegXQYpKoTQjE0Ewp4uZ0q-6XGLCKIZIvoq05K9G2RsXy3shmebXQnWFG_dkYlmNU0Zu_WYlDdALPMquDz8YrHNY7WWiNnZTCPzytIddiQBEpRRe3bOwaSmXEnhJZv2_ReUB1iV-Zb" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="901" data-original-width="600" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgHz3IO8IhrIyDNMDYktwLWySvhViHH8WR5aqQ2SI8BeSgw4iOegXQYpKoTQjE0Ewp4uZ0q-6XGLCKIZIvoq05K9G2RsXy3shmebXQnWFG_dkYlmNU0Zu_WYlDdALPMquDz8YrHNY7WWiNnZTCPzytIddiQBEpRRe3bOwaSmXEnhJZv2_ReUB1iV-Zb=w267-h400" width="267" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">locandina Il nostro nome è Anna<br /></td></tr></tbody></table><p style="margin: 0px; text-align: center; text-indent: 0px;"> <br /></p><div style="text-align: justify;">Il cortometraggio «Il nostro nome è Anna» è nato da un'idea di Federica Pannocchia, Presidente dell'Associazione di volontariato «Un ponte per Anne Frank», scrittrice e attrice sensibile, di cui ho già parlato su questo blog in occasione di alcune sue precedenti pubblicazioni, uscite con lo pseudonimo «Sofia Domino», da tempo impegnata per far conoscere il dramma della Shoah. Un progetto che si è poi concretizzato dopo l'incontro con il regista Mattia Mura Vannuzzi che ha affidato la parte della protagonista alla giovane attrice Ludovica Nasti, già distintasi qualche anno fa interpretando «Lila» da piccola nella prima serie de «L'amica geniale».</div><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_mgLxKroFugKv1EBF18dTsB61EOjkufrH5_7jntqlGBRIRjjwCXmOqD4iec4AbNM_3jL5WJ9qNwJHaekgMnA0hbH3koW223xzOxh8igp6JjNZGHzBlCJlekZvieHbwyzjg9X1YLbi3J2be7ImSQcRom6CtL1RPA736MepH1Pv9E-Do-dJ3Q_kIxAO" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_mgLxKroFugKv1EBF18dTsB61EOjkufrH5_7jntqlGBRIRjjwCXmOqD4iec4AbNM_3jL5WJ9qNwJHaekgMnA0hbH3koW223xzOxh8igp6JjNZGHzBlCJlekZvieHbwyzjg9X1YLbi3J2be7ImSQcRom6CtL1RPA736MepH1Pv9E-Do-dJ3Q_kIxAO" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgcWM0fBsgUwbf5fm7ZsWtV0TRqEGFhQxgIMm0dxvKLD0FKmig1Eb_beGSGXgI8cqU6DA7miI2qbwWWvIZL87NWb_UZJmqS0ADO1gEbyMlHLeb28D-2CJuGHkRmvlfcuVBC7iULV9ian89V7ztJ4QK-YHO7YRCQdMo8vE4zC4lbA8he0HHC53zy4kTQ" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="454" data-original-width="807" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgcWM0fBsgUwbf5fm7ZsWtV0TRqEGFhQxgIMm0dxvKLD0FKmig1Eb_beGSGXgI8cqU6DA7miI2qbwWWvIZL87NWb_UZJmqS0ADO1gEbyMlHLeb28D-2CJuGHkRmvlfcuVBC7iULV9ian89V7ztJ4QK-YHO7YRCQdMo8vE4zC4lbA8he0HHC53zy4kTQ" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ludovica Nasti 01<br /><br /></td></tr></tbody></table></div></div><div style="text-align: justify;">Nel corto viene raccontata una «Anna Frank moderna che incoraggia a riflettere sul dramma della Shoah, sul valore della memoria oggi, sulle difficoltà dell'adolescenza» La protagonista incontra Anne Frank attraverso la lettura del suo diario, un grido che arriva dal passato per ricordarci l’impegno che ognuno di noi ha nei confronti della società e degli altri, ed entra nel suo mondo, scopre i suoi ideali, i suoi sogni, imparando «ad aiutare chi ha bisogno e a combattere contro ogni forma di discriminazione e indifferenza», a dare voce a tutte le persone che ancora oggi sono escluse ed emarginate. </div><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjS-rCZ7g1TmM9SDKeLTA5lSY5GoM4xlrsssfsoKwGRS5GtSBESTblKqtDRvMSVIn15EmNDGzK8Bk9ck6KLnmIfcrVYna6JZmlYO4W86cAmqDRX-7cnIn0oL2XomnV8Tip48gMQRkG_i1ayg5g5IMHLrG-XQgKldt1tfLEOwJAv4kTte22OvKu17GZK" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="600" data-original-width="768" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjS-rCZ7g1TmM9SDKeLTA5lSY5GoM4xlrsssfsoKwGRS5GtSBESTblKqtDRvMSVIn15EmNDGzK8Bk9ck6KLnmIfcrVYna6JZmlYO4W86cAmqDRX-7cnIn0oL2XomnV8Tip48gMQRkG_i1ayg5g5IMHLrG-XQgKldt1tfLEOwJAv4kTte22OvKu17GZK" width="307" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ludovica Nasti 02<br /></td></tr></tbody></table><br /><p></p><br /><div style="text-align: justify;"><br />Anna è una ragazza comune, ma affronta la vita in modo speciale, non ha paura di esporsi, di far sentire la sua voce con i mezzi che abbiamo a disposizione oggi per non rimanere in silenzio o in disparte. Ognuno di noi ha il diritto alla libertà e a essere sé stesso, dentro ognuno di noi c’è una Anna Frank che vuol lottare contro il razzismo, il bullismo, l’antisemitismo e la discriminazione, vuol celebrare l’amore <br /><br />«Il nostro nome è Anna», distribuito da Siberia Distribution, è stato girato interamente in Toscana, tra Pisa, Livorno, Bibbona e Cecina ed è ispirato a vicende vissute in prima persona dagli adolescenti di oggi. «Il nostro nome è Ann«a ha il sostegno di Fondazioni quali la «Casa/Museo di Anna Frank» di Amsterdam e la «Fondazione Anna Frank Fonds« di Basilea, nonché di Testimoni e Sopravvissuti al dramma della Shoah. Il cortometraggio ha una durata di 20 minuti ed è stato presentato il 27 Gennaio 2021, Giornata della Memoria, con la diffusione del trailer ufficiale. È disponibile un progetto educativo per le scuole e per le biblioteche. <br /><br />Nel corso del 2021 «Il nostro nome è Anna» ha partecipato a vari Festival nazionali e internazionali di rilievo, riscuotendo apprezzamento e premi. Ne enumero alcuni: <br /><br />- VINCITORE nella categoria «Miglior Cortometraggio» e «Migliore Attrice Protagonista» sezione «DNApoli» «Cortisonanti International Short Film Festival» (www.cortisonanti.it); <br /><br />- VINCITORE allo «Zero Plus International Film Festival» di Tjumen come «Miglior Cortometraggio» e «Menzione Speciale nella giuria bambini» per l'importanza del tema dell'uguaglianza; <br /><br />- VINCITORE come «Miglior cortometraggio 2021» per aver valorizzato al meglio i temi della Quarta Edizione della Rassegna Internazionale del Cortometraggio MED-LIMES «Ai Confini del Mediterraneo», Immagini e racconti dai confini del Mediterraneo; <br /><br />- VINCITORE al «Vesuvius International Film Fest» come «Miglior cortometraggio»; <br /><br />- VINCITORE al «KIMFF» Film Festival come «Miglior cortometraggio»; <br /><br />- VINCITORE allo «Screen Power Film Festival» come migliore attrice e miglior regista. <br /><br />Il cortometraggio è stato inoltre CANDIDATO a<br />- «Cortisonanti International Short Film Festival»; <br /><br />- «Social World Film Festival»; <br /><br />- «Ciak Film Festival»; <br /><br />- «Safiter Film Festival»; <br /><br />- «Vesuvius International Film Festival»; <br /><br />- «Prato Film Festival»; <br /><br />- «Kino Film Festival», Russia; <br /><br />- «International Short & Symbolic Art Film Festival», Russia. <br /><br />«Il nostro nome è Anna» ha avuto una proiezione fuori concorso al «Tiro International Film Festival (Libano); <br /><br />- proiezione fuori concorso al «International Tour Film Festival. <br /><br />L'elenco aggiornato dei rronoscimenti è disponibile sul sito della <a href="#">Associazione «Un ponte per Anne Frank</a>» (<a href="#">https://www.unponteperannefrank.org/il-nostro-nome-egrave-anna.html</a>) <br /><br /><br /><b>CREDITI </b><br /><b>Regia</b>: Mattia Mura Vannuzzi<br /><b>Soggetto</b>: Federica Pannocchia<br /><b>Sceneggiatura</b>: Cristiana Bertolotti, Mattia Mura Vannuzzi, Federica Pannocchia<br /><b>Distribuzione</b>: Siberia Distribution<br /><b>Prodotto da</b>: Studio Emme di Sergio e Sara Martinelli, e Helix Pictures<br /><b>Organizzazione generale</b>: Gianluca e Marco Bertogna<br /><b>Manager di produzione</b>: Ottavio Mura<br /><b>Cast</b>: Ludovica Nasti, Adelmo Togliani, Serena Bilanceri, Claudio Mazzen</div> <div style="text-align: left;"><br /></div><h4 style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"><span style="font-weight: 600;">Link utili</span></h4>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;">pagina su sito «Un ponte per Anne Frank»</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"><a href="https://www.unponteperannefrank.org/il-nostro-nome-egrave-anna.html">https://www.unponteperannefrank.org/il-nostro-nome-egrave-anna.html</a></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"><br /></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;">trailer «Il nostro nome è Anna»</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=0y933EPX7RI">https://www.youtube.com/watch?v=0y933EPX7RI</a></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"><br /></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;">scheda su «Studio Emme»</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"><a href="https://studioemme.net/produzione/il-nostro-nome-e-anna/">https://studioemme.net/produzione/il-nostro-nome-e-anna/</a></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"><br /></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;">scheda su «Cinema Italiano»</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"><a href="https://www.cinemaitaliano.info/ilnostronomeeanna">https://www.cinemaitaliano.info/ilnostronomeeanna</a></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"><br /></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;">articolo su «Sbircia la notizia»</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-align: left; text-indent: 0px;"><a href="https://www.sbircialanotizia.it/il-nostro-nome-e-anna-una-storia-che-ci-accompagna-nel-viaggio-straordinario-che-e-la-vita/">https://www.sbircialanotizia.it/il-nostro-nome-e-anna-una-storia-che-ci-accompagna-nel-viaggio-straordinario-che-e-la-vita/</a></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"><br /><br /></p></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi1UwHW6ipqAZlROxN2e_UaFNyRyrnQntxEvlLOyBFhAMaHg0M4blw2KgMBFZoFOmNC3DiMZ5jz0SuRp8L9wBSNLSYxHDPvokYb1ubGOwj3Ufijz3imwHldxG5WTi2zwj8kjA8xV1imxC40sm-8mWd-3hjp8tKl_P8Q6TD-GoZAk3cgRCro_c3l2Nzc" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="362" data-original-width="600" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi1UwHW6ipqAZlROxN2e_UaFNyRyrnQntxEvlLOyBFhAMaHg0M4blw2KgMBFZoFOmNC3DiMZ5jz0SuRp8L9wBSNLSYxHDPvokYb1ubGOwj3Ufijz3imwHldxG5WTi2zwj8kjA8xV1imxC40sm-8mWd-3hjp8tKl_P8Q6TD-GoZAk3cgRCro_c3l2Nzc" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Anne Frank<br /></td></tr></tbody></table><p><b><br />Altri mie articoli su Federica Pannocchia </b>(Sofia Domino) <b>e sua sorella Maricla </b>(Rebecca Domino)<br /></p><p><a href="https://foglidiversi.blogspot.com/2014/06/gli-ebook-free-delle-sorelle-domino.html">https://foglidiversi.blogspot.com/2014/06/gli-ebook-free-delle-sorelle-domino.html</a><br /></p><p><a href="https://foglidiversi.blogspot.com/2018/01/la-stanza-di-anna.html">https://foglidiversi.blogspot.com/2018/01/la-stanza-di-anna.html</a><br /></p><p><a href="https://foglidiversi.blogspot.com/2014/08/come-lacrime-nella-pioggia-sofia-domino.html">https://foglidiversi.blogspot.com/2014/08/come-lacrime-nella-pioggia-sofia-domino.html</a><br /></p><p><a href="https://foglidiversi.blogspot.com/2015/02/la-mia-amica-ebrea-rebecca-domino.html">https://foglidiversi.blogspot.com/2015/02/la-mia-amica-ebrea-rebecca-domino.html</a></p><p><a href="https://foglidiversi.blogspot.com/2014/11/fino-allultimo-respiro-rebecca-domino.html ">https://foglidiversi.blogspot.com/2014/11/fino-allultimo-respiro-rebecca-domino.html </a><br /></p><p><a href="https://foglidiversi.blogspot.com/2015/02/associazione-adolescenti-e-cancro.html ">https://foglidiversi.blogspot.com/2015/02/associazione-adolescenti-e-cancro.html </a><br /></p><p><br /></p><p></p><br /><br /><br /><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-27989640083217745122022-02-03T20:47:00.001+01:002022-02-03T20:47:19.912+01:00Un ricordo di Terre di Confine<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhszC0u2_DpYyiMggV7IdmNIVlJBhLP0XdP_izA7YlrwzqTGWQSlps43y2415xRVmCxj7yS9YFKL5eAavrBqUPhEQQf6EAVU5bsblNKTfaBUGfixrvWd1Q1ftC-2nuOLczkC6hycb6iv20FOUE6CpGPuYtfiLkv9MbAJx1Dbg2KK1o7nk-gqcaW_ru4=s523" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="523" data-original-width="370" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhszC0u2_DpYyiMggV7IdmNIVlJBhLP0XdP_izA7YlrwzqTGWQSlps43y2415xRVmCxj7yS9YFKL5eAavrBqUPhEQQf6EAVU5bsblNKTfaBUGfixrvWd1Q1ftC-2nuOLczkC6hycb6iv20FOUE6CpGPuYtfiLkv9MbAJx1Dbg2KK1o7nk-gqcaW_ru4=s320" width="226" /></a></div><p></p><p><i>Chi ha visitato il mio sito fino a qualche giorno fa avrà notato nella barra laterale uno spazio dedicato a <b>Terre di Confine</b>, rivista di cultura
fantastica curata da Massimo De Faveri in collaborazione con Plesio Editore, sempre accurata graficamente e
ricca di interessanti contenuti, inserito in segno di stima e amicizia dopo un breve collaborazione. Da alcuni anni non escono aggiornamenti, anche se l'archivio contiua a essere disponibile online sull'omonimo sito <a href="http://www.terrediconfine.eu/terre-di-confine-magazine-4/">Terre di Confine</a> per cui ho pensato di dedicare una pagina d'accesso anche sul mio blog, in modo che chi non ha avuto modo di sfogliarla allora possa magari riscoprirla, attraverso i link alla versione sfogliabile.<br />Un modo per mantenere vivo il ricordo di questo valido progetto editoriale in atesa che possa magari un giorno ripartire.</i></p><h2>Terre di Confine magazine</h2>
<ul><li><a href="https://www.terrediconfine.eu/">Terre di Confine Magazine home page</a></li><li><a href="https://issuu.com/terrediconfine/docs/tdcm005/1" target="_blank">Numero 5</a></li><li><a href="http://issuu.com/terrediconfine/docs/tdc4/3?e=0/14692716">Numero 4</a></li><li><a href="http://issuu.com/terrediconfine/docs/tdc3/244?e=0/9610052">Numero 3</a></li><li><a href="http://issuu.com/terrediconfine/docs/tdc2?e=7246728/7536599">Numero 2</a></li><li><a href="http://issuu.com/terrediconfine/docs/tdc1">Numero 1</a></li><li><a href="http://issuu.com/terrediconfine">Numeri precedenti (prima serie)</a><br /> <br /></li></ul><p>
</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJBVwtAreohtce3T0PSKhAF0qBgbb8H_kAscz9Pxjh9Wtc_mHv4ak5R_7ayGF7b4Ak6XQZWd7Cylzwpgq4r4bnMYXecS7J14SwUe7f2LfKmv7bDKouLH4fAHTfOjK4l1El1OmekP8ePGs/s1600/Testatina+-+eventi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJBVwtAreohtce3T0PSKhAF0qBgbb8H_kAscz9Pxjh9Wtc_mHv4ak5R_7ayGF7b4Ak6XQZWd7Cylzwpgq4r4bnMYXecS7J14SwUe7f2LfKmv7bDKouLH4fAHTfOjK4l1El1OmekP8ePGs/s320/Testatina+-+eventi.jpg" width="320" /></a></div><br />
<div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-18091389585866932362022-01-19T10:18:00.003+01:002022-01-19T16:09:26.506+01:00I ribelli del Self-Publishing<div style="text-align: left;"><i>Riprendo l'attività di questo blog, che lo scorso anno ho forse un po' trascurato, con la recensione del primo libro letto nel 2022, «I ribelli del self-publishing», di Alessandro De Giorgi e Donato Corvaglia.<br /></i><i>Questo post spero sia anche il primo passo per un restilyng progressivo del blog che avverrà nel corso dell'anno.<br /></i><i>Ero indeciso se scrivere questa recensione; un po' perché da sempre ho scelto di pubblicizzare principalmente libri di autori poco noti, che non trovano spazio nei consueti canali promozionali, un po' perché non mi sembrava corretto dare la priorità ai fondatori della Youcanprint, con cui ho avuto il piacere di pubblicare i miei libri qualche anno fa, che già possono contare su un ampio bacino di potenziali lettori per farsi conoscere. Dovrebbero essere «gli editori» a promuovere i libri dei loro autori e non viceversa! Ma credo che questo libro meriti di fare un'eccezione!</i></div><p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; font-style: italic; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjhjWlWDO4-lrmMT1q-blEkMoHiGBcl_aR_XRdJIM_YlaTA8y2OVhQpNOAREIu8TgyO6j74bsp9z1mghgRiP4dy5jTNVWTb99eX5vaaomR3FCKJjMQgvEOK4_iDUaxFte9E9JRcVBxBu0dx5g9-CaR64mM8YvIap9HdkKyLmi0pujt9OrEgLA_9UqC4=s1513" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="1513" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjhjWlWDO4-lrmMT1q-blEkMoHiGBcl_aR_XRdJIM_YlaTA8y2OVhQpNOAREIu8TgyO6j74bsp9z1mghgRiP4dy5jTNVWTb99eX5vaaomR3FCKJjMQgvEOK4_iDUaxFte9E9JRcVBxBu0dx5g9-CaR64mM8YvIap9HdkKyLmi0pujt9OrEgLA_9UqC4=s320" width="212" /></a></div><br /><p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; font-style: italic; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;"><br /></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">«<a href="https://www.youcanprint.it/i-ribelli-del-self-publishing/b/46256bd2-9409-51f2-ba87-d967e568b3a0">I ribelli del self-publishing</a>», testo scritto a quattro mani da Alessandro De Giorgi e Donato Corvaglia, fondatori di Youcanprint, è un libro che mi ha subito incuriosito, a partire da titolo, ma temevo potesse scadere in una vuota autocelebrazione dell'azienda e dei meriti professionali dei fondatori. </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Ascoltando i video che hanno accompagnato l'uscita e i «bonus» offerti ai primi lettori, ho invece piacevolmente scoperto il taglio diverso che gli autori hanno voluto dare alla narrazione, raccontando in primo luogo la loro amicizia pluriennale, i primi passi per realizzare il loro sogno, le persone che li hanno aiutati a crescere professionalmente, ma anche gli errori commessi, le valutazioni affrettate.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Un quadro che rimette al centro la loro umanità, senza nascondere le fragilità, le liti che hanno caratterizzato alcune fasi della loro esperienza umana e professionale. </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Un cammino che in parte ho condiviso, sia come autore Youcanprint, sia come moderatore del gruppo «Youcaniani e aspiranti autori di Youcanprint» insieme alla fondatrice Silvia Montis (che ha coniato il termine «Youcaniani» per definire coloro che pubblicano con Youcanprint), Roberto Serafini e Pietro Romano. In questi anni ho avuto modo di dialogare con loro e imparare a conoscerli, seppure a distanza. Poi il gruppo è cresciuto tanto ed è diventato complicato per noi gestirlo e si è deciso di farlo diventare la community ufficiale di Youcanprint.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">«I ribelli del self-publishing» non è un manuale tecnico sul self-publishing, come se ne trovano ormai tanti in rete, sia gratuiti che a pagamento, tra cui consiglio il prezioso e ironico «<a href="https://www.amazon.it/Sopravvivere-Self-Publishing-Allison-Wade-ebook/dp/B08CGKC1ZB" target="_blank">Sopravvivere al Self Publishing</a>» di Allison Wade.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Per comodità dividerò i capitoli del libro in cinque parti in base agli argomenti trattati.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">La prima parte affronta in modo semplice le paure degli autori e alcuni falsi miti sul self-publishing, illustrando le differenze rispetto all'EAP (Editoria A Pagamento).</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Molti, anche tra gli editori, ancora fanno confusione, forse per non accettare questo fenomeno che sta rivoluzionando il mondo editoriale. Pensano che chi sceglie il self-publishing lo faccia come ultimo ripiego dopo essere stato scartato dalle case editrici tradizionali, che proponga solo libri di scarsa qualità che intasano il mercato editoriale. Affermano che senza la «patente» concessa da una casa editrice tradizionale non si possa diventare scrittori, dimenticando che ci sono stati tanti casi di grandi autori che hanno dovuto attendere anni prima di poter pubblicare le loro opere, oggi riconosciute come capolavori, che editori miopi forse avrebbero frettolosamente cestinato. Gli stessi editori che poi invadono il mercato editoriale con testi di discutibile valore, osannati solo perché scritti da personaggi famosi, o proponendo straordinari «casi editoriali» di cui dopo pochi anni nessuno ha più memoria, per poi concludere con l'ormai abusato slogan «in Italia ci sono più scrittori che lettori», argomento solitamente usato per scoraggiare gli autori emergenti. </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Qualche volta ho pensato anch'io di lasciar perdere, per evitare di intasare il mercato editoriale con i miei libri. Poi mi è bastato fare una passeggiata in una grande libreria, vedere i mucchi di libri di personaggi noti in prossimità delle casse, testi che spesso non offrono un gran contributo per arricchire il nostro patrimonio culturale, per cambiare idea. Se loro possono pubblicare, a volte senza neanche fare la fatica di scrivere il proprio libro, affidandosi ad anonimi ghost-writer, perché solo io dovrei autocensurarmi?</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Alessandro e Donato partono da una premessa diversa: pensano che chiunque abbia qualcosa da dire possa scrivere il proprio libro, possa diventare uno scrittore, senza censure o imposizioni, che ogni libro sia «un atto di rivoluzione che contribuisce al miglioramento del'umanità». L'unico libro che non lascia ricordi, destinato ad essere spazzato via dal tempo è secondo loro «il libro mai scritto» o peggio «il libro scritto, ma mai pubblicato.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">La Youcanprint aiuta a realizzare questo sogno, fornendo gli strumenti tecnologici e il supporto umano per aiutare autrici e autori a esprimere il proprio potenziale, a «coltivare la propria passione» e proporsi sul mercato editoriale con il proprio libro. Poi saranno i lettori a premiare i libri e le autrici e gli autori più meritevoli.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Uno dei punti di forza della nuova editoria è la «stampa su richiesta» (print on demand) che permette di pubblicare anche piccole tirature, evitando di intasare i magazzini delle librerie con migliaia di testi destinati poi tristemente al macero o se va bene al recupero nelle librerie «remainder» o sulle bancarelle dei libri usati. Pubblicare il proprio libro senza investire cifre esorbitanti, senza dover stampare 500/1000 copie per ammortizzare i costi di stampa, è sicuramente stato un vantaggio, anche in termini di spazio utilizzato, che ha rivoluzionato il mondo editoriale.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Nella seconda parte del libro Alessandro e Donato raccontano la loro storia, arricchita da foto «d'epoca» partendo dalla loro amicizia nata a Specchia e cresciuta sui banchi di scuola a Tricase, passando per il primo giornalino locale «Giù dal palco», in cui già si notano alcuni temi che poi diventeranno l'anima di Youcanprint. Poi la prima iniziativa imprenditoriale nel 2007, ancora giovanissimi, riunendo un gruppo di validi collaboratori in una start up chiamata «Minuti d'arco».</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Gli autori non nascondono anche i dubbi e gli errori commessi, la consapevolezza che la loro strada doveva essere un'altra e la coraggiosa (o folle) decisione di uscire dalla società, accollandosi un «debito» oneroso per ripartire in due con la «Borè», che raggruppava i marchi «Libellula» e «Youcanprint», puntando tutto sul «print on demand» che quegli anni cominciava a muovere i primi passi. All'epoca forse c'era solo «Lulu», nata in Canada nel 2002, che offriva un servizio automatico di self-publishing, stampando all'estero, con costi di spedizione per l'Italia piuttosto alti.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Quando ho cominciato a interessarmi di self-publishing ho esplorato anche il sito di «Lulu», ma avevo tanti dubbi e c'era qualcosa che non mi convinceva pienamente. </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">In seguito qualcuno mi ha consigliato la «Youcanprint», che inizialmente pensavo fosse un'altra azienda straniera; poi ho scoperto piacevolmente che si trattava di un'azienda italiana, pugliese, nata a Tricase, nella mia regione, che forniva qualcosa in più, la possibilità di dialogare con delle persone in carne e ossa per chiarire i propri dubbi, sia per telefono o via mail, sia attraverso un prezioso servizio chat all'interno del loro sito.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">In quegli anni il colosso Amazon sbarcava in Italia, occupando quella che inizialmente era una nicchia di mercato in crescita per la Youcanprint e altre aziende italiane entrate nel frattempo in questo settore.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Gli autori ricordano quella fase come un periodo di grandi innovazioni, di un ampliamento del team a cui non corrispondeva una chiarezza di idee a livello progettuale, preoccupati solo di difendersi dalla concorrenza ed espandersi. Alessandro e Donato offrono una narrazione onesta, senza cadere nell'auto celebrazione, ammettendo i molti errori compiuti in questi tredici anni, come la tendenza ad acquisire altre realtà editoriali, in un'ottica di diversificazione, senza avere un'idea chiara di come valorizzarle.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Nel 2018 la scelta dolorosa, condivisa con i dipendenti, di tornare alle origini, chiudendo i marchi satellite e incentrando tutto su Youcanprint, valorizzando il rapporto umano con i clienti che era sempre stato la carta in più offerta dall'azienda.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Un rapporto cresciuto anche grazie all'interazione con quella che è adesso la «community ufficiale» di Youcanprint, un gruppo di autori che con lo strano nome di «Youcaniani» si sono autorganizzati e autotassati per partecipare alle principali manifestazioni librarie italiane: «Padova Expo Libri 2016», «Firenze Libro Aperto 2017», «Milano Tempo di Libri 2017», «Torino Salone del Libro 2017».«Taormina Taobook 2017», «Milano Tempo di Libri 2018» e «Torino Salone del Libro 2018». Un capitolo della storia della Youcanprint che forse andava aggiunto a questo libro. Ma forse sono di parte, avendo partecipato come moderatore del gruppo «Youcaniani…» alle fasi organizzative e a distanza come autore a questa fase creativa, forse irripetibile, di cui bisogna ringraziare tutti coloro che hanno scelto di aderire con i loro libri e in particolare chi ha montato e presidiato fisicamente gli stand, cercando di promuovere tutti noi e il marchio Youcanprint.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">Nella narrazione della storia dell'azienda e del loro rapporto a volte anche burrascoso le voci di Alessandro e Donato si alternano, a volte si sovrappongono in una narrazione corale, che rende complicato a volte capire chi stia parlando in quel momento.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">La terza parte del libro offre una serie di semplici «consigli motivazionali», che loro definiscono «nove lezioni apprese sulla nostra pelle», che partono dall'idea che non sempre l'errore sia una cosa sbagliata, spesso sbagliare strada può essere un modo per capire meglio dove si voleva andare davvero.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">L'ultima parte «Dicono di noi» racchiude alcune opinioni di autrici e autori Youcanprint, raccolte tra le tante espresse all'interno del gruppo «Youcanprint - Official Community», dal 19 settembre 2020 community ufficiale di Youcanprint, con circa 7000 iscritti. Segue la pagina dei ringraziamenti che gli autori hanno voluto dedicare ai familiari, amici e allo staff Youcanprint.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhF8VxZHhu6_cyMS_qEjO8NgUIubDdLnGY3-Na2-HCLq6cYA_t7D3aozPL4lXNC7k-A5Lps7Fwd7rQ8ksw6wpYXd-QIYAzDuR84Azb2qqD5JP7Jto9x4jrVLdHxIbtLxmO46VE0mbbL9WEFxx2J9nxhK2smxvx-YlRcz4vUfkBDHYshxPe3ciHW7t6K=s1280" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="1280" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhF8VxZHhu6_cyMS_qEjO8NgUIubDdLnGY3-Na2-HCLq6cYA_t7D3aozPL4lXNC7k-A5Lps7Fwd7rQ8ksw6wpYXd-QIYAzDuR84Azb2qqD5JP7Jto9x4jrVLdHxIbtLxmO46VE0mbbL9WEFxx2J9nxhK2smxvx-YlRcz4vUfkBDHYshxPe3ciHW7t6K=s320" width="320" /></a></div><br /><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;"><br /></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;"> </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEitGoUyCyvFzVmbkjwbDSmP9qG1h0Q2aiqd0rFN7PJDwABsS6K4H7lhezGRh38p1nJzf6hOCGhCKCKDYa4IH-0dR-oCyVf18lgsk5cfBvQ_qjGbWUT3nrWXX7wZV64cGkDoDBbU8cfOcFFAfbDGU6BgX26xZTASPdjANz0LUYFTzUlWghJfnI67PgoS=s881" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="12" data-original-width="881" height="4" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEitGoUyCyvFzVmbkjwbDSmP9qG1h0Q2aiqd0rFN7PJDwABsS6K4H7lhezGRh38p1nJzf6hOCGhCKCKDYa4IH-0dR-oCyVf18lgsk5cfBvQ_qjGbWUT3nrWXX7wZV64cGkDoDBbU8cfOcFFAfbDGU6BgX26xZTASPdjANz0LUYFTzUlWghJfnI67PgoS=s320" width="320" /></a></div> <b> </b><p></p><ul><li><b>Titolo: </b>I ribelli del Self-Publishing</li><li><b>Autore: </b>Alessandro De Giorgi - Donato Corvaglia<b></b></li><li><b>Data di uscita:</b> 2021</li><li><b>Editore: </b>Youcanprint<b></b></li><li><b>I</b><b><b>SBN:</b><span class="a-list-item"><span> </span></span></b><span class="a-list-item">9791220376587</span> </li><li><span content="isbn:9788854147751" itemprop="identifier"><b>ASIN</b>: </span><span class="a-list-item">-</span></li><li><span class="a-list-item"><span><b>Scheda cartaceo</b>: <a href="https://www.youcanprint.it/i-ribelli-del-self-publishing/b/46256bd2-9409-51f2-ba87-d967e568b3a0">Youcanprint</a></span></span><span class="a-list-item"><span><b> </b></span></span></li><li><span class="a-list-item"><b>Pagine: </b>136</span></li></ul><span class="a-list-item"><span></span></span><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;"><b>Sinossi</b></p><p>Vogliamo rendere il mondo un posto migliore, un libro alla volta! Youcanprint è la nostra passione per i libri trasformata in impresa, la prima piattaforma italiana che offre davvero a tutti la possibilità di realizzare il proprio sogno di pubblicare un libro. Ma prima di tutto siamo partiti da zero, con niente. In questo libro abbiamo raccontato i nostri fallimenti, il nostro amore, le nostre rinunce, il nostro coraggio, la nostra ribellione. Si, perché stiamo rivoluzionando il mondo dell'editoria e siamo dei ribelli.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;"> <br /></p><p style="margin: 0px; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg_ywYBPG9AruERJbNvcSpVAqNPEyfdb2xJ7lh6AlaS-aJzLFs5Jt0MFb5Ff_gvyJCcpQE7WHZrCNPq075pKWZXYw2YeKb4rXYe--yAjNPoh9YV6rqfQcTLArfcLTmlYyLWClTWJNLtJnADl6uV9qXpHuWv1VILyU_Vn2htrtpBFhyb7cr83HhrHrT9=s650" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="650" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg_ywYBPG9AruERJbNvcSpVAqNPEyfdb2xJ7lh6AlaS-aJzLFs5Jt0MFb5Ff_gvyJCcpQE7WHZrCNPq075pKWZXYw2YeKb4rXYe--yAjNPoh9YV6rqfQcTLArfcLTmlYyLWClTWJNLtJnADl6uV9qXpHuWv1VILyU_Vn2htrtpBFhyb7cr83HhrHrT9=s320" width="320" /></a></p><div><br /></div><div><span face="Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif" style="background-color: white; color: #222222; font-size: 13.2px; white-space: pre-wrap;">Recensione pubblicata anche su Braviautori il 19/01/2022</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13.2px; white-space: pre-wrap;" /><a href="https://www.braviautori.it/book_i-ribelli-del-self-publshng.html">https://www.braviautori.it/book_i-ribelli-del-self-publshng.html</a></div><div><br /></div><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-26041984102506997092021-07-20T19:14:00.038+02:002021-07-20T20:02:57.547+02:00Tokio 1940 - Una occasione mancata <p></p><p></p><i>Nel 2012 sul sito <a href="http://www.braviautori.com/" target="_blank">Braviautori,</a> che allora frequentavo più assiduamente, in coincidenza delle Olimpiadi venne organizzato un torneo a squadre denominato «Olimpiadi BraviAutori». In giuria c'erano Massimo Baglione, Angela Di Salvo e Alessandro Napolitano.</i><i><br />Io facevo parte della squdra «The Isle» insieme a Maria Adele Popolo, Windrose e il compianto Andrea Leonelli e per una delle prove, «Raccontare la cerimonia di apertura di una Olimpiade mai avvenuta», scrissi questo «articolo/racconto" in cui immaginavo le Olimpiadi di Tokio 1940, saltate per colpa della Seconda Guerra Mondiale.</i><i><br />Il 23 luglio 2021, Covid permettendo, dovrebbero partire le Olimpiadi di Tokio 2020 e mi è sembrato carino riprendere quel testo, in verità non molto apprezzato dala giuria, ma all'epoca finito tra i primi 10 nella classifica dei testi giornalistici del sito (<a href="https://www.braviautori.it/tokyo-1940-l-occasione-mancata.html">https://www.braviautori.it/tokyo-1940-l-occasione-mancata.html</a>).
<br /></i><div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<h2>
<b>Tokyo 1940: l'occasione mancata</b></h2>
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbTRXDa1waxA5EjJcueYU7BEByQkO0E-KeBfNRQYyHPvcy1rQLOQjad3gQcss8D5qr30EyFyKXU_cC1ydd_519DV47zqQNQqThcSukKBpIRSHmyY0waPdu474MCgvhcqsgCr76mzQf2Gs/s1600/Olimpiadi_Tokyo_1940+copia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbTRXDa1waxA5EjJcueYU7BEByQkO0E-KeBfNRQYyHPvcy1rQLOQjad3gQcss8D5qr30EyFyKXU_cC1ydd_519DV47zqQNQqThcSukKBpIRSHmyY0waPdu474MCgvhcqsgCr76mzQf2Gs/s200/Olimpiadi_Tokyo_1940+copia.jpg" width="195" /></a><span face="Verdana,sans-serif">In
una calda giornata di metà settembre con una variopinta e spettacolare
cerimonia sono stati aperti ufficialmente i Giochi di Tokyo 1940, XII
edizione delle Olimpiadi moderne e prime disputate in territorio
asiatico. Nell'impressionante maestosità del diamante verde dello Stadio
Koshien a Nishinomiya, campo di baseball costruito nel 1924 e capace di
contenere oltre 50mila spettatori, si sono ritrovate insieme per un
giorno tutte le più alte personalità politiche, sportive e culturali del
pianeta: dalla rappresentativa del Terzo Reich capeggiata da Goebbels e
dominatrice dell'ultima edizione dei giochi ai rappresentanti del
governo fascista italiano con Galeazzo Ciano, dal primo ministro inglese
Churchill al collega francese Pétain e al segretario di stato americano
Hull. Uniche grandi assenti Polonia e Cina a causa del conflitto armato
in corso.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Nonostante
un notevole lavoro diplomatico non tutti i paesi belligeranti hanno
deciso di aderire alla tregua olimpica e consentire ai propri atleti di
partecipare ai Giochi.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Notevole
lo sforzo sostenuto dal Giappone che ha impegnato milioni di yen e una
organizzazione di migliaia di persone per questa manifestazione che
punta a mostrare al mondo intero la potenza dell'Impero del Sol Levante,
cercando di superare i fasti di Berlino 1936.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">In
tutte le principali strade dell'isola sono esposte migliaia di bandiere
olimpiche, con i tradizionali cinque cerchi colorati, simbolo
dell'unione dei cinque continenti e della fratellanza tra i popoli.
Tante anche le bandiere giapponesi, con il tradizionale sole nascente,
ripreso anche nell'emblema olimpico.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Anche
quest'anno, come nell'edizione tedesca, sono state piazzate decine di
telecamere ai bordi dello stadio e degli altri campi di gara per
riprendere l'evento. Una scelta ambiziosa, considerando che il sistema
televisivo giapponese è nato solo lo scorso anno e il numero di
televisori presenti nel paese è ancora piuttosto basso; dettata più che
altro da ragioni politiche e propagandistiche e, soprattutto, dalla
volontà di non mostrarsi inferiori all'alleato tedesco.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Spettacolare
la sfilata folkloristica e degli atleti delle 47 nazioni in gara, un
numero inaspettato fino a pochi mesi fa, a causa delle vicende belliche
che hanno investito il continente europeo e, seppur in modo meno
accentuato l'oriente e l'area del pacifico.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Come
tradizione dall'avvio delle Olimpiadi moderne nel 1896 il primo paese a
sfilare è stata la Grecia, culla dello spirito olimpico, seguita da
tutte le altre nazioni, in rigoroso ordine alfabetico.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Un
enorme serpente multicolore di uomini e donne di ogni razza, preceduti
dai rispettivi portabandiera, ha lentamente percorso l'intero perimetro
interno dello stadio, tra gli applausi del pubblico festante.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Quasi
quattromila gli atleti in gara, famosi e sconosciuti, di nazioni grandi
e piccole; per un giorno hanno sfilato insieme, dimenticando le
rivalità politiche e i conflitti bellici per confrontarsi solo sul piano
sportivo.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Tra
i protagonisti più attesi lo squadrone tedesco, dominatore dei giochi
di Berlino con 33 ori, capitanato dal campione di salto in lungo Luz
Long.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWDeS0ZgClnyTsbiMiy5uL-OSoDYpHhMio-TNfzGqKbMuiXWaVfTNT1xdUAFS3Um-F2IY8cPlLE-2wMZZ73xolT6zluShTsoA34YaxXmStuYUnNzIro_KwpEerBaVZIP_5MBisdqGSr5c/s1600/Olimpiadi_Tokyo_1964.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWDeS0ZgClnyTsbiMiy5uL-OSoDYpHhMio-TNfzGqKbMuiXWaVfTNT1xdUAFS3Um-F2IY8cPlLE-2wMZZ73xolT6zluShTsoA34YaxXmStuYUnNzIro_KwpEerBaVZIP_5MBisdqGSr5c/s1600/Olimpiadi_Tokyo_1964.png" /></a>Un
grande atleta in cerca di riscatto, dopo aver perso l'oro olimpico nel
salto in lungo dietro a un immenso Jesse Owens, vera stella di Berlino
con i suoi quattro ori olimpici e oggi alfiere della agguerrita squadra
statunitense. Tutti i riflettori presto saranno puntati sulla nuova
sfida tra Long e Owen, con il ragazzo nero di Cleveland, oggi favorito,
dopo un'impresa sportiva eccezionale e un record che certamente resterà a
lungo imbattuto.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Grandi
le aspettative anche nei riguardi degli altri paesi che hanno ben
figurato nella scorsa edizione, guadagnando più di una medaglia d'oro:
Stati Uniti (24), Ungheria (10), Finlandia e Francia (7), Svezia,
Giappone e Olanda (6), Gran Bretagna e Austria (4), Cecoslovacchia (3),
Argentina, Estonia ed Egitto (2).</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">La
squadra azzurra, capitanata da Trebisonda "Ondina" Valla, prima donna
italiana a vincere un oro olimpico, si presenta con un gruppo
agguerrito.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Giulio
Gaudini, Edoardo Mangiarotti e Franco Riccardi gli atleti di punta
della scherma con all'attivo due ori individuali e due a squadre.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">La
nazionale di calcio di Vittorio Pozzo, Campione Olimpica a Berlino 1936
e Campione del Mondo nel '34 e '38, che punta a realizzare una
doppietta storica. Ulderico
Sergo, oro a Berlino nella boxe — pesi gallo e Romeo Neri, oro nella
ginnastica nel 1932, tornato in squadra dopo un brutto infortunio. E poi
le squadre di vela, atletica, canottaggio, ciclismo e tanti altri.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Ultimo
per cerimoniale è stato il Giappone in quanto squadra del paese
organizzatore, accolto da una vera e propria ovazione sotto lo sguardo
compiaciuto dell'imperatore Hirohito, circondato dalla famiglia
imperiale e dai più alti dignitari. In onore degli atleti e delle
personalità presenti, al termine della sfilata alcune giovani, vestite
con costumi bianchi e rossi sono entrate lentamente sul campo di gioco,
spargendo petali di rosa.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Giunte
al centro del diamante si sono posizionate in modo da comporre la
bandiera nazionale, applaudita con grande calore dal solitamente
compassato pubblico giapponese.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Ha
quindi preso la parola il primo ministro Fumimaro Konoe, che ha prima
accolto gli atleti con un breve discorso di benvenuto e poi recitato la
formula per l'apertura ufficiale dei giochi.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Finalmente
ha fatto il suo ingresso la torcia olimpica, accesa qualche mese fa a
Olimpia in Grecia, patria delle Olimpiadi; la fiaccola era passata di
mano in mano da atleti e gente comune di varie nazioni, percorrendo
mezza europa in una estenuante e suggestiva staffetta prima di essere
trasportata via nave fino in Giappone.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Nel
porto di Yokohama l'atleta tedesco Fritz Schilgen, ultimo tedoforo a
Berlino 1936, aveva consegnato la torcia ai colleghi giapponesi che
avevano continuato la corsa per le principali città del paese del Sol
Levante. L'ultimo tedoforo, Sohn Kee-chung, trionfatore nella gara della
maratona a Berlino, è salito da solo verso il grande braciere per
accendere la fiamma olimpica, che arderà per tutta la durata della
competizione sportiva, come nell'antico rituale greco.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Al
termine del discorso sono stati liberati alcuni colombi, simbolo di
pace e consegnati a tutti i portabandiera degli uccelli della pace
origami, veri capolavori realizzati con fogli di carta piegata in
maniera sapiente.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">In
rappresentanza dei componenti di tutte le squadre in gara, un atleta
della nazionale svedese ha infine pronunciato il giuramento olimpico,
una formula ispirata all'antico rituale greco, in rappresentanza di
tutte le squadre.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Dopo questo suggestivo momento, è stato avviato il programma artistico, tenuto rigorosamente segreto fino all'ultimo istante.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Il
momento è stato aperto da migliaia di figuranti vestiti con il
caratteristico kimono che hanno fatto ingresso all'interno del campo di
gioco, posizionandosi attorno alla bandiera, e si sono esibiti in danze e
canti gagaku, accompagnate da strumenti tradizionali.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Un
ritmo lento, scandito dai tamburi taiko e dai suonatori di biwa e
strumenti a fiato ha incantato il pubblico giapponese e i numerosi
spettatori stranieri, portandoli in un mondo di sogno. Perfetto il
sincronismo dei danzatori, come mossi da un unico filo.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">A
seguire hanno fatto ingresso centinaia di allievi delle scuole di arti
marziali giapponesi, che, sotto gli occhi attenti dei loro istruttori,
si sono esibiti in spettacolari dimostrazioni dei kata, simulazioni
incruente derivate dalle antiche tecniche di lotta giapponesi.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Per
concludere i figuranti hanno composto dei suggestivi quadri animati,
ripercorrendo velocemente la storia dell'impero nipponico, dalle
origini, al periodo dei samurai e degli shogun fino ad arrivare al
periodo Sho-wa dell'Imperatore Hirohito. Spettacolari, ma forse poco
comprensibili da un pubblico non giapponese, anche per la velocità del
susseguirsi delle rappresentazioni sceniche.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Una
macchina organizzativa perfetta, frutto di una lunga preparazione e
della proverbiale dedizione del popolo giapponese, che ha positivamente
impressionato tutte le delegazioni straniere.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Non è difficile immaginare che questa olimpiade passerà alla storia come un evento irripetibile.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif"><br /></span></div><div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif">Nota<br /></span><div style="text-align: left;">
<i><span face="Verdana,sans-serif">Le Olimpiadi che si sarebbero dovute svolgere a Tokyo nel 1940 e che non
videro mai la luce del sole a causa della guerra mondiale che
contrapponeva una moltitudine di nazioni europee e orientali sarebbero
sicuramente state uno dei più grandi eventi sportivi del secolo appena
concluso. </span></i><br />
<i><span face="Verdana,sans-serif">Non
sapremo mai cosa sarebbe avvenuto, quali sarebbe stati i risultati
storici che l'avrebbero contraddistinta, nè quali nuovi campioni avrebbe
forgiato; ci piace immaginare che sarebbe stata una grande
competizione, un evento capace di unire genti e culture, dove la
battaglia aveva come unico scopo il potersi cingere di una medaglia, in
contrapposizione a ben più cruente battaglie che da lì a poco avrebbero
fatto scorrere fiumi di sangue in ogni angolo del pianeta, una follia
che solo il genere umano poteva partorire. </span></i></div><br /></div><div style="text-align: left;"><span face="Verdana,sans-serif"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif"><br /></span>
<br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_rEqyFzoqBydAYwZkxpaKVVsSq_GHzCwtAxzKE19ellLTL3mR-NPjVaI7kV3ifLXhvuPTB9yg_vwu32h9PUPy4IPh7Ly6mSuwOgB1IXvXzX8aK7fV0Q02cBvJ_HDDTXa6ey22nX0O2uY/s650/Testatina+-+racconto+%2528Storie%252C+Romanzi+e+novelle%2529+copia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="650" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_rEqyFzoqBydAYwZkxpaKVVsSq_GHzCwtAxzKE19ellLTL3mR-NPjVaI7kV3ifLXhvuPTB9yg_vwu32h9PUPy4IPh7Ly6mSuwOgB1IXvXzX8aK7fV0Q02cBvJ_HDDTXa6ey22nX0O2uY/s320/Testatina+-+racconto+%2528Storie%252C+Romanzi+e+novelle%2529+copia.jpg" width="320" /></a></div><br />
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif"><br /></span></div><div style="text-align: left;">
<span face="Verdana,sans-serif"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<br /><br /><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-22193145571333541802021-06-02T16:43:00.033+02:002022-02-03T18:38:40.402+01:0040 anni senza Rino<div style="text-align: center;"></div><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9L_BQr3pL8gTnHr0cwl6VSQtxMFRPPWzNCf1BqnhTcogrIGO_h2hCbxI6ljoTxCEC2gjE46mUApJa3WKaXRzI3P0Jc_2E4hOysRUIAE19du_WSH4-ZvqOWDNeghrxtKTYt-aoMDqeewg/s750/rino_gaetano_fg.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="750" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9L_BQr3pL8gTnHr0cwl6VSQtxMFRPPWzNCf1BqnhTcogrIGO_h2hCbxI6ljoTxCEC2gjE46mUApJa3WKaXRzI3P0Jc_2E4hOysRUIAE19du_WSH4-ZvqOWDNeghrxtKTYt-aoMDqeewg/s320/rino_gaetano_fg.jpg" width="320" /></a></div>Oggi sono 40 anni che Rino Gaetano non c'è più e in tanti stanno omaggiando il geniale artista, scomparso in un terribile incidente stradale il 2 giugno 1981 a soli 31 anni, con articoli e iniziative varie. Difficile dire qualcosa di nuovo, che già non sia stato scritto.<br />Avevo 12 anni quando Rino ci ha lasciati, conoscevo le sue canzoni più note: "Gianna", "Nuntereggae più", "Berta filava", "Nel letto di Lucia", "Spendi Spandi effendi" e poche altre. La mia preferita era "E io ci sto", insieme ad "Ahi Maria" ed "E cantava le canzoni". </div><div>Allora "Il cielo è sempre più blu" la trovavo troppo lunga, un po' noiosa, non a caso poi l'hanno divisa in due parti.<br />Dopo la sua morte per parecchi anni non si è più parlato di lui, le radio ignoravano i suoi brani. Nei negozi di dischi era difficile trovare i suoi dischi. Anche tra i miei amici solo in pochi ricordavano Rino Gaetano, i più conoscevano solo "Gianna", i più giovani neanche quella. <br />Sembrava che Rino fosse destinato a finire nel dimenticatoio, come tanti artisti scomparsi di cui oggi si parla poco, penso a Ivan Graziani, Pierangelo Bertoli e recentemente Mango.<br />Solo dopo una decina d'anni ho potuto finalmente ascoltare la prima raccolta, intitolata "Gianna e le altre" che conteneva i brani più noti, più gli inediti "Solo con io" e "Le beatitudini".</div><div></div><div>Rino cantava «penso che fra vent'anni finiranno i miei affanni» e solo a vent'anni dalla sua morte è cominciata la riscoperta dei suoi brani, anche grazie all'uscita di "La storia", un doppio cd che in 24 tracce racchiudeva i brani più popolari tratti dai suoi album.<br />Qualche anno fa è uscito in edicola il cofanetto "Parola di Rino", forse la raccolta più completa vista finora, che raccoglie in 10 cd i sei album originali, una registrazione tratta dal concerto del 1977 con i Crash a San Cassiano di Lecce e varie demo e inediti. La raccolta si conclude con il CD "Dalla parte di Rino", che raccoglie gli omaggi di altri artisti che hanno voluto cimentarsi con le sue canzoni ironiche e graffianti, ma dense di significato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb7RbmKUQwQxPD92Ung_lqyvM4mxSr4UGgwMrYPaKTu3d5SFrKjxx3qMFVRV0hYDkhr5ZPIVVCs9b32FT27Mni-3i-T9rzETz2fajuJCvit9bDUdo4Xj5oA5KEOtuAKCNcljAEmlpyya4/s992/WhatsApp+Image+2021-05-22+at+09.39.34.jpeg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="992" data-original-width="756" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb7RbmKUQwQxPD92Ung_lqyvM4mxSr4UGgwMrYPaKTu3d5SFrKjxx3qMFVRV0hYDkhr5ZPIVVCs9b32FT27Mni-3i-T9rzETz2fajuJCvit9bDUdo4Xj5oA5KEOtuAKCNcljAEmlpyya4/s320/WhatsApp+Image+2021-05-22+at+09.39.34.jpeg" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">A fine mese uscirà la nuova raccolta intitolata "Istantanee e tabù"
che ripropone le sue canzoni più rappresentative e materiali inediti
come brano «Io con lei». <br /><br /></div><div style="text-align: left;">Un omaggio doveroso per questa ricorrenza, che ha ricevuto anche qualche
critica perché considerata l'ennesima operazione commerciale che non
propone niente di nuovo sull'artista. Dopo tanti anni, a parte qualche
nastro ormai corroso dal tempo credo sia difficile poter proporre
qualcosa di nuovo rispetto alle varie antologie che raccolgono i sei
album usciti tra il 1974 e il 1980 e altri materiali inediti, ma credo
sia importante far conoscere Rino anche alle nuove generazioni,
riproporre tutta la sua discografia, non solo i brani più conosciuti.<h2>Iniziative 2021<br /></h2><br /><b>#rinogaetanoday2021</b><br />Il 2 giugno sarà trasmesso in streaming il concerto della «Rino Gaetano Band", organizzato da Anna e Alessandro Gaetano per la XI edizione del «Rino Gaetano day», trasmesso in streaming a partire dalle 18.30 circa sulla pagina Facebook della «Rino Gaetano Band», sul loro canale YouTube e on air su Radio Italia Anni 60 Roma FM 100.5.<br /><br /><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0toR-Hr7C-rQ9x_1tELEsdmJ25MxrJH227lBDlwPJPX5jITrMEsaw0kCA-dv5fyrgUb2BnSo1hoL-D87fhbMNhveHKjlrypuGl7n5-V5UqXT100xZPnp_e9ba7BBfnU_AFN2WDH0q-HE/s960/WhatsApp+Image+2021-05-29+at+14.55.37.jpeg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="678" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0toR-Hr7C-rQ9x_1tELEsdmJ25MxrJH227lBDlwPJPX5jITrMEsaw0kCA-dv5fyrgUb2BnSo1hoL-D87fhbMNhveHKjlrypuGl7n5-V5UqXT100xZPnp_e9ba7BBfnU_AFN2WDH0q-HE/s320/WhatsApp+Image+2021-05-29+at+14.55.37.jpeg" /></a></div><br />Raccontami di Rino!</b><br />Il 2 giugno presso il Centro Sociale Brancaleone di Roma Carolina e Pierluigi Germini presenteranno il loro libro Raccontami di Rino!". Modera Nicola Sisto. </div><div style="text-align: left;">A seguire concerto dei "Ciao Rino", storica coverband che da anni porta in tutta Italia le sue canzoni.<br /><br /><b>Istantanee e Tabù</b><br />Uscirà il 25 giugno la raccolta «Istantanee e Tabù" (Sony Music), realizzata in collaborazione con Anna ed Alessandro Gaetano per celebrare il quarantennale della scomparsa dell'artista calabrese. </div><div style="text-align: left;">Sarà disponibile nei formati quadruplo LP nero 180 gr in edizione limitata numerata (con 40 brani), doppio LP in pasta colorata (con 20 brani) e doppio CD (con 37 brani), tutti arricchiti da un libretto curato da Paolo Maiorino. La copertina è stata realizzata da Nazario Graziano.<br /></div><br /><div style="text-align: left;"><h2>Discografia</h2></div><div style="text-align: left;"><b>Album in studio</b><br />1974 – Ingresso libero (It ZSLT 70024)<br />1976 – Mio fratello è figlio unico (It ZSLT 70029)<br />1977 – Aida (It ZPLT 34016)<br />1978 – Nuntereggae più (It ZPLT 34037)<br />1979 – Resta vile maschio, dove vai? (RCA Italiana PL 31449)<br />1980 – E io ci sto (RCA Italiana PL 31539)</div><div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuLkL_pD0lcS4cDoA16fOyeFaE1rvwZu4ZG-SxUBuL1wwdF_B9bn9yx-gekx56aHIT-uc39H93J4ezGvVweRHeEfCPhXjevx224KqSpnpBcVgoKImCopmsuQNLoehhbqyEvtIxIRxAWtQ/s1320/WhatsApp+Image+2021-05-22+at+09.31.45.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="742" data-original-width="1320" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuLkL_pD0lcS4cDoA16fOyeFaE1rvwZu4ZG-SxUBuL1wwdF_B9bn9yx-gekx56aHIT-uc39H93J4ezGvVweRHeEfCPhXjevx224KqSpnpBcVgoKImCopmsuQNLoehhbqyEvtIxIRxAWtQ/w320-h163/WhatsApp+Image+2021-05-22+at+09.31.45.jpeg" width="320" /></a></div><b> </b></div><div style="text-align: left;"><b> Link utili</b><br /><ul style="text-align: left;"><li><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Rino_Gaetano">https://it.wikipedia.org/wiki/Rino_Gaetano</a></li><li><a href="https://www.adnkronos.com/rino-gaetano-oggi-il-rinogaetanoday2021-per-lomaggio-al-cantautore_6lmgeqlLt6D4IespzSoKtZ">https://www.adnkronos.com/rino-gaetano-oggi-il-rinogaetanoday2021-per-lomaggio-al-cantautore_6lmgeqlLt6D4IespzSoKtZ</a></li><li><a href="https://www.corriere.it/spettacoli/cards/rino-gaetano-40-anni-senza-cantautore-racconto-sue-ultime-ore/eredita-musicale_principale.shtml">https://www.corriere.it/spettacoli/cards/rino-gaetano-40-anni-senza-cantautore-racconto-sue-ultime-ore/eredita-musicale_principale.shtml</a></li><li>https://liberidiscrivere.com/2020/12/07/rino-gaetano-e-la-sua-morte-sospetta-nellitalia-dei-misteri-un-intervista-a-bruno-mautone-a-cura-di-nicola-vacca<br /><br /></li></ul><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHBYJgZUZlgfMTdHtqH0vAfi_zXwq1ub3StXJGZzxmFmCokEtKxx_n_FMVYEb4KNWnXxUL74gv_08pBTjyqtr4ylRD5vvjYJ2Yhj2PmmklVT6hMdABBzXoYsfoX4QbvVDIrsZ4PJccFyw/s650/Testatina+-+eventi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHBYJgZUZlgfMTdHtqH0vAfi_zXwq1ub3StXJGZzxmFmCokEtKxx_n_FMVYEb4KNWnXxUL74gv_08pBTjyqtr4ylRD5vvjYJ2Yhj2PmmklVT6hMdABBzXoYsfoX4QbvVDIrsZ4PJccFyw/s320/Testatina+-+eventi.jpg" /></a></div><p> </p><p> </p><p> </p><p></p></div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnmLmjQFa9W60VaVsbtdLPRzkQRPrzIHyMALDp_NWIGeYnz3oASuVVejj9sckgsSMOcvGsKgKX1TvCCNGQX0J0WzU-4Spwb0A8xKjWJcyN_XNvhJG8Y0MOrPp7RX1ZHocd8FuWfiTd-2o/s960/WhatsApp+Image+2021-05-29+at+14.55.37.jpeg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"> </a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnmLmjQFa9W60VaVsbtdLPRzkQRPrzIHyMALDp_NWIGeYnz3oASuVVejj9sckgsSMOcvGsKgKX1TvCCNGQX0J0WzU-4Spwb0A8xKjWJcyN_XNvhJG8Y0MOrPp7RX1ZHocd8FuWfiTd-2o/s960/WhatsApp+Image+2021-05-29+at+14.55.37.jpeg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"> </a></div></div><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-85346632225632355452021-04-18T16:59:00.002+02:002022-02-03T12:30:52.570+01:00Custodi della Luce (Allison Wade)<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"><span style="font-style: italic;"></span></p><i><br />Qualche anno fa ho avuto il privilegio di leggere in anteprima la prima versione di «Custodi della Luce». Una storia avvincente che ho subito apprezzato, pur non essendo un appassionato di fantasy, ma di cui finora non avevo ancora scritto niente. Approfitto dell'uscita di questa nuova versione «riveduta e corretta» per colmare questa lacuna.</i><p></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"><br /></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"><br /></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVTBf-spHF7R-XONIcYcXOS7QumNbfo-D1YTmNnsbwFJq4NHXVy9i8SsEOdtA0ySYNiTrVMgVyRZ705dYRAkCgGVY-AvW4DU0dNxXDgLAbRJ0wMrv8HlXlIUR0UuQedVsM_W4Pxt4B_UE/s500/517XMV5-2QL.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="337" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVTBf-spHF7R-XONIcYcXOS7QumNbfo-D1YTmNnsbwFJq4NHXVy9i8SsEOdtA0ySYNiTrVMgVyRZ705dYRAkCgGVY-AvW4DU0dNxXDgLAbRJ0wMrv8HlXlIUR0UuQedVsM_W4Pxt4B_UE/w270-h400/517XMV5-2QL.jpg" width="270" /></a></div><br /><p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"><br /></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">«Custodi della Luce» è la prima parte della trilogia fantasy di Allison Wade, incentrata sul «Fiore Eterno», che regola le sorti dell’Impero Bluand grazie ai poteri dei Custodi, ma soprattutto al delicato equilibrio, all'armonia che si crea tra di loro.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Un testo che ritorna oggi in una nuova veste, in gran parte rielaborata e riscritta, quasi un nuovo romanzo, pur mantenendosi fedele all'idea originale.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Sono stati modificati i nomi di alcuni personaggi, riscritte e aggiunte alcune scene, rivista la scansione temporale della narrazione, ora più lineare e semplice da seguire senza il rischio di perdersi tra le vicende dei tanti personaggi. </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Un lungo lavoro di rielaborazione che ha costretto a sacrificare alcune parti o a riordinarle in modo diverso fino ad arrivare a quella che aspira a essere la versione definitiva.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Le vicende si svolgono nell'Impero Bluand, un mondo immaginario disegnato sapientemente ricalcando e mescolando insieme luoghi, nomi, lingue e caratteristiche di popoli reali. In apertura è presente anche una mappa dell'Impero Bluand, utile per orizzontarsi durante gli spostamenti dei personaggi tra i vari regni. </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">La narrazione è suddivica in quattro «macrocapitoli» denominati «Mej», «Wodr», «Geb», «Sohwl», dedicati rispettivamente ai quattro elementi «Fuoco», «Acqua», «Terra» e «Cielo».</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Tutto comincia il giorno 18 del Terzo mese dell'anno 665 dell'Era Bluand. Sul trono imperiale siede Christopher Bluand, salito al trono giovanissimo dopo l'uccisione violenta dei suoi genitori e la misteriosa scomparsa dei Custodi, prescelti incaricati di mantenere l'equilibrio dell'Impero. </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Ognuno di loro ha un potere speciale, associato ad una pietra e a una stella di diverso colore che compare sul suo volto quando libera il suo potere. Insieme formano il Consiglio dei Sette, che assiste l'Imperatore nella guida dell'Impero: Custode della Vita e della Morte, Custode del Dovere, Custode del Tradimento, Custode della Fede, Custode della Libertà, Custode dell’Amore, Custode dell’Odio. </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Sono trascorsi dieci anni dalla tragica fine dell'imperatore Leif Bluand e di sua moglie Lilian di Lox; nella Città Imperiale si sta per riunire l'Alto Consiglio, l'assemblea dei rappresentanti di tutti i regni alla presenza dell'Imperatore. Un'antica profezia preannuncia che presto i nuovi Custodi si manifesteranno, ma nessuno sa chi siano, dove e quando faranno la loro comparsa. </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Fino a quando a Dalswol, un villaggio a mezza giornata di cammino dalla Città Imperiale…</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"><br /></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Difficile andare oltre nel racconto senza rischiare di «spoilerare», di rivelare più del dovuto ai lettori, privandoli del piacere di addentrarsi passo passo nella storia, immedesimandosi nei protagonisti, inizialmente quasi degli «eroi per caso», inconsapevoli del loro destino e dei pericoli presenti sul loro cammino, di colpo catapultati in un percorso iniziatico di accettazione del loro nuovo ruolo e di comprensione del potere nelle loro mani.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">La scrittura di Allison Wade negli anni è maturata, rinunciando a volte ad alcune descrizioni esplicative che potevano risultare ridondanti e concentrandosi più sulla storia. I personaggi sono tratteggiati con cura, senza esagerare nelle caratterizzazioni. Impariamo a conoscere pian piano il loro carattere, la loro storia, il mistero che avvolge alcuni di loro, nel corso della narrazione. </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Molto realistiche le scene di azione, soprattutto i combattimenti che danno l'illusione di essere al centro della mischia. </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">La lettura scorre rapidamente. Quando un libro ti prende così, e dimentichi tutto il resto per andare avanti vuol dire che è ben scritto. E che vale la pena di leggerlo</p>
<p align="justify" style="-qt-block-indent: 0; -qt-paragraph-type: empty; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"><br /></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"><br /></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgky1GbBVpFmWfGh1Xd3BlFvPOpA3BLRMsFKPXGKMbA7EOfpnSa3U2DVTZ7m5LRgfx2K3NvuRBMJOrLm7irlITqt6jpHFqbwoUHpkyKXESlSIRaTpnQAyIEqO2C1gppaajEr0AbXdD1Zt0/s1600/strip+colori.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="4" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgky1GbBVpFmWfGh1Xd3BlFvPOpA3BLRMsFKPXGKMbA7EOfpnSa3U2DVTZ7m5LRgfx2K3NvuRBMJOrLm7irlITqt6jpHFqbwoUHpkyKXESlSIRaTpnQAyIEqO2C1gppaajEr0AbXdD1Zt0/s320/strip+colori.png" width="320" /></a></div>
<br />
<div>
<b>Titolo: </b>Custodi della Luce </div><div><b>Autore: Allison Wade<br /></b></div><div><b>Serie:</b> Il Fiore Eterno 1<br /></div>
<div>
<b>Traduttore:</b> -</div>
<div>
<b>Editore: </b>Amazon<b><br /></b></div>
<div>
<b>ISBN:</b><span content="isbn:9788854147751" itemprop="identifier"><b> </b></span><span class="a-list-item"><span>979-8738583360</span></span> </div>
<div>
<span content="isbn:9788854147751" itemprop="identifier"><b>ASIN</b>: </span><span class="a-list-item"><span>B08ZV8C8B2</span></span></div><div><span class="a-list-item"><span><b>Scheda cartaceo</b>: <a href="https://www.amazon.it/Custodi-della-Luce-Fiore-Eterno/dp/B092P76K52/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1618680593&sr=1-1">Amazon</a></span></span></div><div><span class="a-list-item"><span><b>Pagine: </b>418<br /></span></span></div>
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<b>Scheda ebook:</b> <a href="https://www.amazon.it/Custodi-della-Luce-Fiore-Eterno-ebook/dp/B08ZV8C8B2/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=custodia+della+luce&qid=1618680593&s=digital-text&sr=1-1" target="">Amazon</a> <br />
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<p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Per secoli il Fiore di Luce ha regolato gli equilibri dell’Impero Bluand. A ogni generazione nuovi Custodi sono scelti per proteggere le pietre sacre e padroneggiare i loro incredibili poteri. Ma non tutti sanno reggere allo stesso modo il peso del destino, ed è facile deviare dalla via della Luce. Dieci anni fa il cerchio si è spezzato, e il vero potere è rimasto nascosto. Ma ora è giunto il momento per un nuovo equilibrio. È giunto il momento che i nuovi Custodi si risveglino e rimettano a posto le cose.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Fuoco e Acqua, Terra e Cielo. Uguali e opposti. Otto sono i prescelti dalle Costellazioni. Giunti da ogni parte dell’Impero, sono destinati a incontrarsi per ritrovare ciò che era andato perduto e scongiurare l’oscura minaccia che si stende sul Mondo di Luce.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgky1GbBVpFmWfGh1Xd3BlFvPOpA3BLRMsFKPXGKMbA7EOfpnSa3U2DVTZ7m5LRgfx2K3NvuRBMJOrLm7irlITqt6jpHFqbwoUHpkyKXESlSIRaTpnQAyIEqO2C1gppaajEr0AbXdD1Zt0/s1600/strip+colori.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="4" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgky1GbBVpFmWfGh1Xd3BlFvPOpA3BLRMsFKPXGKMbA7EOfpnSa3U2DVTZ7m5LRgfx2K3NvuRBMJOrLm7irlITqt6jpHFqbwoUHpkyKXESlSIRaTpnQAyIEqO2C1gppaajEr0AbXdD1Zt0/s320/strip+colori.png" width="320" /></a></div><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;">Recensione pubblicata anche su Braviautori il 18/04/2021<br /><a href="https://www.braviautori.com/book_adama-e-tonio-un-amicizia-senza-confini.html">https://www.braviautori.it/book_custodi-della-luce.html</a></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJLFO5RRQJLbFylrbTwELYiNtITN2AZHsJoA85AYRaux9wRxsPAmcur3I9Z93KyVt0JW0pa0haRxZYJl-gj8kA5h_SHBnxuWz9du2hippt2IZXRBl3wFfhBqD0S3F-IETB66G-5ax2e6M/s650/Testatina+-+recensioni+2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="650" height="60" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJLFO5RRQJLbFylrbTwELYiNtITN2AZHsJoA85AYRaux9wRxsPAmcur3I9Z93KyVt0JW0pa0haRxZYJl-gj8kA5h_SHBnxuWz9du2hippt2IZXRBl3wFfhBqD0S3F-IETB66G-5ax2e6M/w400-h60/Testatina+-+recensioni+2.jpg" width="400" /></a></div><p style="-qt-block-indent: 0; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px; text-indent: 0px;"> <br /></p><p></p></div><p><style type="text/css">p, li { white-space: pre-wrap; }</style></p><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-54188465632506198062020-09-12T19:11:00.009+02:002020-09-14T18:26:05.521+02:00poesia Il sorriso di Willy<p><i>In genere non scrivo poesie "a tema", anzi da qualche anno avevo smesso di scrivere poesie, ma non ho potuto fare a meno di aggiungere anche la mia voce alle tante che hanno espresso cordoglio per la barbara uccisione di </i><i>Willy Monteiro Duarte, morto a 21 anni la notte del 5 settembre 2020 a Colleferro.</i></p><p><i></i></p><br><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiXlIAsoBq29i6q6nVRnoxZ0DLbuoyxfRsH7LsLCeJ7dBiioZZey-N19jBeNw3Gx3DXBXUHtjbQTtvY6DDGeBcnJzIAxIelEK7R6795_JSsRo4bQjBbUfii7yjWEuuhGStoui8Iou24pQ/s310/foto+Willy+Monteiro+Duarte.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="223" data-original-width="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiXlIAsoBq29i6q6nVRnoxZ0DLbuoyxfRsH7LsLCeJ7dBiioZZey-N19jBeNw3Gx3DXBXUHtjbQTtvY6DDGeBcnJzIAxIelEK7R6795_JSsRo4bQjBbUfii7yjWEuuhGStoui8Iou24pQ/s0/foto+Willy+Monteiro+Duarte.jpg"></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Willy Monteiro Duarte</i></td></tr></tbody></table><br><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Balordi senza testa e senza cuore</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">fermaron con violenza il tuo candore,</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">col tuo sorriso dolce e disarmante</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">li affrontasti col cuore di un gigante.</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Eri solo e forse spaventato, </span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">ma il tuo passo non ha mai arretrato</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">per dimostrare a quei cani rabbiosi</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">che l'amore è più forte dei soprusi.</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-size: medium;">Ti hanno ucciso senza una ragione.</span> <br></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">per fare sfoggio di cieca violenza</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">laddove conta solo l'apparenza</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">e la vigliaccheria di chi si crede forte</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">predando in branco e dando morte</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">a chi alle sue regole si oppone</span><span style="font-size: medium;">.</span><br></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Quattro bestie scatenate e senza ritegno</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">che d'esser uomini persero ogni segno</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">hanno spento quel giorno la tua vita,</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">ma il tuo coraggio ha scaldato i nostri cuori</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">mostrando che si può affrontare la partita</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">senza sfogare paure, odi e rancori.</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Riposa Willy e vola in Paradiso,</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">per qualche giorno simbolo di un paese indiviso.</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">Domani forse ogni clamore sarà spento</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">e anche il tuo nome da noi dimenticato,</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">ma oggi voglio dirti con orgoglio</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">è questa umanità quella che voglio. <br>(Giovanni Capotorto)<br><br></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6hqSnw6fFVh0fiP4aUqNQGPQ4o4yA7W6BMFzeKpipm56zFWV4jmxyex5rKyr-HatZ1vCncjS5VVuUJ9NP6UlmhNBPrOiJR7idD1ZVXQ9RsXuTeDwYB5YnT6zy3tJpAM4-YJANQM4SawE/s304/striscione+giustizia+per+Willy.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="166" data-original-width="304" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6hqSnw6fFVh0fiP4aUqNQGPQ4o4yA7W6BMFzeKpipm56zFWV4jmxyex5rKyr-HatZ1vCncjS5VVuUJ9NP6UlmhNBPrOiJR7idD1ZVXQ9RsXuTeDwYB5YnT6zy3tJpAM4-YJANQM4SawE/s0/striscione+giustizia+per+Willy.jpg"></a></div><br></div><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-15825823683752471942020-08-06T16:40:00.013+02:002021-04-20T10:01:14.509+02:00Ricordando Maria Bozza
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"></p><br /><p></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMgrKgNl0L3y8aIdvAjyqeQ8fv-7vtq75Nyx3oDzzL5O15-jWWPseeFqAdUjMtHoERJzVHux8mChVY67KY8TmizfhWyBNCjqvD2iTMAujdIGkKj9vwfK64JC2VSzCIqmnLZHKSHAefB5M/s800/01+gennaio.jpg" style="display: block; margin-left: 1em; margin-right: 1em; padding: 1em 0px;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMgrKgNl0L3y8aIdvAjyqeQ8fv-7vtq75Nyx3oDzzL5O15-jWWPseeFqAdUjMtHoERJzVHux8mChVY67KY8TmizfhWyBNCjqvD2iTMAujdIGkKj9vwfK64JC2VSzCIqmnLZHKSHAefB5M/w328-h246/01+gennaio.jpg" width="328" /></a></div>Sono ormai trascorsi cinque anni da quando la nostra amica Maria Bozza ci ha lasciati, lasciando in tutti noi un grande vuoto. Cinque anni e ancora non riesco a scrivere due righe su di lei. Ci ho provato tante volte; poi mettevo da parte il testo perché mi sembrava incompleto, troppo distante da quello che Maria è stata per me e per tutti quelli che l'hanno conosciuta. <p></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Forse è solo un modo per esorcizzare la sua perdita, per non voler accettare la sua morte, il non poterla più avere vicina fisicamente.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Ancora oggi, ascoltando certe notizie sugli «ultimi», mi viene spontaneo pensare a lei, l'istinto mi porterebbe a telefonarle o a mandarle un messaggio per avvisarla, per condividere la notizia con lei e ascoltare il suo parere, come facevamo spesso.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ9C5-9CpwOBKXjGHOYf2bL7d4kjL2NKn_3YQfInqFffLumUYH_s0Sb2SbCIxWp3ajf38B3mR75cvYRmIe7iZwaIyiVfua_fE731Kp-nrTgauYI_pBmFNVPUaixhU2-jcUFCHOTukx8mo/s2048/07+luglio.jpg" style="display: block; margin-left: 1em; margin-right: 1em; padding: 1em 0px;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ9C5-9CpwOBKXjGHOYf2bL7d4kjL2NKn_3YQfInqFffLumUYH_s0Sb2SbCIxWp3ajf38B3mR75cvYRmIe7iZwaIyiVfua_fE731Kp-nrTgauYI_pBmFNVPUaixhU2-jcUFCHOTukx8mo/w384-h512/07+luglio.jpg" width="384" /></a></div><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Ricordo il nostro primo incontro, grazie ad amici comuni che mi avevano coinvolto in un percorso per costituire anche a Gioia un gruppo della Comunità di Sant'Egidio, la sua vita, a cui ha dedicato fino all'ultimo tutte le sue energie.
</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Per tutti lei era «Maria della Comunità di Sant'Egidio», come usava presentarsi, entrando subito in empatia con chiunque, anche chi era lontano da ogni percorso di fede o viveva un diverso credo politico o religioso. Anche a Gioia molti la conoscono semplicemente così e forse ricordano ancora il suo sorriso.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Ho scoperto il suo cognome solo in seguito, quando abbiamo avviato un primo contatto via mail e poi telefonicamente. Abbiamo anche scherzato sul suo cognome «Bozza», che sembrava in linea con i miei sogni di scrittore esordiente. Un percorso che lei ha condiviso in parte, leggendo i miei articoli sulla Comunità sul bollettino parrocchiale «alternativo», «La Porta Celeste», che in quegli anni curavo in parallelo a quello ufficiale. Tante volte mi aveva anche consigliato di propormi a qualche giornale locale, a cercare di far fruttare il mio talento per la scrittura, anche economicamente, mettendo da parte le altre collaborazioni gratuite che sottraevano solo tempo alla mia attività letteraria.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Purtroppo non ho mai avuto modo di donarle i libri che ho poi finalmente pubblicato; a volte mi chiedo se le mie parole avrebbero potuto aiutarla a non sentirsi sola nel suo ultimo percorso. </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Il trasferimento a Policoro dopo il matrimonio con Bruno, la nascita delle sue bambine, poi la malattia, unite alla mia scarsa propensione agli spostamenti ci hanno impedito di poterci rivedere di persona negli ultimi anni, non mi hanno permesso di poter seguire da vicino il suo cammino di moglie e di mamma. Ci limitavamo allo scambio di qualche sms e telefonata saltuaria.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">In occasione del mio compleanno anni fa mi rivelò di essere in attesa della seconda bimba; una grande gioia, soffocata qualche mese dopo dal dolore per la sua malattia, che appresi poi da una comune amica, rimanendo senza parole.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu8DRtIAMsXiubTKDzPHgbk9gJJTrPmLSq2p5p1uzQrQKWlheax6-JpVoZKK9YkXXPoqSEQKzAVWIlH9AgzYQlBln84q-EjqAq_R6-TwoXz69bJADoXHAo3Rtef5oTUHEvs2e-3oTsieU/s720/02+febbraio.jpg" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px;"> </a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu8DRtIAMsXiubTKDzPHgbk9gJJTrPmLSq2p5p1uzQrQKWlheax6-JpVoZKK9YkXXPoqSEQKzAVWIlH9AgzYQlBln84q-EjqAq_R6-TwoXz69bJADoXHAo3Rtef5oTUHEvs2e-3oTsieU/s720/02+febbraio.jpg" style="clear: right; display: block; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; padding: 1em 0px;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="540" height="328" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu8DRtIAMsXiubTKDzPHgbk9gJJTrPmLSq2p5p1uzQrQKWlheax6-JpVoZKK9YkXXPoqSEQKzAVWIlH9AgzYQlBln84q-EjqAq_R6-TwoXz69bJADoXHAo3Rtef5oTUHEvs2e-3oTsieU/w246-h328/02+febbraio.jpg" width="246" /></a></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Mi restano di lei le immagini «rubate» da un servizio della RAI sull'iniziativa in favore dei migranti «Fiori per la vita» del maggio 2015, un corteo silenzioso per ricordare le migliaia di vittime dei naufragi, da lei fortemente voluta a Policoro pochi mesi prima della sua morte. </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Immaginarla su una sedia a rotelle, che nel video non si vede, ma si intuisce, sapere che lei non poteva più guidare autonomamente, dopo migliaia di chilometri percorsi per organizzare iniziative, costruire ponti di pace, mi ha molto rattristato, ma nella sua voce sentivo ancora l'entusiasmo, la forza di un tempo. Quasi che il corpo sofferente non riuscisse a contenere la sua enorme energia.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Mi rimane soprattutto il ricordo della nostra ultima telefonata, a lungo cercata, che mi ha permesso di risentire la sua voce e il suo entusiasmo, nonostante tutto; sentirla parlare dei progetti sulla raccolta differenziata nelle scuole e altre cose che aveva in mente di organizzare. Sentire la gioia di esserci finalmente ritrovati, la tristezza per chi l'aveva abbandonata nel periodo della malattia, per chi evitava di andarla a trovare «per ricordarla com'era». Si dice così, spesso, lasciando i malati soli proprio nel momento più difficile. Confesso di aver avuto anch'io difficoltà a ristabilire un contatto, a volta per paura di disturbare il suo difficile percorso, a volte per paura di non sapere cosa dire, di non poterla aiutare. Parlando con lei ho compreso che già parlare poteva essere un grande aiuto; dialogare senza filtri, senza ipocrisie, chiamando per nome la sua malattia, quel tumore che ce l'ha piano piano tolta. È inutile girarci intorno fingere che non ci sia; a volte chi è malato ha anche bisogno di poter guardare in faccia il suo nemico, poterne parlare liberamente per poterlo sconfiggere.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Sicuramente avrei potuto, forse avrei dovuto fare di più, ma Maria ha sempre conosciuto i miei limiti, quelli che mi hanno a volte impedito di impegnarmi in maniera più decisa nel percorso della Comunità, come facevano lei e gli altri amici di Laterza, di Roma, Bari e di ogni parte del mondo.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">In questi anni ho spesso provato a descrivere Maria, a fare un suo ritratto per presentarla a chi non ha avuto modo di conoscerla. Descrivere il suo impegno nella comunità di sant'Egidio a fianco dei poveri, degli anziani, degli stranieri, di chi soffre o sta cercando di ridare un senso alla propria vita. Descrivere il suo impegno nel lavoro e nello studio, la laurea in Filosofia e poi in Scienze Religiose; il suo amore per la famiglia, per suo marito Bruno e le figlie Angelica e Sara Pace. Ne veniva fuori un'immagine quasi «agiografica», forse lontana dalla sua «straordinaria normalità». In realtà Maria parlava poco di sé, della sua vita privata; forse per compensare il suo forte impegno «pubblico», la sua perenne apertura verso gli altri, mantenendo uno spazio privato tutto per sé da riservare solo alle persone più care. </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Descrivere quello che io scherzosamente chiamavo «il metodo Bozza», il suo modo di approcciare le persone sconosciute e avvolgerle con la sua energia, presentando in pochi minuti la storia e le attività della Comunità di sant'Egidio e poi a raffica la proposta del momento. Un modo di fare che forse anche noi abbiamo cercato di copiare malamente, senza capire che l'empatia nasce dal cuore, dal nostro atteggiamento e non dalle parole che usiamo.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6SXORI63_uvNTzFiYzPFouC1JVZlz7GnT9VTlNxt3xn2UK7bHowSejZaG1cilSEspY3dyZyXhIEFOXXg-G69Ad_UKhzikfL0rtuIdQ9ZnJUg1HLfGkzchNISgcbi5-B99FIo_N3JjvD0/s1600/10+ottobre.jpg" style="display: block; margin-left: 1em; margin-right: 1em; padding: 1em 0px;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6SXORI63_uvNTzFiYzPFouC1JVZlz7GnT9VTlNxt3xn2UK7bHowSejZaG1cilSEspY3dyZyXhIEFOXXg-G69Ad_UKhzikfL0rtuIdQ9ZnJUg1HLfGkzchNISgcbi5-B99FIo_N3JjvD0/w410-h307/10+ottobre.jpg" width="410" /></a></div><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Potrei raccontarvi del suo impegno incessante a fianco dei poveri, dei condannati a morte, degli anziani, degli stranieri. Le tante conferenze sul «Vangelo della Pace», i convegni e gli incontri di preghiera per la pace organizzati anche qui a Gioia insieme a Corrado, ruotando tra le varie parrocchie perché nessuno si sentisse escluso e tutti si sentissero parte di questo cammino ecclesiale. Il suo impegno per il «Pranzo di Natale» per i poveri e per un percorso che li seguisse tutto l'anno.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">La scommessa di far aderire Gioia del Colle all'iniziativa «Cities for Life», «Città per la vita contro la pena di morte», che prevedeva l'accensione simbolica di una luce verde per illuminare un monumento ogni 30 novembre e ogni qual volta veniva graziato un condannato a morte o uno stato aboliva la pena di morte. Ci siamo riusciti il 30 novembre 2004, durante l'amministrazione Vito Mastrovito, illuminando il monumento dei Martiri, nei pressi del Castello Svevo. Nei vari cambi di amministrazione avvenuti negli anni successivi è stato piano piano dimenticato l'impegno preso allora dal nostro Comune, che formalmente credo risulti ancora iscritto nella lista delle «Città per la vita». Oggi le luci colorate illuminano il nostro municipio con altri fini e altri costi. </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Gli incontri sul progetto «Dream» contro l'AIDS in Africa e nelle regioni più povere, gli incontri contro la pena di morte in occasione della esecuzione di Dominique Green, il primo condannato a morte con cui la comunità ha attivato una corrispondenza. Per tutti noi ormai quasi un amico, anche se non tutti abbiamo avuto modo di scrivergli, di cui abbiamo seguito con apprensione e poi con tristezza il tragico destino. Gli incontri con Joaquin Josè Martinez, ex condannato a morte negli USA, poi scoperto innocente grazie a nuove testimonianze, presso il liceo scientifico «Ricciotto Canudo»; l'incontro con SueZann Bosler, fondatrice dell'associazione «Journey of Hope», che da anni si batte per salvare dalla pena capitale l'uomo che ha ucciso suo padre e ferito gravemente lei.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">La visita periodica agli anziani ospitati nella allora «Casa di Riposo Padre Semeria», i momenti di preghiera nella cappella della struttura, «il pasto caldo» offerto ai venditori ambulanti accorsi per la festa di san Filippo, progetto poi continuato dal Centro d'Ascolto «Dal Silenzio alla parola» e tante altre iniziative, di cui Maria è stata animatrice e anima, impegnandosi in prima persona insieme agli amici della comunità di Laterza, di Roma e al piccolo gruppo di Gioia.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh__ZPp6kZX7yDMe12NEqIorcwF7rhwKMvEUUBPNBOiBj_Teo7hy0RTswmMSAkrCDFzsHWuEDzhOc9Mgo_R4vrhAG_F9mXDr1-5b77zZWDZDWXhX1d6jLttcL9twv1TgFUHRt4Y1fiXu-Y/s720/06+giugno.jpg" style="display: block; margin-left: 1em; margin-right: 1em; padding: 1em 0px;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="720" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh__ZPp6kZX7yDMe12NEqIorcwF7rhwKMvEUUBPNBOiBj_Teo7hy0RTswmMSAkrCDFzsHWuEDzhOc9Mgo_R4vrhAG_F9mXDr1-5b77zZWDZDWXhX1d6jLttcL9twv1TgFUHRt4Y1fiXu-Y/w410-h307/06+giugno.jpg" width="410" /></a></div><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"> <br /></p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Perdonatemi il lungo elenco, ma ci tenevo che Gioia potesse far memoria di quanto fatto in questi anni nel nostro paese, un percorso che purtroppo si è poi progressivamente interrotto e di cui molti non hanno più memoria.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Non è facile raccontare Maria nella sua «straordinaria normalità», la capacità di essere motore di mille iniziative senza mettersi in mostra, cercando piuttosto di spingere gli altri a essere protagonisti attivi, valorizzando le capacità e le competenze di ciascuno.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Non capivo, a volte, quella sua innata capacità di entrare subito in empatia, di comunicare immediatamente con le persone che non conosceva. Pensavo fosse solo una sua peculiarità, molto lontana dal mio modo di essere e di rapportarmi con gli altri.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">A volte mi sentivo inferiore, incapace non solo di stare al suo passo, ma spesso anche di seguire la sua scia. Lei non mi ha fatto mai pesare queste differenze, riuscendo a valorizzare le mie competenze. Diceva che era solo questione di tempo, che non c'era niente di eccezionale in quello che faceva, che tutti potevamo percorrere lo stesso cammino, persino io, mettendo da parte la mia innata timidezza.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Mi ha incoraggiato tante volte a non desistere quando, dopo le prime visite agli anziani della casa di riposo di «Padre Semeria» ho deciso di fare un passo indietro, triste per la mia incapacità di creare un dialogo con loro. Mi sembrava inutile, troppo poco limitarsi ad ascoltare; poi ho capito che forse anche quei miei silenzi potevano essere importanti, che per alcuni di loro era già un grande dono che qualcuno li stesse ad ascoltare e andasse a trovarli ogni settimana.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Il percorso del gruppo gioiese della Comunità di Sant'Egidio è stato forse breve, per certi versi infruttuoso, visto che non siamo riusciti a farlo andare avanti, ma è stato comunque utile, importante averne fatto parte. Ringrazio Chiara, Luciano, Enza, Vincenzo, Rosaria, Giovanna, Isabella e tutti gli altri che con me hanno fatto parte del piccolo gruppo che ha portato per qualche anno la comunità di Sant'Egidio anche a Gioia.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Questo cammino ci ha permesso di conoscere Maria, Francesca, Fausta, Domenico e Francesco del gruppo di Laterza; Corrado, Valeria, Luciana, Paola, Andrea, Hadrian e Simone del gruppo di Roma; Mino, Maria Luisa, Stefano, Bianca del gruppo di Bari; di incontrare Pasquina, Tani, Nico e tanti altri che sicuramente starò dimenticando inconsapevolmente. Ha fatto nascere delle amicizie ancora vive, anche se purtroppo non si ha l'occasione per incontrarsi frequentemente.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Cinque anni fa al funerale di Maria c'eravamo tutti, talmente tristi e disorientati da trovare a malapena la forza di scambiare un abbraccio e poche parole. Riunirci insieme quel giorno è stato forse il suo ultimo dono, un miracolo forse, il suo desiderio di volerci accanto a lei per l'ultima volta. E anche l'impegno a non dimenticarla mai e a continuare a percorrere il sentiero che lei ci ha mostrato, su cui abbiamo camminato insieme.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Dopo quel giorno non sono più stato a Laterza, nonostante i ripetuti inviti agli incontri che la Comunità ha continuato a realizzare anche nel suo nome. Forse per non avvertire la sua assenza andando nei luoghi che abbiamo frequentato insieme, non poterla riabbracciare o risentire la sua voce. </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Mi manca tanto. So che lei c'è ancora, nei nostri cuori, nei ricordi di tutti quelli che l'hanno conosciuta, degli anziani, dei poveri, degli stranieri a cui ha donato anche solo un sorriso.</p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Un bacione Maria. E un abbraccio a Bruno, alle vostre bimbe e a tutti i tuoi familiari e amici, a chi continua a perpetuare il tuo ricordo e custodirti nel proprio cuore ogni giorno. </p>
<p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;">Scusami se con le mie parole sono riuscito a raccontare solo una parte di te, se forse non ho saputo rievocare pienamente il tuo ricordo, tutto ciò che il tuo sorriso rievoca ancora nel mio cuore e in quelli di chi ha avuto la gioia e la fortuna di incontrarti sul suo cammino.</p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-align: center; text-indent: 0px;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgthyphenhyphenzIMFXGcVOmKSxtD1mV-RPT8FoIWbNAVws_11q2fbEeAJ6hUN069sGEANh6wokARQR55rM7C_Sh1Ha-GIgmLqx33NvCWQhl5lo8aJrloLm6Kbiwkl4-dMR1SVietjoKhV4ZmWUGGKw/s720/12+dicembre.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="540" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgthyphenhyphenzIMFXGcVOmKSxtD1mV-RPT8FoIWbNAVws_11q2fbEeAJ6hUN069sGEANh6wokARQR55rM7C_Sh1Ha-GIgmLqx33NvCWQhl5lo8aJrloLm6Kbiwkl4-dMR1SVietjoKhV4ZmWUGGKw/w384-h512/12+dicembre.jpg" width="384" /></a><br /></p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhllE9ex7l_Bu8FmroOGUkf0pv3fO53UT42SlyMGRtTDljMgxWJ4dnYHkhF6HPVR1r-50PNf1tg0X67P8dXc3a9xgTJwl1NIOHSHqIjfhPvlF_tpGQ_go2Md6hLPfzQqxj3GSffDqOYX88/s200/Santegidio.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px;"><img alt="logo Comunità di Sant'Egidio" border="0" data-original-height="200" data-original-width="200" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhllE9ex7l_Bu8FmroOGUkf0pv3fO53UT42SlyMGRtTDljMgxWJ4dnYHkhF6HPVR1r-50PNf1tg0X67P8dXc3a9xgTJwl1NIOHSHqIjfhPvlF_tpGQ_go2Md6hLPfzQqxj3GSffDqOYX88/w160-h160/Santegidio.jpg" title="logo Comunità di Sant'Egidio" width="160" /></a></div><p style="-qt-block-indent: 0; margin: 0px; text-indent: 0px;"> </p><p><style type="text/css">
p, li { white-space: pre-wrap; }</style></p><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-63607543357208007042020-03-19T13:18:00.002+01:002022-02-03T12:20:33.053+01:00Non a caso (Daniela Marcone)
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjmkqRveTy1ajGdXw24txXZnQxghRhD0GiO7fi4X2rxoOGmYD7OaLB3LiKVuYwWHU3fROkPjGMk9ctEdt23Orc66Onouz8CKGXtuCkTSgfEo9N3dEX6ZBK5-IVWFhnk_hbfhYSSwIOkXo/s1600/Daniela+Marcone+con+logo+Libera.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="270" data-original-width="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjmkqRveTy1ajGdXw24txXZnQxghRhD0GiO7fi4X2rxoOGmYD7OaLB3LiKVuYwWHU3fROkPjGMk9ctEdt23Orc66Onouz8CKGXtuCkTSgfEo9N3dEX6ZBK5-IVWFhnk_hbfhYSSwIOkXo/s1600/Daniela+Marcone+con+logo+Libera.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Daniela Marcone</td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Il prossimo 21 marzo,
«coronavirus» permettendo, sarà celebrata in tutta Italia la
«Giornata in Ricordo delle Vittime della Mafia», promossa ogni anno
da «Libera» e da altre associazioni impegnate contro la criminalità
organizzat<span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">a</span></span>.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Tante storie di persone
innocenti che hanno avuto il coraggio di opporsi alle logiche
mafiose, di non sottostare alle imposizioni e di cui spesso si è
perso il ricordo.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Daniela Marcone,
vicepresidente di Libera ha voluto raccogliere nel libro «Non a
caso» le storie di alcune vittime di mafia pugliesi, affidando alla
penna di noti scrittori/scrittrici il compito di raccontare
brevemente chi erano queste persone, andando oltre la narrazione
asettica di una biografia, ricostruendo la loro vita, il loro
carattere, «fotografando» la loro vita.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Forse è solo una coincidenza,
forse «non a caso» ho ricevuto il pacco contenente questo libro lo
scorso 3 marzo, proprio il giorno dopo aver partecipato a un incontro
in ricordo dell'ingegnere gioiese Donato Maria Boscia, ucciso dalla
mafia a Palermo il 2 marzo 1988.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Boscia lavorava alla
realizzazione di una galleria nel monte Grifone per una nuova
condotta dell'acquedotto di Palermo e si era più volte rifiutato di
affidare i lavori in subappalto a ditte legate alla mafia, nonostante
le ritorsioni e le minacce.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqjprBRUf0k_FEQffNX_qsQn3ow9e9_wgFIUpE1klsRsGg1qIKrGT3sLAMrACNhn-mNzf_dFD0KY2uY9KNoTI4MV3vYkuAhZ4YGfuHCZsDLttGIZEZuksRe-OOXnie_a9YjX5k8WTLTAQ/s1600/DONATO+BOSCIA.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqjprBRUf0k_FEQffNX_qsQn3ow9e9_wgFIUpE1klsRsGg1qIKrGT3sLAMrACNhn-mNzf_dFD0KY2uY9KNoTI4MV3vYkuAhZ4YGfuHCZsDLttGIZEZuksRe-OOXnie_a9YjX5k8WTLTAQ/s200/DONATO+BOSCIA.jpg" width="141" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Donato Boscia</td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Aveva promesso di completare i
lavori per il 14 marzo e dopo la sua tragica morte, i suoi operai
hanno coraggiosamente terminato la galleria entro quella data,
facendo anche ore di straordinari non retribuiti per onorare la
memoria del loro giovane direttore tecnico. Mi sembra giusto citare
anche il loro impegno silenzioso, andato avanti nonostante la paura.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Nel racconto di Piergiorgio
Pulixi «L'ingegnerino» è tratteggiata sapientemente la figura del
giovane gioiese, appassionato speleologo a cui è dedicata la sezione
gioiese del Club Alpino Italiano, che «non a caso» ha sede proprio
nella via che il nostro paese ha voluto intitolargli anni fa.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Non ho avuto modo di
conoscerlo, ma credo che chi lo ha conosciuto ritroverà il suo
coraggio, la sua ostinazione, la sua riservatezza nel tenere i
familiari all'oscuro delle minacce ricevute, sapendo anche scherzare
sulla pericolosità del suo lavoro, nelle pagine a lui dedicate.
Particolare la scelta dell'autore di raccontare la storia di Donato
Boscia in maniera indiretta, attraverso le parole dell'uomo che ha
premuto il grilletto contro di lui.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-g6aOUVIDLf2L5dqcCEt0pqBv7a_qSvM2KXxGc6wHNY9brEoy4hKIqIX8oD4ZBG8Bj6QsY2j3yHDc7TRmliQQzZ5wX4fK-MI2faMbYJAx5QuIW7y1VJOrCVRshl2C72QLDGjiM_5l_hg/s1600/daniela-marcone.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="563" data-original-width="607" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-g6aOUVIDLf2L5dqcCEt0pqBv7a_qSvM2KXxGc6wHNY9brEoy4hKIqIX8oD4ZBG8Bj6QsY2j3yHDc7TRmliQQzZ5wX4fK-MI2faMbYJAx5QuIW7y1VJOrCVRshl2C72QLDGjiM_5l_hg/s200/daniela-marcone.jpg" width="200" /></a><span style="font-size: small;">Nel libro «Non a caso»,
arricchito dalla prefazione di don Luigi Ciotti, ogni racconto è
completato da una scheda biografica del protagonista e da brevi cenni
biografici sull'autore/autrice che ha prestato la sua penna per
raccontare la sua storia. </span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Mi sembra giusto ricordare
brevemente tutti i racconti presenti nella raccolta, nell'ordine in
cui l'autrice/curatrice li ha collocati.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Cominciamo con «La festa
patronale» di Nicola Lagioia, dedicato al capitano dei carabinieri
tarantino Emanuele Basile, collaboratore del capo della squadra
mobile Boris Giuliano, in prima linea dopo il suo assassinio per
scoprire i mandanti dell'omicidio, indagando sulla famiglia
Altofonte, alleata dei Corleonesi di Riina. Per il suo impegno è
stato assassinato il 4 maggio 1980 durante la festa patronale in
onore del Santissimo Crocifisso.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Segue «Il poco che resta» di
Eduardo Savarese, dedicato agli omicidi dell'onorevole Pio La Torre e
Rosario Di Salvo, assassinati insieme in macchina la mattina del 30
aprile 1982. Una delle loro ultime battaglie politiche era stata
contro l'installazione dei missili Nato a Comiso, in provincia di
Ragusa.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">È stata invece uccisa a pochi
passi da casa Renata Fonte, assessore di Nardò, di ritorno da un
consiglio comunale nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile 1984.
Una giovane mamma di 33 anni impegnata contro le speculazioni
edilizie a Porto Selvaggio, la cui tragica fine è ben fotografata,
come vista dagli occhi di un testimone oculare, in «La pietà» di
Beatrice Monroy.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">«La 500 gialla» di Laura
Costantini e Loredana Falcone ricorda l'uccisione di Sergio Cosmai,
direttore del carcere di Cosenza, impegnato per l'attuazione della
riforma carceraria nata per impedire il controllo degli istituti
carcerari da parte della criminalità organizzata. Un delitto
avvenuto il 12 marzo 1985 sulla statale 19 Cosenza-Rende, mentre
andava a prendere la figlia Rossella da scuola.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Segue il racconto
«L'ingegnerino», di cui ho già detto, e poi «I rumori della
notte» di Elisabetta Liguori, dedicato a Giovanbattista Tedesco,
capo della sicurezza dell'allora Italsider di Taranto, ucciso nella
notte tra il 2 e il 3 ottobre nel giardino condominiale della sua
abitazione per essersi opposto alle ruberie e al controllo del
traffico merci nello stabilimento da parte dei clan tarantini.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Alla strage di Capaci del 23
maggio 1992 è dedicato «Capaci, 1992.Tra il cielo e la terra» di
Marilù Oliva che prova a ricostruire gli ultimi momenti degli
agenti della scorta del giudice Falcone Antonio Montinaro e Rocco Di
Cillo.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2A6RgeS__HBljEG_-73ftrPPrg6j3WPaiwOQeWOdKgctRHqKGqit6SxqyT3SNDR5_ugGDmE4RHPSXFugjmseaxcAbXp9_gbHl7XT05Wwe9ElnEIkahbeR4OVKaPhLM738hjVhkz1iJ7g/s1600/cover+Non+a+caso+%2528Daniela+Marcone%2529.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="186" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2A6RgeS__HBljEG_-73ftrPPrg6j3WPaiwOQeWOdKgctRHqKGqit6SxqyT3SNDR5_ugGDmE4RHPSXFugjmseaxcAbXp9_gbHl7XT05Wwe9ElnEIkahbeR4OVKaPhLM738hjVhkz1iJ7g/s200/cover+Non+a+caso+%2528Daniela+Marcone%2529.jpg" width="123" /></a><span style="font-size: small;">Segue «La divina tragedia»
di Marco Vichi che racconta in forma poetica la battaglia per la
legalità dell'imprenditore Giovanni Panunzio, cui sono state
dedicate due associazioni antiracket a Foggia e Portici, freddato il
6 novembre 1992 in macchina a Foggia da esponenti della «Società
foggiana», organizzazione criminale radicata nel territorio dauno e
senza legami con le altre mafie meridionali.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Nel libro è presente anche la
storia di Francesco Marcone, padre di Daniela a cui è dedicato il
racconto «Mezz'ora» di Giovanni Dello Jacovo. Marcone era direttore
dell'Ufficio del Registro di Foggia e aveva prontamente denunciato
la presenza di loschi «personaggi» che acceleravano a pagamento il
disbrigo delle pratiche dell'ufficio. Per la sua onestà Francesco è
stato assassinato nel portone di casa sua al rientro dal lavoro il 31
marzo 1995. </span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">«Hyso che non doveva» di
Francesco Minervni ricostruisce la storia del giovane albanese Hyso
Telharaj, picchiato a morte in un casolare dell'Incoronata il 5
settembre 1999 per non aver ceduto ai ricatti dei caporali albanesi e
italiani.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">«Primavera» di Alessandro
Cobianchi ricorda il vicebrigadiere Alberto De Falco e il finanziere
Antonio Sottile, speronati da un blindato dei contrabbandieri a bordo
di una normale Fiat Punto di servizio il 23 febbraio del 2000. Dopo
la loro morte lo stato reagì duramente contro il contrabbando di
sigarette mandando uomini e mezzi per l'operazione «Primavera».</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">In «Gaetano è amico mio»
Gabriella Genisi ricorda l'assassinio del quindicenne Michele Fazio,
vittima innocente di un agguato durante la lotta tra i clan di Bari
Vecchia, mentre tornava a casa dopo una giornata di lavoro in un bar
e di Gaetano Marchitelli, anche lui colpito per errore il 2 ottobre
del 2003 da un commando a bordo di un'auto mentre sostava davanti
alla pizzeria dove lavorava come cameriere. Nel corso dell'agguato
venne ferito anche il giovane Mario Verdoscia, rimasto fortemente
scosso dal grave trauma subito che ha influenzato negativamente la
sua vita.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">«Un'altra vita» di Romano De
Marco ricorda il sacrificio di Nicola Ruffo, raggiunto da un colpo di
pistola al cuore il 6 febbraio 1974 mentre cercava di difendere la
proprietaria di una tabaccheria durante una rapina.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">«Gli occhi» di Piera
Carlomagno racconta il tragico scambio di persona che ha causato la
morte di Giuseppe Mizzi, scambiato dai killer per un pregiudicato del
clan rivale.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Chiude la raccolta «La
ballata di Marcella» di Mauro Marcialis che narra la storia di
Marcella Di Livrano, prima tossicodipendente con una vita burrascosa,
poi collaboratrice di giustizia contro la Sacra Corona Unita,
scomparsa l'8 marzo 1990. Il suo corpo sfigurato sarà ritrovato solo
il 5 aprile in un bosco tra Brindisi e Mesagne. Uccisa per il suo
«tradimento», perché sapeva troppo e aveva cominciato a
collaborare con le forze dell'ordine, che purtroppo non sono riuscite
a proteggerla.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">In appendice la «Breve storia
delle mafie in Puglia» di Antonio Nicola Pezzuto, una mappa
dettagliata dei clan della criminalità organizzata pugliese e
l'elenco delle vittime pugliesi innocenti di mafia, più di 60 «vite
spezzate» ricordate con un breve testo esplicativo. Uno stralcio dal
lungo elenco delle vittime innocenti di mafia, raccolto pazientemente
da «Libera» e forse ancora incompleto, che ogni anno viene letto
il 21 marzo, nel primo giorno di primavera, in ricordo di tutti
coloro a cui la mafia ha tolto la vita, per non permettere che venga
oscurato anche il loro ricordo.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRUqopU81ErUXCxCYEC8xeU_Qenn87z9cjTTu1Se9I3FC3g88O6MK_4t6j1F4K5VlmEKqD8kbMMqxZmVl2QQ0fqlXM6UCDbhYcg502xSLGcbugccsso6eCA0UxXCD6fJ71EcotCIqt5hw/s1600/Non+a+caso+-+Daniela+Marcone.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="159" data-original-width="318" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRUqopU81ErUXCxCYEC8xeU_Qenn87z9cjTTu1Se9I3FC3g88O6MK_4t6j1F4K5VlmEKqD8kbMMqxZmVl2QQ0fqlXM6UCDbhYcg502xSLGcbugccsso6eCA0UxXCD6fJ71EcotCIqt5hw/s320/Non+a+caso+-+Daniela+Marcone.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"> </div><div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"> </div><div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJLFO5RRQJLbFylrbTwELYiNtITN2AZHsJoA85AYRaux9wRxsPAmcur3I9Z93KyVt0JW0pa0haRxZYJl-gj8kA5h_SHBnxuWz9du2hippt2IZXRBl3wFfhBqD0S3F-IETB66G-5ax2e6M/s1600/Testatina+-+recensioni+2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="650" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJLFO5RRQJLbFylrbTwELYiNtITN2AZHsJoA85AYRaux9wRxsPAmcur3I9Z93KyVt0JW0pa0haRxZYJl-gj8kA5h_SHBnxuWz9du2hippt2IZXRBl3wFfhBqD0S3F-IETB66G-5ax2e6M/s320/Testatina+-+recensioni+2.jpg" width="320" /></a></div> </div>
<div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-10376525509720425702020-03-04T16:21:00.000+01:002020-03-07T09:25:33.508+01:00poesia Sulla strada<br />
<div class="post-header">
</div>
<span style="font-family: inherit;"><i>In occasione dell'otto marzo, festa della donna, condivido con voi una poesia d</i></span><i><span style="font-family: inherit;"><span class="fontstyle3">edicata a tutte le donne oppresse con l’augurio di ritrovare presto la loro libertà.</span></span> </i><span style="font-family: inherit;"><i><br />Un testo che parla delle cosiddette "ragazze di strada", donne vittime di cui nessuno parla mai. </i></span><span style="font-family: inherit;"><i>Quelle che molti additano con disprezzo, ma poi spesso usano senza ritegno e rispetto. </i></span><i> </i><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-MVuQJYlKKYV30o2Sgm6_VKroUIZtPVhPrrH5i9vovP1TOorZG2dKcOPsIcCvlbyenrB0Jrx62WZQOsRpmRZWouFcbjBdlg1NkBsuaB0MbLc8cYJL_3CKjCjvESpqzKhD5GLXbCRPgfo/s1600/b5404a6f7e0beaa31f1e931594b87b05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="strada di campagna" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-MVuQJYlKKYV30o2Sgm6_VKroUIZtPVhPrrH5i9vovP1TOorZG2dKcOPsIcCvlbyenrB0Jrx62WZQOsRpmRZWouFcbjBdlg1NkBsuaB0MbLc8cYJL_3CKjCjvESpqzKhD5GLXbCRPgfo/s400/b5404a6f7e0beaa31f1e931594b87b05.jpg" title="sulla strada" width="400" /></a></div>
<h3 style="text-align: center;">
</h3>
<h3 style="text-align: center;">
</h3>
<h3 style="text-align: center;">
Sulla strada</h3>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span class="fontstyle4">Sul bordo della strada<br />c’è una donna che cammina;<br />io non so dove vada<br />con quel viso da bambina.<br />Venuta da lontano,<br />pigiata in una stiva,<br />con pochi soldi in mano<br />tra le onde alla deriva.<br />Le dissero «cammina»,<br />lei prese quella via<br />e la percorre piano,<br />senza troppa allegria.<br />Deve vender l’amore<br />a ogni sconosciuto,<br />anche se lei l’amore<br />non lo ha mai avuto.<br />Sul bordo della strada<br />cammina senza meta,<br />mostrando il suo bel corpo </span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span class="fontstyle4">e un finto sorriso.<br />Con i suoi occhi tristi<br />lei cerca di parlare,<br />ma nessuno sente,<br />comprende il suo dolore.<br />E quando resta sola<br />lei piange disperata<br />e pensa alla sua terra<br />da dove un dì è partita.<br />Un giorno tornerà,<br />lo sogna ogni momento<br />perché Dio vede e sa<br />e sente il suo lamento.<br />E lungo quella strada<br />invano andrà la gente:<br />lei è di nuovo a casa,<br />libera finalmente.</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">(tratta da <a href="http://foglidiversi.blogspot.it/p/lungo-gli-argini.html" target="_blank">Lungo gli argini</a>)</span></span><br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8jzd8rj44R8vzhl_WTFfJqgCUkdB8E3eiqiNEm_Y5-oXiTM6k25bL62HFUjUBnq06e-L5pfHP0siMEbHS-tzLNOoWFCzCfWdM_-BtSOOTpVt1SkGyKSPwTTiw1OyWZMuvVSDz0tExY-I/s1600/Lungo+gli+argini+cover+TN+246+x+350.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="246" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8jzd8rj44R8vzhl_WTFfJqgCUkdB8E3eiqiNEm_Y5-oXiTM6k25bL62HFUjUBnq06e-L5pfHP0siMEbHS-tzLNOoWFCzCfWdM_-BtSOOTpVt1SkGyKSPwTTiw1OyWZMuvVSDz0tExY-I/s200/Lungo+gli+argini+cover+TN+246+x+350.jpg" width="140" /></a></div>
<br />
<br />
<span class="fontstyle4"></span><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-72185699414648590752020-01-20T10:45:00.001+01:002022-02-03T18:40:39.780+01:00Quanto vale un libro?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<i>Da sempre sono un appassionato di libri. Dopo aver "saccheggiato" la biblioteca di casa, con gli anni ho cominciato a crearmi la mia piccola biblioteca privata, scegliendo libri che mi attiravano, senza ascoltare troppo i consigli del libraio che cercava di consigliarmi titoli più adatti alla mia età o le mode editoriali del momento. Raramente scelgo un libro solo perché "tutti lo hanno letto", a parte qualche classico. Negli ultimi anni ho scoperto tanti autori/autrici interessanti nel mondo sommerso del self-publishing, spesso snobbato da alcuni lettori pieni di pregiudizi. Certo, anche in questo settore non è tutto oro, può capitare di trovare anche qualche "ciofeca", come nell'editoria tradizionale o tra i nomi più blasonati. In ogni campo si possono trovare grandi autori che cercano umilmente di far crescere il loro talento e altri che si accontentano solo di far crescere il proprio ego.</i><br />
<i></i><br />
<a name='more'></a><br />
<i>All'inizio erano solo libri cartacei, alcuni ingialliti dal tempo, poi con l'avvento delle nuove tecnologie anche gli ebook, nelle loro varie incarnazioni: i meno giovani forse ricordano che i primi libri elettronici erano semplici file di testo «txt», poi sono arrivati il «pdf» e vari altri formati ormai estinti come il «lit». E infine l'epub, ormai lo standard riconosciuto, e il suo rivale proprietario mobi/azw di Amazon. Uso preferibilmente un lettore ebook o il computer, solo recentemente ho provato la lettura dallo smartphone o lo streaming degli audiolibri.</i><br />
<i><br /></i>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWuk_bmk6pk7XVTrGIY-8ivpAOPtTF5hfmDT6OtiDjS-imjxVJphuIpIsa1e_fOeV_oEfmwhAaidWWcqaqLIUd3x96z6TJVyQEzjNLxipiHy6f2VNxQ8Vr8caGGmFpDgk-E8oYxB7V9K0/s1600/28783188_2301438123416208_5332643999190890577_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="641" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWuk_bmk6pk7XVTrGIY-8ivpAOPtTF5hfmDT6OtiDjS-imjxVJphuIpIsa1e_fOeV_oEfmwhAaidWWcqaqLIUd3x96z6TJVyQEzjNLxipiHy6f2VNxQ8Vr8caGGmFpDgk-E8oYxB7V9K0/s320/28783188_2301438123416208_5332643999190890577_n.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">scaffale libri</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Non sono mai stato un fanatico del libro cartaceo, di quelli che esaltano «l'odore della carta» e le sue virtù terapeutiche, forse perché mi sono capitati tra le mani molti testi «datati» che avevano un odore «di polvere, muffa e carta vecchia» non proprio piacevole.<br />
Ci sono titoli che preferisco avere su carta, sia per ragioni affettive, sia pratiche, libri da sfogliare, andando subito alla pagina che mi interessa senza utilizzare un motore di ricerca.<br />
Non credo che gli ebook, gli audiolibri o altre tecnologie in arrivo soppianteranno mai completamente il libro cartaceo. Semplicemente sono modi diversi di usufruire di un prodotto letterario, di un contenuto che può essere inserito in vari contenitori diversi. Sicuramente anche con l'avvento della stampa ci saranno stati dei «nostalgici» che rifiutavano il progresso per difendere il lavoro degli amanuensi o l'odore della pergamena o del papiro.<br />
Col tempo i supporti cambiano e credo nessuno rinuncerebbe al suo smartphone per tornare ai telefoni a gettoni, per quanto legati a tanti ricordi della nostra infanzia.<br />
<br />
<b>Il costo degli ebook</b><br />
Quanto costa davvero fare un ebook? E qual è il suo costo reale?<br />
Su questa questione ci sono opinioni controverse.<br />
Alcuni sostengono che fare un ebook abbia un costo irrisorio; in fondo sono solo bit prodotti a partire da un testo già impaginato in formato digitale. Richiede solo un passaggio in più e oggi molti programmi di impaginazione o elaborazione testi hanno già incorporata la funzione per produrre direttamente l'epub o il pdf. Chiaramente parliamo di ebook contenenti solo testo; la presenza di immagini, disegni, note richiede una cura particolare, un processo di conversione più lungo.<br />
Da circa un anno la Youcanprint ha presentato il sistema di scrittura online «Page» che consente di scrivere e impaginare il proprio scritto e convertirlo automaticamente in epub o pdf. Ho avuto modo di provare il servizio nella fase di test e mi è sembrato promettente. All'inizio c'erano alcuni piccoli problemi, risolti pian piano grazie alle segnalazioni e ai consigli degli utenti, alla capacità di ascolto e al paziente lavoro di grafici, impaginatori e programmatori.<br />
Altri dicono che nel costo dell'ebook andrebbero conteggiate anche tutte le spese relative a diritti d'autore, traduzione, editing, grafica, impaginazione; insomma tutto ciò che serve a costruire il libro, cartaceo o digitale che sia.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbeIDHiinyGAE5usfs-L1yd0i-ZEkzaRqNM9E8-hU_CtaY1zkqe63cfH7TdFdMs_Taa_5gz5LijxdKVp_IWculCgHEK3JKOF7ZWnjMJQfVatYwVTvVN3cd6R8jmX6yFp2xL72E_gocSHA/s1600/foto+ereader+Pocketbook+Aqua.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="314" data-original-width="314" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbeIDHiinyGAE5usfs-L1yd0i-ZEkzaRqNM9E8-hU_CtaY1zkqe63cfH7TdFdMs_Taa_5gz5LijxdKVp_IWculCgHEK3JKOF7ZWnjMJQfVatYwVTvVN3cd6R8jmX6yFp2xL72E_gocSHA/s1600/foto+ereader+Pocketbook+Aqua.png" /></a></div>
<div style="text-align: right;">
</div><p>
La verità sta nel mezzo. Se il libro viene prodotto solo in formato digitale in effetti andrebbero calcolati i costi delle fasi precedenti e predisposto l'impaginato già per essere convertito in epub.<br />
Se il libro deve essere prodotto in entrambi i formati i costi delle fasi precedenti sono già inclusi nella versione cartacea e con gli opportuni accorgimenti il passaggio all'epub non richiede grandi risorse. Purtroppo non tutti gli editori prevedono questo ulteriore passaggio e spesso troviamo sul mercato ebook fatti male, realizzati in maniera molto superficiale.<br />
Devo dire che, almeno per quanto ho visto finora, in questo le piccole case editrici e gli autori in «self-publishing» sono in genere più attenti alla qualità dell'ebook; molte grandi case editrici si limitano ad una conversione grezza del loro vasto catalogo in ebook, causando poi problemi nella gestione delle immagini e delle note. Non so se questo sia dovuto alla grande mole di dati che devono gestire o alla sottovalutazione del fenomeno ebook, che molti autori/editori ancor rifiutano con snobismo. Una «disattenzione» che purtroppo fornisce una immagine sbagliata di questo formato, proponendo a volte testi pieni di errori. Creare un ebook dovrebbe richiedere la stessa cura di un testo cartaceo e un buon editore, soprattutto quelli più «blasonati» dovrebbero proporre sempre libri impeccabili, che siano in edizioni cartonate di pregio o tascabili in edizione economica. È una questione di rispetto nei confronti del lettore, oltre che di immagine della casa editrice.<br />
<br />
<b>Il prezzo dell'ebook</b><br />
I primi ebook erano in genere gratuiti, semplici file di testo proposti da associazioni benefiche per consentire la lettura ai non vedenti attraverso strumenti dedicati o provenienti da archivi legali di testi non più coperti dal diritto d'autore come il «Progetto Manuzio» di «Liber Liber» e il «Project Gutemberg».<br />
Molti ricorrono anche ad altri canali «alternativi» che però se da un lato permettono di recuperare testi altrimenti introvabili, dall'altro espongono a rischi (virus, file difettosi o diversi da quelli richiesti, etc.). Sono stati segnalati spesso siti «fantasma», che compaiono e scompaiono nel giro di pochi giorni, dotati di vetrine sofisticate con i libri in commercio da scaricare gratuitamente, iscrivendosi al sito. In realtà questi finti negozi sono costruiti ad arte, copiando i dati dagli store ufficiali o dalle case editrici, solo per rubare i dati personali e bancari dell'ignaro utente. Consiglio di starne ala larga e eventualmente denunciarli alla Polizia Postale che, fatte le debite indagini, provvederà a farli oscurare.<br />
Restando nell'ambito degli ebook venduti legalmente, inizialmente i prezzi erano abbastanza abbordabili (da 1 a 4 euro) con grosse differenze rispetto al corrispettivo cartaceo.<br />
Allora l'ebook veniva considerato «dispositivo digitale», soggetto all'IVA al 22% invece che al 4% e c'è stata una grossa campagna mediatica per ottenere l'equiparazione, con la promessa di poter offrire prezzi più bassi per gli ebook.<br />
Dal 2015 in Italia anche gli ebook sono tassati al 4%, secondo il principio «un libro è un libro» cosa che ci ha esposti al rischio di sanzioni da parte dell'Unione Europea. Dal 2018 l'Europa ha dato ragione all'Italia, applicando l'aliquota ridotta anche agli ebook, ma nel frattempo i costi sono lievitati notevolmente, a volte solo di pochi euro al di sotto del corrispettivo cartaceo. In pratica la diminuzione dell'IVA è stata assorbita dalle case editrici o dai distributori, senza alcun beneficio reale per il lettore.<br />
Giorni fa confrontavo i prezzi dell'ultimo libro di un noto autore italiano: 14 euro il cartaceo contro i 9,99 dell'ebook, prezzi che sicuramente non invogliano a preferire il formato elettronico.<br />
Non so se sia una strategia per affossare gli ebook, forse l'unica realtà in espansione in un mercato letterario abbastanza statico. Sembra che ci sia molta diffidenza verso i nuovi formati offerti dal mercato: ebook e audiolibri vengono proposti dagli editori con riluttanza, spesso limitati solo a una manciata di titoli, giusto per sentirsi al passo con i tempi. Sono visti da molti lettori, anche giovani, come una stranezza, gli stessi sempre pronti a ribadire «che l'odore della carta è un'altra cosa», come gli adepti di qualche strana setta di "odoratori di carta". In effetti l'odore è diverso, soprattutto quando siamo costretti a stipare i testi in ingombranti scatoloni per mancanza di spazio e dobbiamo fare i salti mortali per ritrovare quel libro che ci piaceva tanto da rileggere in vacanza.<br />
In questi casi l'ebook offre il vantaggio di poter portare con sé tanti testi diversi con un ingombro contenuto e la possibilità di ingrandire i caratteri, utile per chi ha problemi di vista o è un po' più in là con gli anni. Paradossalmente quello degli anziani potrebbe essere il pubblico più interessato all'uso di questi dispositivi digitali.<br />
I primi modelli offrivano anche la funzione di «lettura vocale», ossia il testo letto da una voce elettronica, settore che negli ultimi anni si è molto evoluto, fornendo voci comprensibili e una pronuncia abbastanza corretta. Stranamente la funzione «lettura vocale» è sparita dai modelli più recenti di lettori ebook, forse per favorire gli audiolibri, letti da voci umane, ma è presente oggi in alcune app di lettura disponibili su tablet e smartphone.<br />
L'esperienza di lettura offerta da tablet e smartphone è buona, ma per una lettura «intensiva» consiglio comunque l'uso di un lettore ebook a inchiostro digitale che non affatica la vista e permette di leggere per mesi senza dover ricaricare la batteria.<br />
La tecnologia dell'inchiostro digitale «e-ink» consuma corrente solo al cambio pagina, poi la schermata rimane statica, perfettamente leggibile come se fosse su un foglio di carta.<br />
Per sicurezza consiglio comunque di impostare sempre lo spegnimento automatico dopo un certo lasso di tempo in cui il dispositivo resta inutilizzato; per me l'ottimale è mezz'ora che consente anche di fare piccole pause durante la lettura e di non consumare inutilmente la batteria quando non utilizzato.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSYY4b5jNpUi84Le-sTkxM7KMhTfB4-BnLCnaUn8Y489Pdfdgq4n35FuDmjAlkn6a7TrcqODbP3_ipYb6JZc6er97YeVuWtLQW_NU3McUl9pB0zv6dS3DWtDdPk1wx7l51P0rto8xtS30/s1600/Testatina+-+Sassolini.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="650" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSYY4b5jNpUi84Le-sTkxM7KMhTfB4-BnLCnaUn8Y489Pdfdgq4n35FuDmjAlkn6a7TrcqODbP3_ipYb6JZc6er97YeVuWtLQW_NU3McUl9pB0zv6dS3DWtDdPk1wx7l51P0rto8xtS30/s320/Testatina+-+Sassolini.jpg" width="320" /></a></div><p> <br /></p><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-11123515681781503662020-01-01T16:19:00.000+01:002020-01-01T16:19:02.333+01:00Buon 2020<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZkbDoyUbpHcRF-cmMrYOMFNn9BX4Km739BOfF2sx_XCTn0MPkijyKNaIJ6APxy8jmC63O43MAt6SyOtWBGaPg0nBTzOB6JmBjJUcfvwEfTjnIsEgsKRt90FUB6TSx5SxguyiOCwxwOoY/s1600/banner+Fogli+diversi+con+Buon+2020+copia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="113" data-original-width="408" height="110" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZkbDoyUbpHcRF-cmMrYOMFNn9BX4Km739BOfF2sx_XCTn0MPkijyKNaIJ6APxy8jmC63O43MAt6SyOtWBGaPg0nBTzOB6JmBjJUcfvwEfTjnIsEgsKRt90FUB6TSx5SxguyiOCwxwOoY/s400/banner+Fogli+diversi+con+Buon+2020+copia.jpg" width="400" /></a></div>
<br /><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-67121055082535667642019-11-12T18:06:00.004+01:002019-11-24T12:30:15.464+01:00Convegno in ricordo di Franco Ferrara<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT-xE79cHzIOmL7ztLz451Gq1dp7AbQvasiFuKBaIG7G4WKlXpvaqDgoe4ne3l14IzPEk_4zMQ8Zso00Ne2-CymMi8tk5gBC7_6tLLpjn_I1xyzM2mGAOarG_rbZt0Ovn8sJvFwL_yr0Q/s1600/75362539_2713363385387853_1986975450223607808_o.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1191" data-original-width="842" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT-xE79cHzIOmL7ztLz451Gq1dp7AbQvasiFuKBaIG7G4WKlXpvaqDgoe4ne3l14IzPEk_4zMQ8Zso00Ne2-CymMi8tk5gBC7_6tLLpjn_I1xyzM2mGAOarG_rbZt0Ovn8sJvFwL_yr0Q/s400/75362539_2713363385387853_1986975450223607808_o.jpg" width="282" /></a></b></div>
<br />
<b>Convegno in ricordo di Franco Ferrara</b><br />
<br />
30 Novembre - Sala De Deo<br />
<br />
Ore 9.00 Saluti e presentazioni<br />
con interventi di Pasqua Demetrio, Eulalia Mirizio, Giovanni Mastrngelo e Giovannna Pontiggia<br />
<br />
video "Franco si racconta" a cura di Paola Ferrara<br />
Il significato di una giornata dedicata a Franco Ferrara (don Rocco d'Ambrosio)<br />
La Comunità che viene dal futuro (Raniero La Valle)<br />
Ore 11.00 Pausa<br />
<br />
Ore 11:30<br />
La memoria dei futuri desiderati rccontta dai protagonisti (Damiano Maggio)<br />
video "Franco si racconta" (2)<br />
Lo sviluppo locale: animare i territori del Mezzogiorno (Michele del Campo)<br />
video "Franco si racconta" (3)<br />
Quando il volontariato tesse legami sociali (Gianfranco Solinas)<br />
video "Franco si racconta" (4)<br />
Welfare community: dai centri studi alla concertazione (Mimmo De Simone)<br />
Ore 13.30 Pausa Pranzo<br />
<br />
Ore 15.00 Gruppi di discussione sui temi della mattina<br />
<br />
Ore 16.00 Tavola rotonda "Riannodar i fili. Idee diverse di futuro"<br />
con Pasqua Demetrio, Gianluca Cantisani, Piero D'Argento, Filippo De Bellis, Nicoletta Teodosi<br />
<br />
Ore 17.30 Conclusioni a cura di Natale Pepe<div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-17865901195790799862019-11-11T17:42:00.001+01:002019-11-11T17:46:28.011+01:00Matricola 75190 - La Meridiana regala racconto di Liliana Segre<i>Dopo le minacce dei giorni scorsi e la decisione del
governo di assegnare una scorta alla senatrice a vita Liliana Segre per
garantire la sua sicurezza, sono state tante le manifestazioni di
solidarietà nei suoi confronti.<br />Segnalo una bella iniziativa della
casa editrice La Meridiana di Molfetta che ha scelto di regalare il
racconto "Matricola 75190" di Liliana Segre a tutti coloro che ne
faranno richiesta all'indirizzo riportato in coda. Un modo concreto per
esprimere solidarietà e far conoscere la sua storia, riassunta in questo
breve racconto.</i><br />
<br />
<br />
<a name='more'></a><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="m_4722813111970483553templateContainer" style="width: 100%px;"><tbody>
<tr><td id="m_4722813111970483553templatePreheader" style="background-color: #fafafa; background-image: none; background-position: center; background-repeat: no-repeat; background-size: cover; background: #fafafa none no-repeat center/cover; border-bottom: 0; border-top: 0; padding-bottom: 9px; padding-top: 9px;" valign="top"></td></tr>
<tr><td id="m_4722813111970483553templateHeader" style="background-color: white; background-image: none; background-position: center; background-repeat: no-repeat; background-size: cover; background: #ffffff none no-repeat center/cover; border-bottom: 0; border-top: 0; padding-bottom: 0; padding-top: 9px;" valign="top"></td></tr>
<tr><td id="m_4722813111970483553templateHeader" style="background-color: white; background-image: none; background-position: center; background-repeat: no-repeat; background-size: cover; background: #ffffff none no-repeat center/cover; border-bottom: 0; border-top: 0; padding-bottom: 0; padding-top: 9px;" valign="top"></td></tr>
<tr><td id="m_4722813111970483553templateBody" style="background-color: white; background-image: none; background-position: center; background-repeat: no-repeat; background-size: cover; background: #ffffff none no-repeat center/cover; border-bottom: 0; border-top: 0; padding-bottom: 0; padding-top: 0;" valign="top"><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="m_4722813111970483553templateContainer" style="width: 100%px;"><tbody>
<tr><td id="m_4722813111970483553templatePreheader" style="background-color: #fafafa; background-image: none; background-position: center; background-repeat: no-repeat; background-size: cover; background: #fafafa none no-repeat center/cover; border-bottom: 0; border-top: 0; padding-bottom: 9px; padding-top: 9px;" valign="top"></td></tr>
<tr><td id="m_4722813111970483553templateHeader" style="background-color: white; background-image: none; background-position: center; background-repeat: no-repeat; background-size: cover; background: #ffffff none no-repeat center/cover; border-bottom: 0; border-top: 0; padding-bottom: 0; padding-top: 9px;" valign="top"><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="border-collapse: collapse; min-width: 100%; width: 100%px;"><tbody>
<tr><td style="padding: 9px;" valign="top"><table align="left" border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="border-collapse: collapse; min-width: 100%; width: 100%px;"><tbody>
<tr><td style="padding-bottom: 0; padding-left: 9px; padding-right: 9px; padding-top: 0; text-align: center;" valign="top"><img align="middle" alt="" class="m_4722813111970483553mcnImage CToWUd a6T" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjG6GPhEu_j9daxdgFiyRtlby2Nj0CYWkQGi3LjJ25qmWqWCW5GTiJpDOYTQG4KfP6Vfh_V6GTeampsTjcO6O-j3BCMwOgRkM3MI4kbAwumk72nUnS_yDvN7Gd-Sfm2xVJ9ud0_SWTwm-d8PrxyYY98KMRtVcyNHGxjn0PtTRIeTgI1noXFnsveqm3BdYX5OSsRc3i3SeDy30B0u9qmoW5eH90nZs39IQ=s0-d-e1-ft" style="border: 0px none; display: inline; height: auto; max-width: 957px; outline: currentcolor none medium; padding-bottom: 0px; text-decoration: none; vertical-align: bottom;" tabindex="0" width="320" /></td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
<tr><td id="m_4722813111970483553templateHeader" style="background-color: white; background-image: none; background-position: center; background-repeat: no-repeat; background-size: cover; background: #ffffff none no-repeat center/cover; border-bottom: 0; border-top: 0; padding-bottom: 0; padding-top: 9px;" valign="top"><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="border-collapse: collapse; min-width: 100%; width: 100%px;"><tbody>
<tr><td style="padding: 9px;" valign="top"><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="m_4722813111970483553templateContainer" style="width: 100%px;"><tbody>
<tr><td id="m_4722813111970483553templatePreheader" style="background-color: #fafafa; background-image: none; background-position: center; background-repeat: no-repeat; background-size: cover; background: #fafafa none no-repeat center/cover; border-bottom: 0; border-top: 0; padding-bottom: 9px; padding-top: 9px;" valign="top"><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="border-collapse: collapse; min-width: 100%; width: 100%px;"><tbody>
<tr><td style="padding: 9px;" valign="top"><h1 style="color: #202020; display: block; font-family: Helvetica; font-size: 26px; font-style: normal; font-weight: bold; letter-spacing: normal; line-height: 125%; margin: 0; padding: 0; text-align: center;">
<b><span style="color: firebrick;">Poichè l’odio corre sul web, </span></b></h1>
<h1 style="color: #202020; display: block; font-family: Helvetica; font-size: 26px; font-style: normal; font-weight: bold; letter-spacing: normal; line-height: 125%; margin: 0; padding: 0; text-align: center;">
<b><span style="color: firebrick;">facciamo e </span></b></h1>
<h1 style="color: #202020; display: block; font-family: Helvetica; font-size: 26px; font-style: normal; font-weight: bold; letter-spacing: normal; line-height: 125%; margin: 0; padding: 0; text-align: center;">
<b><span style="color: firebrick;">pratichiamo una scelta altra:</span></b></h1>
<h1 style="color: #202020; display: block; font-family: Helvetica; font-size: 26px; font-style: normal; font-weight: bold; letter-spacing: normal; line-height: 125%; margin: 0; padding: 0; text-align: center;">
<b><span style="color: firebrick;"> </span></b></h1>
<div style="text-align: justify;">
Vi doniamo un racconto di Liliana
Segre in formato pdf. Una scelta già fatta alcuni anni fa che rinnoviamo
con maggiore convinzione oggi perché parole come queste: <i>‘Ma, in
quell’attimo stesso in cui ebbi la tentazione di uccidere, capii che io
ero diversa dal mio assassino, che io non avrei mai potuto uccidere
nessuno per nessun motivo. Se avevo scelto la vita, non potevo mettermi
sullo stesso piano di chi aveva nutrito a tal punto di odio la cultura
del proprio Paese da collocare nei luoghi del potere simboli di morte
come le tibie incrociate e il teschio. Io avevo scelto la vita quindi
non avrei mai potuto uccidere nessuno</i>’, è importante che diventino virali.<br />
Il racconto di Liliana è in <b> <a data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?q=https://lameridiana.us3.list-manage.com/track/click?u%3D6e318395b22e5ee134cd9ab06%26id%3D37f03dd821%26e%3D8eba1e562d&source=gmail&ust=1573558778796000&usg=AFQjCNFv1TxvZiULmadBXvIF-WJLIhN3fw" href="https://lameridiana.us3.list-manage.com/track/click?u=6e318395b22e5ee134cd9ab06&id=37f03dd821&e=8eba1e562d" style="color: #007c89; font-weight: normal; text-decoration: underline;" target="_blank">Memoranda</a></b><a data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?q=https://lameridiana.us3.list-manage.com/track/click?u%3D6e318395b22e5ee134cd9ab06%26id%3D68b932ea14%26e%3D8eba1e562d&source=gmail&ust=1573558778796000&usg=AFQjCNH3iqhBS0y5k0XCENwAKmtxpTn11A" href="https://lameridiana.us3.list-manage.com/track/click?u=6e318395b22e5ee134cd9ab06&id=68b932ea14&e=8eba1e562d" style="color: #007c89; font-weight: normal; text-decoration: underline;" target="_blank">. <i>Strumenti per la giornata della memoria</i></a>, a cura di Daniele Novara, pubblicato da noi nel 2003.<br />
<br />
Chiedete il pdf a <a href="mailto:media@lameridiana.it" style="color: #007c89; font-weight: normal; text-decoration: underline;" target="_blank">media@lameridiana.it</a> <b>con oggetto 'Matricola 75190'</b>.<br />
Lo riceverete, nell’arco di 24 h, via mail insieme al nostro invito a condividerlo con altri.<br />
<br />
<h2 style="text-align: center;">
<a href="http://www.lameridiana.it/"> www.lameridiana.it</a></h2>
<h2 style="text-align: center;">
------------------------------------- </h2>
</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
</tbody></table>
<div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-89292895404940924562019-08-25T23:44:00.002+02:002022-02-03T12:21:53.460+01:00Adama e Tonio (Laura Tullio, Chiara Curione)<h3 class="post-title entry-title" itemprop="name">
</h3>
<div class="post-header">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
Riprendo le recensioni su questo blog con <a href="http://www.ilgrilloeditore.it/libri/collane-editoriali/adama-e-tonio-unamicizia-senza-confini/">«Adama e Tonio: un’amicizia senza confini»</a>,
scritto da <a href="http://www.ilgrilloeditore.it/autori/chiara-curione/">Chiara Curione</a> e <a href="http://www.ilgrilloeditore.it/autori/laura-tullio/">Laura Tullio</a>, un libro breve ma intenso
dedicato al tema dell'immigrazione, che racconta con semplicità l'incontro/scontro tra un bambino senegalese e uno pugliese: Adama e Tonio..<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuuBTkkjiN97Oj-p-RsOnhcPTtAKk8rieHXTwQzx1rJJbixJUQU0BLwkTf82yV3rkFOv0SqbL2JIWRHW6TBjsHwEG6ONKEZd5uSPt1vWyjwCC0j2acfrdNvNHibYVI0tuw9GMFIQSoRxE/s1600/cover+Adama+e+Tonio.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="copertina Adama e Tonio" border="0" data-original-height="336" data-original-width="230" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuuBTkkjiN97Oj-p-RsOnhcPTtAKk8rieHXTwQzx1rJJbixJUQU0BLwkTf82yV3rkFOv0SqbL2JIWRHW6TBjsHwEG6ONKEZd5uSPt1vWyjwCC0j2acfrdNvNHibYVI0tuw9GMFIQSoRxE/s400/cover+Adama+e+Tonio.jpg" title="copertina Adama e Tonio" width="273" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">copertina Adama e Tonio</td></tr>
</tbody></table>
<b>Incontri e scontri</b><br />
«<b>Adama e Tonio: un’amicizia senza confini</b>» è un testo sull’immigrazione vista attraverso gli occhi di due ragazzii: il senegalese Adama e il pugliese Tonio.<br />
Una scrittura semplice, con pochi capitoli in cui si alternano le voci narranti dei due ragazzi ed emergono i loro conflitti, interiori e esteriori, i loro dubbi, le loro paure, i reciproci pregiudizi.<br />
Una storia di amicizia non edulcorata che mette in luce anche le difficoltà iniziali tipiche di ogni incontro con persone nuove, ambientata in una tipica masseria, con annesso allevamento di cavalli, dislocata nelle campagne di Gioia del Colle.<br />
Nelle Murge selvagge - svela Chiara -, i due bambini si scontrano prima e
si incontrano poi in una serie di vicissitudini che costellano il loro
percorso di scoperta di sé, dell’altro e della natura. <br />
Aliou, padre di Adama, va a lavorare come addestratore di cavalli nella masseria di Rino Balone, padre di Tonio, per occuparsi del nuovo purosangue arabo acquistato per il compleanno del ragazzo, portando con sé suo figlio per dargli l'opportunità di studiare in Italia.<br />
I due ragazzi vengono a contatto in maniera improvvisa, scoprendo le loro diversità, sia caratteriali che culturali, le loro paure, i loro reciproci pregiudizi. Il racconto si sviluppa soprattutto attraverso i dialoghi che accompagnano il cammino di incontro/scontro, l'intreccio narrativo tra i due bambini.<br />
Tonio teme che Adama invada il suo territorio e si chiude in se stesso, manifestando apertamente la propria ostilità verso il nuovo arrivato e ribadendo in ogni occasione il suo ruolo di figlio del propretario. A cominciare dal rapporto con il cavallo, a cui entrambi sono affezionati. Ciascuno assegna all'animale un nome diverso, contentendosene l’affetto e considerandolo proprio. Una reciproca gelosia che si ripropone anche nel rapporto con la compagna di scuola Marica.<br />
<br />
<b>Culture a confronto</b><br />
La storia è anche ricca di dettagli sulle due culture di cui i protagonisti sono portatori, la narrazione di come si possono superare i pregiudizi per aprirsi all'altro e lasciarsi arricchire dall'incontro.<br />
Scopriamo nell’avvio del libro che in Senegal è molto diffuso l’allevamento dei cavalli, poi come si svolge il rito dl tè riservato agli adulti, la funzione del «mbotou» che consente di trasportare i figli più piccoli in grembo mantenendo le mani libere; impariamo pian piano a capire come un africano vede il nostro paese e il nostro modo di vivere.<br />
Chiaro l’intento didattico, a cominciare dallo stile semplice e senza inutili fronzoli; non a caso il testo è stato adottato in alcune scuole per affrontare i temi del razzismo e delle diversità. Dialoghi nitidi e pensieri espressi con semplicità, diretti, una
scrittura che ben si presta ad una lettura animata o a una
rappresentazione teatrale,<br />
<br />
<b>Racconto a due voci alternate</b><br />
Per scrivere la storia le autrici si sono divise il lavoro: Chiara ha interpretato la voce di Tonio, simbolo di una Puglia che sa accogliere, ma anche arroccarsi nel pregiudizio. Laura, da tempo impegnata in progetti multiculturali, ha cercato di tradurre i pensieri di Adama, gli stati d'animo di un bambino che affronta un lungo viaggio per andare a vivere lontano da casa in un paese sconosciuto, la difficoltà di comprendere e integrarsi in una cultura differente dalla sua. Attraverso la voce di Adama parla di un popolo, di una cultura, mettendone in luce le ansie e le difficoltà, ma anche le qualità. Il personaggio di «Adama» è la summa di varie figure senegalesi che ha
conosciuto, incluso suo marito, una sintesi della cultura di quel
popolo.<br />
Chiara e Laura, si sono conosciute in uno dei tanti incontri apparentemente casuali che avvengono sulla strada della scrittura ed è subito nata una sintonia che ha permesso di dare vita a questo libro, che cerca di affrontare temi non facili come l'intercultura e il razzismo, di ricordare che nulla è facile nella vita, che non è facile accettare le differenze, vivere in una società multietnica.<br />
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Attraverso il mare</b></div>
<div>
Il libro evita di raccontare gli aspetti più drammatici del viaggio di molti migranti: i centri di detenzione, il viaggio sui barconi, le violenze. Aliou e Adama arrivano semplicemnte in Italia per mare, con già una prospettiva di lavoro precisa; certo più fortunati di tanti altri migranti che vagano alla deriva senza prospettive.<br />
Le autrici hanno preferito soffermarsi piuttosto sul mondo interiore dei due ragazzi e dei loro amici, sulle loro riflessioni. Molto belle quelle del primo capitolo sull'immensità del mare, quel mare Mediterraneo che significa «Mare di mezzo», un mare che è di tutti e non è di nessuno.<br />
Oltre i due protagonisti, che si alternano nel raccontare la storia dal loro punto di vista, ci sono vari personaggi apparentemente marginali: Aliou, padre di Adama, sua madre e i suoi fratelli/sorelle rimasti in Senegal che compaiono sempre nei suoi ricordi; Rino Balone e sua moglie, genitori di Tonio, il nonno, l'istruttore Vanni; e poi i compagni di scuola Marica, Mimmo, Filippo e Donato, le insegnanti, etc.<br />
Arrichiscono il testo le variopinte illustrazioni del grafico/poeta/cantante Davide Mangione.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgky1GbBVpFmWfGh1Xd3BlFvPOpA3BLRMsFKPXGKMbA7EOfpnSa3U2DVTZ7m5LRgfx2K3NvuRBMJOrLm7irlITqt6jpHFqbwoUHpkyKXESlSIRaTpnQAyIEqO2C1gppaajEr0AbXdD1Zt0/s1600/strip+colori.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="4" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgky1GbBVpFmWfGh1Xd3BlFvPOpA3BLRMsFKPXGKMbA7EOfpnSa3U2DVTZ7m5LRgfx2K3NvuRBMJOrLm7irlITqt6jpHFqbwoUHpkyKXESlSIRaTpnQAyIEqO2C1gppaajEr0AbXdD1Zt0/s320/strip+colori.png" width="320" /></a></div>
<br />
<div>
<b>Titolo: </b>Adama e Tonio: un’amicizia senza confini</div>
<div>
<b>Autore: </b><a href="http://www.ilgrilloeditore.it/autori/laura-tullio/">Laura Tullio</a>, <a href="http://www.ilgrilloeditore.it/autori/chiara-curione/">Chiara Curione </a></div>
<div>
<b>Traduttore:</b> -</div>
<div>
<b>Editore:</b> <a href="http://www.ilgrilloeditore.it/">Il Grillo</a> (marzo 2018)</div>
<div>
<div class="product-details__item">
<b>Illustratore:</b> Davide Mangione
</div>
</div>
<div>
<b>ISBN:</b><span content="isbn:9788854147751" itemprop="identifier"><b> </b></span> 9788866530978</div>
<div>
<span content="isbn:9788854147751" itemprop="identifier"><b>ASIN</b>: --</span></div>
<div>
<b>Scheda cartaceo:</b> <a href="https://www.ibs.it/adama-tonio-amicizia-senza-confini-libro-chiara-curione-laura-tullio/e/9788866530978">IBS</a> | <a href="https://www.amazon.it/Adama-Tonio-unamicizia-senza-confini/dp/8866530972">Amazon</a> | <a href="https://www.mondadoristore.it/Adama-Tonio-amicizia-senza-Chiara-Curione-Laura-Tullio/eai978886653097/">Mondadori Store</a> | <a href="https://www.lafeltrinelli.it/libri/chiara-curione/adama-e-tonio-un-amicizia/9788866530978">La Feltrinelli</a><b> </b><b>| </b><br />
<b>Pagine:</b> 88 p., ill. , Brossura
</div>
<div>
<b>Prezzo copertina:</b> 12,00 euro</div>
<div>
<div class="product-details__body ibs-accordion__body">
<br />
<br />
<section class="product-details"></section>
<section class="product-details__secondary-info">
<b>Età di lettura:</b> Da 12 anni
<br />
</section>
</div>
<b></b> </div>
<div>
<br />
---<br />
<b>Laura Tullio</b><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvgdh22ePq006273odnen9QNV206yG5GILo7v9HaM5QzyPqhRxutC_TuuMvynpbfhXKBPgK-P1w5Q1IvrydTrr8lX6Q3Nh3Za2arLIGr8gBdh5aYOHX_BjnTLcZr9XerSLNWesfO2sZQY/s1600/Laura+Tullio.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="433" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvgdh22ePq006273odnen9QNV206yG5GILo7v9HaM5QzyPqhRxutC_TuuMvynpbfhXKBPgK-P1w5Q1IvrydTrr8lX6Q3Nh3Za2arLIGr8gBdh5aYOHX_BjnTLcZr9XerSLNWesfO2sZQY/s200/Laura+Tullio.jpg" width="173" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Laura Tullio</td></tr>
</tbody></table>
Laura Tullio è nata a Bari nel 1976 e vive a
Roma. Laureata in Scienze della Comunicazione, ha conseguito un Master
in Comunicazione e Organizzazione e uno in Editoria e Comunicazione. Ha
lavorato come freelance in case editrici tra le quali Atanòr e
nell’agenzia letteraria Herzog. Ha adattato classici per bambini e
ragazzi per la casa editrice Ardea e ha tenuto laboratori di scrittura
creativa per alcune associazioni culturali. Ha pubblicato articoli su
Sentieri Selvaggi, Next e Orlando. È autrice di due testi teatrali,
della sceneggiatura di un cortometraggio e di alcuni racconti, uno di
essi, <i>Rumori nella pancia</i>, finalista al concorso 8×8 di Oblique Studio, è stato pubblicato da CartaCanta nell’antologia <i>Si sente la voce</i>. Attualmente insegna italiano ai richiedenti asilo e rifugiati nei centri di accoglienza.<span class="Apple-converted-space"> </span><br />
<span class="Apple-converted-space"><br /></span>
<span class="Apple-converted-space"><br /></span>
<b>Chiara Curione</b><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4H3bRLdrhf6e6X38nhwFGDv4qS_XCj4Orb3VBbIQLtxnuoTjQMIcZMKzMw1_f2V_JNZ-kCqWDJK6yloppcLGBJKPLiEjGCHQjjV_xEW5rU9ubEVetdhlZsDEVE9fKADKYXC6_HgGq08s/s1600/Chiara+Curione.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="394" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4H3bRLdrhf6e6X38nhwFGDv4qS_XCj4Orb3VBbIQLtxnuoTjQMIcZMKzMw1_f2V_JNZ-kCqWDJK6yloppcLGBJKPLiEjGCHQjjV_xEW5rU9ubEVetdhlZsDEVE9fKADKYXC6_HgGq08s/s200/Chiara+Curione.jpg" width="157" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Chiara Curione</td></tr>
</tbody></table>
Chiara Curione è autrice di racconti e romanzi. È nata a Bari nel 1962 e
vive a Gioia del Colle, dove collabora con il laboratorio di lettura
della biblioteca. Ha pubblicato per EEE – Edizioni Ebook <i>La sartoria di Matilde,</i> l’opera teatrale <i>Giuseppe e Maria</i> e il romanzo storico <i>Il tramonto delle aquile</i>; per Edizioni Pugliesi una raccolta di fiabe storiche su Federico II; mentre per Besa il romanzo storico <i>Un eroe dalla parte sbagliata</i> e la saga familiare <i>Una ricetta per la felicità</i>.
I suoi libri sono stati adottati per progetti di lettura nelle scuole
medie ed elementari e hanno offerto lo spunto per alcune
rappresentazioni teatrali. Con <i>Il tramonto delle aquile</i> ha ricevuto nel 2017 il premio speciale della giuria Zingarelli.<br />
<br />
<br />
<br />
Recensione pubblicata anche su Braviautori il 26/08/2019<br /><a href="https://www.braviautori.com/book_adama-e-tonio-un-amicizia-senza-confini.html">https://www.braviautori.com/book_adama-e-tonio-un-amicizia-senza-confini.html</a><br />
</div>
<div>
<br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHpDanRlz6FCwfbjCnqXNpThWiPdWYJ0fghu_iYDzRi1sQMaJ-YDjGSCiJ_UOEBUG6C0PZj83wHljldEerkQmYwv0TEneprIl8j6voTAFfa_hpUHVoHTXBguhF54m3_g1wxaPSUg30w2M/s1600/Testatina+-+recensioni+2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHpDanRlz6FCwfbjCnqXNpThWiPdWYJ0fghu_iYDzRi1sQMaJ-YDjGSCiJ_UOEBUG6C0PZj83wHljldEerkQmYwv0TEneprIl8j6voTAFfa_hpUHVoHTXBguhF54m3_g1wxaPSUg30w2M/s320/Testatina+-+recensioni+2.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
<div class="detail">
</div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-63342086976710308602019-07-20T20:21:00.002+02:002022-02-03T19:21:19.724+01:00MoonDay - poesia Oltre l'orizzonte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div><p>
<br />
<i>In occasione del cinquantenario delo sbarco sulla luna, mi sembra giusto proporre un piccolo omaggio all'allunaggio, incluso nella mia prima raccolta "Fogli diVersi". </i><br />
<i>Lo stupore di un piccolo uomo rinchiuso in una grande tuta davanti ai misteri dell'immenso universo.</i><br />
</p><p><br />
</p><h3 style="text-align: center;">
<b> Oltre l’orizzonte </b></h3><p></p><div class="separator"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiO1GMNpzQ_9042o8rl5yILT5RsLoIamMgmB3aJTs_UKhhucbiSbjTg2a_n2hddkkTj5jW4UTmGgtzd716a_YzwPRdl2txU9BLRvi4KYvSZZhddC1rOh4hrmJAbkYYVAimqWwWT_9D8Uhtu5OQ60-VwhnMzJF9HnVKtqW6rS4yFb8RRS2EU-FbicnhA=s274" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="184" data-original-width="274" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiO1GMNpzQ_9042o8rl5yILT5RsLoIamMgmB3aJTs_UKhhucbiSbjTg2a_n2hddkkTj5jW4UTmGgtzd716a_YzwPRdl2txU9BLRvi4KYvSZZhddC1rOh4hrmJAbkYYVAimqWwWT_9D8Uhtu5OQ60-VwhnMzJF9HnVKtqW6rS4yFb8RRS2EU-FbicnhA=w320-h214" width="320" /></a></div>
<br />
Il buio si squarciò, <br />
di colpo, <br />
e il mondo apparve <br />
al piccolo uomo <br />
nella grande tuta. <br />
Vide la luna in cielo, <br />
poi guardò ancora <br />
e capì che quella era la Terra. <br />
Era bella, <br />
vista da lì, <br />
sembrava serena, <br />
senza tanti problemi. <br />
Egli rise <br />
e corse con ardore <br />
e dentro il cuore <br />
ripensò al suo amore, <br />
lasciato lì, <br />
dove la luna splende ancora, <br />
in quel mondo felice e disperato, <br />
vicino eppur lontano, <br />
il cui segreto era ormai nei suoi occhi, <br />
nel suo cuore, <br />
in quel pugno di polvere lunare <br />
che stringeva fra le dita.<br />
<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5stmOLNtrE-9qaBBs79ue8L2ePZ9PZZJNtNj3ebu_NeQQ6_PTfn7RrW81apMgZMms5YK3JwodsExzZ5VjaiSZGo17wb_p5JMZj4uo2dixEQ9ioYO_VYlDe4riRplgbdEVDO6bJ33pLlU/s1600/Testatina+-+racconto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="650" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5stmOLNtrE-9qaBBs79ue8L2ePZ9PZZJNtNj3ebu_NeQQ6_PTfn7RrW81apMgZMms5YK3JwodsExzZ5VjaiSZGo17wb_p5JMZj4uo2dixEQ9ioYO_VYlDe4riRplgbdEVDO6bJ33pLlU/s320/Testatina+-+racconto.jpg" width="320" /></a></div><p></p><br /><br /><br /><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-5253031304824087872019-03-27T18:31:00.001+01:002022-02-03T12:22:42.758+01:00Le parole di Chiara
<br />
<i>Sono trascorsi alcuni anni dall'uscita del mio libro "Ricominciare" e ho pensato di provare a immaginare una presentazione "atipica" di questo libro, non un incontro con l'autore, ma una chiacchierata "virtuale" con la protagonista del libro, il personaggio che si racconta ai lettori a modo suo.</i><br />
<i>Con questo testo inauguro la nuova rubrica "Ritorno di Voce" che riprenderà alcuni testi già pubblicati sul quindicinale locale La Voce del paese/<a href="http://www.gioianet.it/">Gioianet</a></i><br />
<br />
<br />
<h2 style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>Le parole di Chiara</b></span></h2>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2ufJeP4mMRZCbUbxZG6CS44Q1SjVSuJFSkwv3clEC2w2bHT6xR57pDETqfCmaUqqhDSRBZRROOVbUF6WOGIYOTKFV3Imd8jaFseaZQMb2NuzNmZxVmIRV2E5t15uKiw7yxSmL_urG4CE/s1600/Ricominciare+%2528Chiara%2529.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="384" data-original-width="400" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2ufJeP4mMRZCbUbxZG6CS44Q1SjVSuJFSkwv3clEC2w2bHT6xR57pDETqfCmaUqqhDSRBZRROOVbUF6WOGIYOTKFV3Imd8jaFseaZQMb2NuzNmZxVmIRV2E5t15uKiw7yxSmL_urG4CE/s320/Ricominciare+%2528Chiara%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Chiara, la protagonista del libro</td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">L'accogliente sala al primo
piano è gremita di amici, parenti e semplici curiosi per la
presentazione del libro dell'anno, un evento atteso da tutti con
trepidazione. </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">In fondo alla sala un lungo
bancone e alcune poltrone, destinate a ospitare l'autore,
l’organizzatore della serata e la giornalista chiamata a presentare
l’evento.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">All'ingresso un tavolino
con alcune copie del libro in bella mostra e la sorridente libraia
accovacciata in un angolo, pronta a intercettare i potenziali
lettori.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Passano i minuti, i
relatori continuano a girare nervosamente per la sala, senza sapere
cosa fare, cosa raccontare agli spettatori. L'autore non è ancora
arrivato, cosa strana per uno solitamente molto puntuale, spesso in
anticipo sui tempi concordati. Tutti si meravigliano che non sia
ancora arrivato, qualcuno è anche preoccupato che possa aver avuto
un problema grave.<br />
Sembra improvvisamente sparito, fuggito chi
sa dove, forse colto da un attacco di panico prima della
presentazione. Non risponde al cellulare, ai ripetuti sms e messaggi
sui social inviati a raffica per ricordargli l’appuntamento.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">All'improvviso un calo di
tensione fa tremolare i faretti, per una frazione di secondo la sala
diventa completamente buia. Poi, piano piano, si riaccendono uno per
volta, tornando a illuminare l’ambiente.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Tutti guardano stupiti.
Sulla poltrona centrale adesso è seduta una giovane donna, molto
bella, occhi neri, capelli scuri, legati in una soffice coda, e un
colorito leggermente abbronzato.<br />
Tutti la osservano con
sorpresa. Nessuno l'ha vista arrivare, nessuno sa chi sia o perché
si sia seduta al tavolo dei relatori. Non figura tra i nomi nella
locandina, eppure il suo aspetto, il suo viso hanno qualcosa di
vagamente familiare.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">La sicurezza con cui ha
preso posto sulla poltrona dimostra che non è lì per caso. </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Sono Chiara, la protagonista di questo libro</b></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«Sono Chiara, faccio
l'attrice e sono la protagonista di questo libro.» si presenta con
voce ferma. «Sono venuta a raccontarvi la mia storia, Gio preferisce
non stare troppo al centro dell'attenzione, preferisce che siano le
sue storie a parlare. Gio è il mio autore, Giovanni, io lo chiamo
così per brevità. </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Il libro l'ha scritto lui, ma
io ero sempre presente, praticamente è come se lo avessimo scritto
insieme, ho assistito alla scelta di ogni scena, di ogni parola.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Secondo lui un autore deve
parlare con i suoi scritti, non con la sua biografia; alle
presentazioni si dovrebbe parlare del contenuto del libro, non della
vita o delle opinioni dell’autore su qualche altro astruso
argomento. Invece spesso in queste occasioni si parla più
dell’autore che della sua opera. O si parla di tutto tranne che del
libro.»</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Dopo un momento di
sorpresa, di incredulità, di incertezza, la relatrice si siede
accanto alla misteriosa ragazza, come sospinta da una forza
magnetica. In silenzio anche il suo collega la imita, restando però
in religioso silenzio, quasi ammutolito.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">La giornalista saluta il
pubblico e introduce brevemente il libro in questione, un racconto
lungo intitolato “Ricominciare” pubblicato nel 2013 da Giovanni
Capotorto, ma finora mai presentato ufficialmente al pubblico. Apre
il taccuino dove ha appuntato alcuni spunti di riflessione, cercando
di nascondere la sua ansia per l'insolita situazione.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Non accenna all’assenza
dell’autore, sembra aver accettato la presenza della misteriosa
ragazza come sua portavoce ufficiale.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Tra le due donne c’è
stato un silenzioso scambio di sguardi, un impercettibile e muto
cenno d’intesa. Prende il mano il libro, come per mostrarlo al
pubblico, sfoglia alcune pagine e poi comincia con le domande.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h2 style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
L'intervista</h2>
<h2 style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</h2>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Come
definiresti questa storia? In che genere letterario la collocheresti?</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«Difficile darle una
collocazione precisa: oggi libri vengono catalogati in base a
categorie basate su quelle americane che non sempre corrispondono
alle nostre.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">È stato inserito
genericamente come Narrativa, non è facile incasellarlo in un genere
preciso.<br />
Forse potrebbe rientrare in quello che un tempo era il
genere drammatico (ma con un lieto fine). Oppure essere visto come un
racconto di formazione, dato che racconta il mio percorso di crescita
umana e le difficoltà che ho dovuto affrontare nella mia vita.»</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Nel
testo vengono affrontati parecchi temi sociali: la povertà, la
prostituzione minorile, le mine antiuomo, la disabilità, le adozioni
internazionali, etc. Può essere considerato un racconto di denuncia
?</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«Non è nato con questo
intento o per trattare argomenti specifici. I temi sociali sono
venuti fuori nel corso della narrazione, ma Gio ha cercato di
trattarli in maniera delicata, senza insistere troppo sui particolari
«scabrosi». La violenza, le sofferenze possono essere intuite, ma
non vengono descritte minuziosamente. Forse è stata una scelta per
proteggermi dalle cattiverie del mondo; Gio è sempre stato molto
protettivo nei miei confronti, offrendomi comunque una via d'uscita e
la possibilità di ricominciare la mia vita. </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Si affrontano questi temi
perché sono questioni che non possono essere ignorate, sperando di
provocare delle riflessioni nella mente del lettore. Sono stati
inseriti in coda anche alcuni link utili per approfondire le
tematiche sociali solo accennate nel testo.»</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Il libro ripercorre
brevemente la tua infanzia e giovinezza. </b><b>Parlaci della tua
storia.</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«Non posso dire molto,
rischierei di anticipare quanto scritto nel libro. </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Vengono raccontati gli episodi
fondamentali della mia vita: gli anni della povertà nella
baraccopoli, poi l’incidente e il periodo in ospedale, la paura di
non trovare più una collocazione nella società, </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">la rinascita attraverso
l’adozione e la possibilità di studiare, l’avvio della carriera
cinematografica.»</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Nella
narrazione mancano indicazioni precise su dove si svolge la storia e
anche il tuo vero nome viene sempre omesso. Chiara sembra essere
soltanto un nome simbolico.</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«Il nome Chiara è nato sin
dalla prima stesura, ma ha assunto un significato preciso solo nel
corso della narrazione, anche per segnare una differenza con gli
altri personaggi dalla pelle più scura.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">La scelta di non indicare la
precisa collocazione geografica e il nome precedente è stata in
parte casuale, poi ha acquistato un significato preciso.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">La povertà e la disperazione
della gente sono uguali in ogni parte del mondo, non importa dare un
nome al paese, ambientare la storia in Asia, in Africa, in America o
in Europa. Le baraccopoli della gente povera si somigliano tutte,
comunque le si voglia chiamare, baraccopoli, favelas, etc.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Non ha senso puntare il dito
contro una nazione o un continente e dimenticare che le stesse cose
spesso accadono anche sotto casa nostra.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">La maggior parte dei
personaggi non ha un nome, viene indicato solo per la sua funzione,
proprio per evitare una identificazione geografica. Anch'io fino alla
fine vengo indicata solo come Chiara, senza un cognome, né viene mai
specificato il mio nome precedente.»</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYXbq9y_CTvfWS4kW2s7KzmWQqMBrWv_g1-lT0X85k4cS8SdeRlAI3IvlZJBEUfx3hlvJCnxwTGis3jGMDINxEdzwvsY7gVT44zvUbfg6CU_BeKLIoTRiGajXNDhDwjf-TzJWCvAmqZ4s/s1600/copertina+Ricominciare+%2528250+x+350%2529.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="253" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYXbq9y_CTvfWS4kW2s7KzmWQqMBrWv_g1-lT0X85k4cS8SdeRlAI3IvlZJBEUfx3hlvJCnxwTGis3jGMDINxEdzwvsY7gVT44zvUbfg6CU_BeKLIoTRiGajXNDhDwjf-TzJWCvAmqZ4s/s320/copertina+Ricominciare+%2528250+x+350%2529.jpg" width="231" /></a></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit;">copertina Ricominciare</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Come
è nato questo libro? Credi che la tua storia sia stata raccontata
nel modo migliore ?</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«Credo di sì. Gio
naturalmente ha preso solo i momenti salienti della mia vita. La mia
storia è molto più lunga e complessa, servirebbe un romanzo per
raccontarla tutta. Chissà, forse un giorno lo scriverà - aggiunge
strizzando l'occhio al pubblico.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">All’inizio questo doveva
essere solo un racconto breve, pensato per una rivista letteraria
chiamata “Inchiostro”. Poi ha scelto di non spedirla e per
parecchi anni è rimasta nascosta in una cartellina tra gli altri
suoi testi inediti. »</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Quando ha deciso di
pubblicarla?</b> <b>E perché?</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«La storia è riemersa quando
Gio ha deciso di riprendere a scrivere dopo un lungo periodo di
pausa, intorno al 2009/2010. In quel periodo si era avvicinato ad
alcuni siti letterari dove si svolgevano periodicamente delle gare
tra autori esordienti (Braviautori, Forum Autori Esordienti).</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Su uno di questi siti chiamato
EbooKingdom è nato il progetto di un collana di ebook, selezionati
dalla curatrice Tanja Sartori e, dopo molte esitazioni, Gio ha deciso
di partecipare, inviando la mia storia. </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Il racconto è piaciuto, così
lo ha ampliato un po', anche grazie ai suggerimenti della
responsabile del sito, inserendo alcune scene nuove. Poi è stato
messo online in formato pdf, liberamente scaricabile.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Dopo qualche anno ha scoperto
il mondo del self-publishing, pubblicando con la Youcanprint la
raccolta di poesie “Fogli diversi”, praticamente già pronta e
impaginata da anni, ma ancora inedita.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Dopo l’uscita di questo
libro in molti gli chiedevano se aveva altre storie, se aveva scritto
racconti o romanzi e ha deciso di riproporre “Ricominciare”, in
una versione ampliata e con una nuova copertina.»</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Qualche
parola sul self-publishing.</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«Fino a qualche anno fa
l'autopubblicazione veniva considerata una cosa negativa, riservata a
chi non era riuscito ad attirare l'attenzione di una casa editrice.
Ancora oggi molti la considerano una scelta di serie B, confondendola
con l’editoria a pagamento; alcuni per pregiudizio si rifiutano di
leggere libri autopubblicati, preferendo magari le biografie dei
personaggi famosi, ammucchiate all’entrata di alcune librerie per
stuzzicare l’appetito del lettore incerto.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Con l'avvento di Lulu,
Ilmiolibro, Youcanprint e altre piattaforme simili si è diffuso
anche in Italia il fenomeno del self-publishing, spesso tradotto
letteralmente come autopubblicazione, che ha riscontrato molto
successo negli Stati Uniti, producendo anche libri di successo.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">In Italia è stato accolto con
timore dalle case editrici tradizionali, che hanno cercato in ogni
modo di arginare il fenomeno o di controllarlo, spesso screditando
quelli che sarebbe meglio definire “scrittori indipendenti”, un
po’ il corrispettivo della “indie” in campo musicale.<br />
Autori
che investono nelle loro opere senza censure o imposizioni, svolgendo
molte funzioni che prima venivano delegate alla casa editrice. Una
scelta che da un lato consente una maggiore libertà espressiva, la
possibilità di costruire da solo il tuo libro, utilizzando la
propria creatività e i servizi offerti dalla piattaforma di
pubblicazione, dall'altro espone a maggiori rischi e responsabilità
per produrre un libro attraente e ben scritto. </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Tra l’altro c’è anche la
comodità di stampare solo le copie necessarie su richiesta
attraverso il print on demand (una sorta di tiratura limitata) o di
offrire i propri testi anche in formato ebook, ancora snobbato da
molti autori nostalgici del “profumo” della carta. Un odore che
in verità col tempo diventa anche piuttosto sgradevole, ma insistere
su questo punto per alcuni fa “immagine”, sublima il concetto di
grande lettore.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">L’autore self sa che forse
non venderà tante copie, forse il suo testo non sarà un capolavoro,
ma sarà il tuo libro e saprai di aver dato il massimo per renderlo
speciale, un’attenzione e una cura che non sempre gli editori
tradizionali riservano.» </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Perché
è stato inserito il capitolo aggiuntivo «Ritorno a casa»?</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«Dopo l'uscita dell'ebook
alcuni lettori hanno evidenziato che la storia aveva un finale troppo
aperto e non sembravano soddisfatti della mia carriera di attrice,
sembrava quasi un cedimento al mondo consumistico occidentale.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Per cui è venuto spontaneo
dare un seguito alla storia, dando un significato diverso, un senso
alle mie scelte successive. Ricucire alcune situazioni che erano
rimaste in sospeso.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Abbiamo preferito lasciarlo
come capitolo extra per non stravolgere la struttura dei due testi,
per mostrare l’evoluzione della storia anche dal punto di vista
stilistico.»</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Questo
nuovo capitolo potrebbe essere la base per un romanzo dedicato alla
tua storia?</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">«Ogni tanto Gio progetta di
fare della mia storia un vero e proprio romanzo, raccontando nei
particolari alcune cose che sono state solo accennate nel racconto,
ma forse ancora non si sente pronto per fare questo passo.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Si sente più a suo agio con i
racconti, storie brevi dove si arriva subito al sunto della storia,
invece di tergiversare per centinaia di pagine, solo per riempire dei
fogli bianchi e fingere di creare aspettative del lettore. Purtroppo
alcuni autori e anche tanti lettori credono che il valore di un libro
si misuri dallo spessore, dal numero di pagine che lo compongono. E
questo non è sempre vero, spesso si riesce solo a risultare noiosi.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Anche molti capolavori della
letteratura sarebbero stati molto più efficaci e leggibili se
l’autore avesse omesso alcuni capitoli messi solo come riempitivo
per ritardare il finale. Una cosa normale nell’Ottocento quando i
racconti venivano pubblicati a puntate sui giornali e quindi
bisognava creare aspettative nel lettore, invogliarlo a comprare il
numero successivo, e forse c’era anche più tempo da dedicare alla
lettura. </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><b>Progetti
per il futuro?</b></span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Per prima cosa credo ritrovare
la voglia di scrivere che negli ultimi anni si è un po'
affievolita, soprattutto in ambito narrativo. Dopo «Ricominciare»
Gio ha pubblicato una seconda raccolta di poesie intitolata «Lungo
gli argini», che completa e chiude, almeno per ora, il suo percorso
poetico.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Al momento scrive articoli su
La Voce del Paese/GioiaNet e sul suo blog «Fogli diversi». </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Ha anche fatto nascere la
pagina Facebook e poi il blog «Scrittori di Gioia (del Colle)»,
nati per far conoscere tra loro e al pubblico i tanti talenti
letterari gioiesi.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Sa fare tante cose; non sempre
al meglio, secondo lui, e mai forse quel che servirebbe in quel
momento. Ha scritto poesie, articoli, racconti, ma non si sente né
poeta, né scrittore, né giornalista. O forse è tutte e tre le cose
insieme, ma non lo ammetterà mai. Non gli piace mettersi in mostra o
farsi inscatolare in una categoria precisa. Gli piace scrivere, anche
se a volte lo fa con sofferenza. </span></span>
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Spesso è più insoddisfatto
di quel che non riesce a fare che ebbro dei suoi tanti talenti e dei
progetti che è riuscito a creare e portare avanti senza troppi
clamori.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Sono in programma una raccolta
di racconti e altri progetti, ma per ora è ancora tutto in alto
mare, non riesce mai a trovare il tempo e soprattutto la
concentrazione per seguire al meglio i suoi progetti.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg8uD1_baufmpgvdUGX6yfUDQWg64fLbsbbgzF9OLVrCPhJLfFAXq9jgAs7izkO-OF_Q5mmoMVPN0fTAKDutuuj8URYrf1OV0usynGhBIWae5kqxkPU4ReQtOjAxzVZy-yQtQp0seJ4Zs/s1600/fogliDiversi.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="353" data-original-width="1197" height="94" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg8uD1_baufmpgvdUGX6yfUDQWg64fLbsbbgzF9OLVrCPhJLfFAXq9jgAs7izkO-OF_Q5mmoMVPN0fTAKDutuuj8URYrf1OV0usynGhBIWae5kqxkPU4ReQtOjAxzVZy-yQtQp0seJ4Zs/s320/fogliDiversi.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">testatina Blog Fogli Diversi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div><div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHBYJgZUZlgfMTdHtqH0vAfi_zXwq1ub3StXJGZzxmFmCokEtKxx_n_FMVYEb4KNWnXxUL74gv_08pBTjyqtr4ylRD5vvjYJ2Yhj2PmmklVT6hMdABBzXoYsfoX4QbvVDIrsZ4PJccFyw/s1600/Testatina+-+eventi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="650" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHBYJgZUZlgfMTdHtqH0vAfi_zXwq1ub3StXJGZzxmFmCokEtKxx_n_FMVYEb4KNWnXxUL74gv_08pBTjyqtr4ylRD5vvjYJ2Yhj2PmmklVT6hMdABBzXoYsfoX4QbvVDIrsZ4PJccFyw/s320/Testatina+-+eventi.jpg" width="320" /></a></div><div style="font-weight: normal; line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><i></i>
</div>
<div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-20132009681170394602019-03-03T11:23:00.000+01:002019-03-27T18:06:06.546+01:00Revisione sito Marzo 2019Dopo un lungo periodo in cui ho trascurato questo sito, nelle prossime settimane cercherò di rinnovare un po' questo spazio prima di riprendere delle pubblicazioni più regolari.<br />
<br />
La prima modifica che forse salta subito all'occhio è l'eliminazione delle<a href="https://foglidiversi.blogspot.com/2016/10/i-miei-3-negozi-su-streetlib.html"> tre vetrine Streetlib Stores</a> e dei relativi gadget diretti di vendita dalla Home page e dael pagine interne.<br />
Una scelta già ipotizzata qualche mese fa, esprimendo <a href="https://foglidiversi.blogspot.com/2018/05/vetrine-streetlib-ha-senso-mantenerle.html">dubbi sull'effettiva utilità di questo servizio</a>, ora diventata obbligata dopo che improvvisamente Streetlib ha cancellato i riferimenti alle vetrine esistenti, che adesso rimandano al catalogo generale. Si tratta di un processo di riorganizzazione del sito Streetlib; in attesa di novità per ora ho tolto ogni riferimento.<br />
<br />
IN questo ultimo anno ho avviato una collaborazione con il giornale locale La Voce del paese/Gioiane, occupandomi principalmente di temi culturali. Ho pensato di riprendere alcuni degli articoli pubblicati e riadattarli per questo sito.<br />
<br />
<br />
Cercherò di tenervi informati delle altre modifiche che saranno effettuate a mano a mano che troverò elementi obsoleti da cancellare o rinnovare.<br />
Grazie per la pazienza e a presto su un sito rinnovato.<br />
<br /><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-9365470248743286672019-01-26T12:21:00.002+01:002019-01-26T17:00:54.789+01:00Giornata della Memoria 2019<div data-contents="true">
<div data-contents="true">
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="k381-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="k381-0-0">
<span data-offset-key="k381-0-0"><span data-text="true">In vista della <b>Giornata della Memoria</b> segnalo alcune iniziative e pubblicazioni interessanti.</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="461h3-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="461h3-0-0">
<span data-offset-key="461h3-0-0"><br data-text="true" /></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="2p28f-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="2p28f-0-0">
<span data-offset-key="2p28f-0-0"><span data-text="true">- Il 26/27 gennaio 2019 presso il Teatro Rossini l'Università della Terza Età propone lo spettacolo di <b>Marco Baliani "Del coraggio silenzioso"</b></span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="fk0fe-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="fk0fe-0-0">
<a href="http://www.gioianet.it/attualita/16498-del-coraggio-silenzioso-di-e-con-marco-baliani.html"><span data-offset-key="fk0fe-0-0"><span data-text="true">http://www.gioianet.it/attualita/16498-del-coraggio-silenzioso-di-e-con-marco-baliani.html</span></span></a></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="c9k6g-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="c9k6g-0-0">
<span data-offset-key="c9k6g-0-0"><br data-text="true" /></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="520nr-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="520nr-0-0">
<span data-offset-key="520nr-0-0"><span data-text="true">- La casa editrice <b>La Meridiana</b> di Molfetta propone una selezione di libri dedicati alla Shoah intitolata <b><a href="https://www.lameridiana.it/libri-della-memoria.html">"I libri della Memoria"</a>.</b></span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="fnn5v-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="fnn5v-0-0">
<span data-offset-key="fnn5v-0-0"><span data-text="true">Tra gli altri è disponibile anche la graphic novel<b> <a href="https://www.lameridiana.it/174517.html">"174517 Deportato Primo Levi"</a></b> di Franco Portinari e Giovanna Carbone, d</span></span><span data-offset-key="fnn5v-0-0"><span data-text="true">edicata alla figura e la storia di Primo Levi.</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="bgvhv-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="bgvhv-0-0">
<a href="https://www.lameridiana.it/libri-della-memoria.html"><span data-offset-key="bgvhv-0-0"><span data-text="true">https://www.lameridiana.it/libri-della-memoria.html</span></span></a></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="6d90s-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="6d90s-0-0">
<br /></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="ahqbb-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="ahqbb-0-0">
<span data-offset-key="ahqbb-0-0"><br data-text="true" /></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="b22hk" data-offset-key="dsr11-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="dsr11-0-0">
<span data-offset-key="dsr11-0-0"><span data-text="true">- Segnalo inoltre due testi scritti qualche anno fa che ho avuto modo di leggere:</span></span></div>
</div>
<ul>
<li><span data-offset-key="kbo-0-0"><span data-text="true"><b>"La mia amica ebrea"</b> di Maricla Pannocchia (Rebecca Domino)<br /><a href="http://www.lulu.com/shop/rebecca-domino/la-mia-amica-ebrea/ebook/product-21416032.html">http://www.lulu.com/shop/rebecca-domino/la-mia-amica-ebrea/ebook/product-21416032.html</a></span></span><br /><span data-offset-key="kbo-0-0"><span data-text="true"><br /></span></span></li>
<li><span data-offset-key="igpo-0-0"><span data-text="true"><b>"Quando dal cielo cadevano le stelle"</b> di Federica Pannocchia (Sofia Domino)<br /><a href="http://edeneditori.com/it/prodotto/dal-cielo-cadevano-le-stelle/">http://edeneditori.com/it/prodotto/dal-cielo-cadevano-le-stelle/</a></span></span></li>
</ul>
</div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-21258641889558775622018-12-04T12:16:00.002+01:002018-12-04T12:26:44.866+01:00Ciao Andrea Leonelli<i>Dopo un lungo periodo di silenzio, di quasi abbandono di questo blog, avevo programmato di riprendere le pubblicazioni per dicembre, ripescando una delle tante recensioni non ancora pubblicate.</i><br />
<i>Poi, casualmente, ieri ho letto un post di Piera Rossotti di Edizioni Esordienti Ebook che annunciava sgomenta che nella notte del 3 dicembre ci aveva lasciati l'amico Andrea Leonelli. </i><br />
<i>Dopo qualche ora di sbigottimento per la notizia dolorosa e inaspettata, ho messo da parte tutto il resto e provato</i><i> a dare forma ai ricordi, a inviare un ultimo saluto ad Andrea, e un grande abbraccio alla sua famiglia e a quanti lo hano conosciuto.</i><br />
<i></i><br />
<a name='more'></a><br />
<br />
Ciao Andrea,<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDiVQ5S0tffpVKsg-kdbGDGh5SiynCWE9rJmHspJDPvKHer_8eBhtO2Z8-QXoAhH6hP2o-gmX2sPHu5FO_Ayv_ca9s6BVAAXslip4ZWCm2AScCuRiracF7ieFihmmPuBviNhHLwV64MRQ/s1600/47320539_1693516257419142_391685916290187264_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="702" data-original-width="721" height="311" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDiVQ5S0tffpVKsg-kdbGDGh5SiynCWE9rJmHspJDPvKHer_8eBhtO2Z8-QXoAhH6hP2o-gmX2sPHu5FO_Ayv_ca9s6BVAAXslip4ZWCm2AScCuRiracF7ieFihmmPuBviNhHLwV64MRQ/s320/47320539_1693516257419142_391685916290187264_n.jpg" width="320" /></a>sembra un amaro scherzo del destino vederti con in mano il tuo ultimo libro "Domani ci sarà tempo", sapendo che non sei più tra noi.<br />
Quasi un invito a non sprecare il nostro tempo, quel tempo che ci è stato dato, nel tuo caso ridonato dopo l'infarto del 2010, e che a volte ci sembra infinito. Un'esperienza negativa che aveva segnato la tua anima più che il tuo fisico, lasciando trasparire una profonda tristezza nelle tue poesie e ti aveva dato la spinta per intraprendere la carriera letteraria e realizzare tanti obiettivi.<br />
Ci siamo incrociati per caso nel 2012 su BraviAutori, inseriti insieme con Windrose e Maria Adele Popolo in una squadra "strampalata" chiamata "The Isla" per le Olimpiadi Letterarie 2012. Ricordo il supporto che mi avete dato quando il mio lavoro era stato sottovalutato dalla giuria, l'impegno per portare avanti le gare fino alla fine, nonostante alcune difficoltà dei componenti del gruppo.<br />
Credo che lì sia cominciata una bella amicizia, continuata sulle pagine de <b>Il mondo dello scrittore</b>, <b>Opinion on books</b> e degli altri siti a cui hai lavorato in quegli anni.<br />
Non so se abuso del termine "amico", visto che la nostra conoscenza è
stata solo virtuale, purtroppo non abbiamo mai avuto modo di conoscerci
personalmente. <br />
Ricordo la fiducia con cui mi hai concesso di leggere in anteprima la tua prima raccolta poetica <b>La selezione colpevole</b>, appena uscita, e forse un pizzico di delusione per alcuni mie commenti privati in cui criticavo la negatività che sentivo nei tuoi versi.Forse allora non conoscevo bene la tua storia, il tuo lavoro come infermiere in un reparto di rianimazione, lo stesso dove allora ti hanno soccorso.<br />
Era da un po' che non ci sentivamo, un appuntamento purtroppo rimandato troppo a lungo, di cui ora mi rammarico.<br />
Non so come interpretare il titolo del tuo ultimo libro <b>Domani ci sarà tempo</b>, se vederlo come un messaggio di speranza, un invito a non rinunciare ai propri sogni, tanto ci sarà sempre un domani per riuscire a realizzarli o piuttosto un monito a non sprecare il tempo che ci viene donato.<br />
Vorrei dire tante altre cose ma so se le mie parole oggi non hanno un senso. Forse meglio fermarsi qui.<br />
Ciao Andrea e grazie per tutto quello che hai fatto, per quello che sei stato e che resterai sempre nei cuori di chi ti ha conosciuto, anche solo virtualmente.<br />
<br /><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-59227922866896510602018-10-15T12:40:00.001+02:002018-10-15T12:44:56.196+02:00ebook L'Italiano e la rete (Accademia della Crusca)Anche quest'anno in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel
Mondo l'Accademia della Crusca diffonde gratuitamente un ebook
realizzato in collaborazio<span class="text_exposed_show">ne con goWare.intitolato <b>L'Italiano e la rete, le reti per l'italiano</b>.</span><br />
<br />
<span class="text_exposed_show">Di seguito <a href="http://www.accademiadellacrusca.it/it/laccademia/notizie-dallaccademia/nuovo-libro-elettronico-dellaccademia-occasione-settimana-lingua--1">il comunicato dell'Accademia della Crusca</a> </span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZpdQ7VUb1XDb4GA6M_K477vzrSS87AfRrWV2IVCznFIk5woDYe1cxkT8AwBifS7WoaBJXpWs69onDRKW9nTUQNW2sQpsVlCEW6jB9yMUoibga8d-1bKOqyl3jyQEONHG4R0koWBgZfms/s1600/italiano_rete_settimana.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="886" data-original-width="697" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZpdQ7VUb1XDb4GA6M_K477vzrSS87AfRrWV2IVCznFIk5woDYe1cxkT8AwBifS7WoaBJXpWs69onDRKW9nTUQNW2sQpsVlCEW6jB9yMUoibga8d-1bKOqyl3jyQEONHG4R0koWBgZfms/s320/italiano_rete_settimana.png" width="251" /></a></div>
<br />
<h1>
<span style="font-size: large;">Un nuovo libro elettronico dell'Accademia in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo: <i>L'italiano e la rete, le reti per l'italiano</i></span></h1>
<br class="clearB" />
Sono ormai cinque anni che, in occasione della <a href="http://www.accademiadellacrusca.it/it/eventi/diciottesima-settimana-lingua-italiana-mondo-litaliano-rete-reti-per-litaliano">Settimana della lingua italiana nel mondo</a> l'Accademia <b>diffonde gratuitamente un libro in formato elettronico</b>. Dopo <a href="http://www.edizionidicrusca.it/scheda.asp?IDV=484" target="_blank"><i>L'editoria italiana nell'era digitale</i></a> (2014, Quattordicesima Settimana), <a href="http://www.edizionidicrusca.it/scheda.asp?IDV=510" target="_blank"><i>L'italiano della musica nel mondo</i></a> (2015, Quindicesima Settimana) e <a href="http://www.edizionidicrusca.it/scheda.asp?IDV=536" target="_blank"><i>L’italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design</i></a> (2016, Sedicesima Settimana), <a href="http://www.goware-apps.com/litaliano-al-cinema-litaliano-nel-cinema-giuseppe-patota-e-fabio-rossi-a-cura-di/"><i>L'italiano al cinema, l'italiano nel cinema</i></a> (2017, Diciassettesima Settimana), quest'anno l'Accademia, in collaborazione con il MAECI, pubblica <i>L'italiano e la rete, le reti per l'italiano</i> (2017, Diciassettesima Settimana).<br />
<div class="rtecenter">
<br /></div>
Il libro è curato da <b>Giuseppe Patota</b>, accademico della Crusca e docente di Linguistica all'Università di Siena-Arezzo, e da<b> Fabio Rossi</b>, docente di Linguistica italiana e Storia del cinema presso l'Università di Messina.<br />
Il volume contiene interventi di <b>Elena Pistolesi, Mirko
Tavosanis, Massimo Palermo, Giuliana Fiorentino, Vera Gheno, Massimo
Prada, Stefania Iannizzotto e Raffaella Setti, Enrico Pio Ardolino e
Dalila Bachis, Rita Fresu</b>.<br />
Il libro sarà scaricabile gratuitamente durante tutta la Diciottesima Settimana della lingua italiana nel mondo (<b>15-21 ottobre 2018</b>) dalle principali librerie online <span style="font-size: 13px;">collegandosi all’indirizzo:</span><br />
<div class="rtecenter">
<b><a href="http://www.goware-apps.com/litaliano-e-la-rete-le-reti-per-litaliano-giuseppe-patota-fabio-rossi-a-cura-d" target="_blank">http://www.goware-apps.com/litaliano-e-la-rete-le-reti-per-litaliano-giuseppe-patota-fabio-rossi-a-cura-d</a></b></div>
<div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-3087613718336854572018-07-08T17:51:00.002+02:002022-07-03T14:42:03.295+02:00Mi rifaccio il trullo, film con Uccio De Santis
<br />
<i>Qualche anno fa ho casualmente ritrovato su internet gli amici <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Silvio_Don%C3%A0">Silvio Donà</a> e Antonio De Santis, scoprendo che stavano lavorando insieme ad una sceneggiatura.<br />Un progetto allora "top secret", di cui ancora forse neanche loro avevano ben chiari i possibili sviluppi, che poi si è concretizzato nel 2016 nel film "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Mi_rifaccio_il_trullo">Mi rifaccio il trullo</a>", una divertente commedia diretta da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Vito_Cea">Vito Cea</a>, che recentemente ho finalmente avuto modo di vedere e recensire.</i><br />
<i><br /></i>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzSm5GC2M6niGfHoraMovVHkeJuwejf9tIblxezTcZvgihJghyphenhyphenhEaQG3-NwotOAekwvZO9OEVekI2XY76vFfLVszyjczPsr-S22sUQ0giKZOH1wmRQx16_6oegxTVXQzkk0eZNmxD4hKE/s1600/mi_rifaccio_il_trullo.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzSm5GC2M6niGfHoraMovVHkeJuwejf9tIblxezTcZvgihJghyphenhyphenhEaQG3-NwotOAekwvZO9OEVekI2XY76vFfLVszyjczPsr-S22sUQ0giKZOH1wmRQx16_6oegxTVXQzkk0eZNmxD4hKE/s400/mi_rifaccio_il_trullo.jpg" width="280" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">locandina Mi rifaccio il trullo</td></tr>
</tbody></table>
<i></i><br />
<i></i>
<br />
Il protagonista Michele Modugno (<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Uccio_De_Santis">Uccio De Santis</a>), è un muratore con la passione per la musica e le donne. <br />
Per ripianare i debiti contratti con la banca, d'estate Michele e sua sorella Melania (Antonella Genga) affittano ai turisti il trullo di famiglia al mare; sono proprio in attesa di un'anziana turista milanese quando il cognato Sebastiano (<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Sardella">Umberto Sardella</a>) scopre che il trullo è stato rubato, probabilmente smontato pezzo per pezzo per poi essere ricostruito altrove, probabilmente nel nord italia.<br />
Un disastro, perché tutte le risorse economiche della famiglia si basano sui proventi del'affitto del trullo.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_zZzAGXUoIaxmfa5bim8qtw3XsH9Mcp9A3bGYQ2G6VOHI6mSzwAAxdftEvoA-B8KZkvBlE2xJpIV0wMFJ581HOsTKkVDS9odcgbgG3BivTp3Lbms16vybsl4_aDHhmVZFoHTmOb7LVXg/s1600/trullo-photo_04.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_zZzAGXUoIaxmfa5bim8qtw3XsH9Mcp9A3bGYQ2G6VOHI6mSzwAAxdftEvoA-B8KZkvBlE2xJpIV0wMFJ581HOsTKkVDS9odcgbgG3BivTp3Lbms16vybsl4_aDHhmVZFoHTmOb7LVXg/s320/trullo-photo_04.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uccio De Santis e Lorena Cacciatore</td></tr>
</tbody></table>
Michele non si perde d'animo e decide di trovare una sistemazione alternativa alla signora, approfittando della sua veneranda età per confonderle le idee, cercando contemporaneamente di mantenere segreta la notizia del furto all'anziana madre (Giustina Bonomo).<br />
Solo che al posto dell'anziana si presenta la giovane Gaia (<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Lorena_Cacciatore">Lorena Cacciatore</a>), attraente manager milanese poco propensa a credere alle sue fantasiose argomentazioni per spacciare per un "moderno" trullo una normale villetta.<br />
Michele sarà costretto a ospitarla a casa sua; l'inizio di una convivenza difficile a causa di incomprensioni linguistiche e caratteriali, col rischio di complicazioni sentimentali.<br />
Come nel precedente film "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Non_me_lo_dire_(film_2012)">Non me lo dire</a>" Uccio è stato ben coaudiuvato da molti attori pugliesi, in gran parte provenienti dal suo programma televisivo Mudù, trasmesso da <a href="http://www.norbaonline.it/">Telenorba</a>, che hanno fatto risaltare il suo talento per la battuta.<br />
Cito per tutti solo Umberto Sardella, ottima spalla nel film come in tante barzellette di Mudù, con cui ormai c'è un affiatamento e una complicità sul palco che oserei paragonare alle mitiche scenette tra Totò e Peppino, e Antonella Genga, convincente nella parte della sorella che deve rimediare ai disastri di Michele.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0RSzM1zg3iPRZeGPtL7LGpdMdHu12VzUToFLOq6BgxPEuxtJ3rb9bAJBJ5HKMsT-CnETJ9nLiK0hY5INbW9bcbO8qqexD9SFwYrRqlSVgdOqtAYEwZHGgrTH1ocKfkBsB0fjxAXMoahk/s1600/uccio3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0RSzM1zg3iPRZeGPtL7LGpdMdHu12VzUToFLOq6BgxPEuxtJ3rb9bAJBJ5HKMsT-CnETJ9nLiK0hY5INbW9bcbO8qqexD9SFwYrRqlSVgdOqtAYEwZHGgrTH1ocKfkBsB0fjxAXMoahk/s320/uccio3.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uccio De Santis</td></tr>
</tbody></table>
Stesso regista, stesso cast del programma televisivo, stessa atmosfera gioiosa che hanno reso molto naturale la recitazione, con l'inserimento di altri ottimi attori, pugliesi e non, come <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Ciardo">Gianni Ciardo</a>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Tiziana_Schiavarelli">Tiziana Schiavarelli</a>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Masciarelli">Stefano Masciarelli</a>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Insegno">Claudio Insegno</a>, etc.<br />
Gli sceneggiatori Silvio Donà e Antonio De Santis e il regista Vito Cea sono riusciti a evitare l'effetto frammentazione, a non fare un film fatto solo dalla somma di tante scenette divertenti in stile Mudù, creando invece una struttura unitaria e scorrevole.<br />
Molto brava Lorena Cacciatore, credibile nella parte della turista milanese e capace di ben dosare la sua bellezza, risultando sexy in alcune scene, ma senza mostrare più del necessario.<br />
Divertenti le incomprensioni e le invenzioni linguistiche (l'ape, l'acronimo ASAP) oppure il tormentone del "letto a nord". Anche lei è riuscita a creare con Uccio un'ottima sintonia recitativa pur non avendo, credo, mai lavorato prima insieme.<br />
Da sottolineare anche l'intensa intrerpretazione di Giustina Bonomo nel ruolo della madre di Michele; capace di comunicare solo con uno sguardo o un'inflessione della voce, senza troppe parole.<br />
Nel complesso una commedia divertente, godibile, con un linguaggio mai volgare e adatto a tutti; potrebbe essere anche una bella cartolina per promuovere le bellezze della nostra regione.<br />
Se l'avete perso al cinema potete acquistarlo in DVD su <a href="https://www.ibs.it/mi-rifaccio-trullo-film-vito-cea/e/8017634177703?inventoryId=53700486">IBS </a>o su <a href="https://it.chili.com/film/mi-rifaccio-il-trullo-2016/2a0a69b7-f256-4b6a-b227-50996dedebd5">Chili</a>.<br />
<br />
<b>Trailer</b><br />
<b></b><br />
<a href="http://filmup.leonardo.it/trailers/mirifaccioiltrullo.shtml">traler Mi rifaccio il trullo</a> su Film up<br />
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=CqJvkMyxn64">traler Mi rifaccio il trullo e intervista Uccio e Lorena su YouTube</a><br />
<br />
<b>Link utili</b><br />
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Mi_rifaccio_il_trullo">scheda su Wikipedia</a><br />
<a href="http://www.filmscoop.it/film_al_cinema/mirifaccioiltrullo.asp">scheda su Film Scoop</a><br />
<a href="https://www.comingsoon.it/film/mi-rifaccio-il-trullo/53145/scheda/">scheda su Coming soon</a><br />
<a href="http://www.mymovies.it/film/2016/mirifaccioiltrullo/">scheda su My Movies</a><br />
<a href="http://filmup.leonardo.it/sc_mirifaccioiltrullo.htm">scheda su Filmup</a><br />
<div>
<br /></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig7zLApTopt_jmF-9Tq5RHjSg-Pvtl6EBpM5cpmeLm83gAtiBCLDqbmZdX4BRNx5rYdLq-ICDbfXvqWv5Q3JgHQ64LLlCLFvIT7kyZ53A03LvCancJjBK6b0VwYAQUPWUchzoBeuWZ5dA/s1600/mi_rifaccio_il_trullo.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig7zLApTopt_jmF-9Tq5RHjSg-Pvtl6EBpM5cpmeLm83gAtiBCLDqbmZdX4BRNx5rYdLq-ICDbfXvqWv5Q3JgHQ64LLlCLFvIT7kyZ53A03LvCancJjBK6b0VwYAQUPWUchzoBeuWZ5dA/s200/mi_rifaccio_il_trullo.jpg" width="140" /></a><p><b>Scheda film (fonte Coming Soon)</b><br />
<br />
DATA USCITA: 03 marzo 2016<br />
GENERE: Commedia<br />
ANNO: 2016<br />
REGIA: Vito Cea<br />
ATTORI: Uccio De Santis, Lorena Cacciatore, Pietro Genuardi, Stefano Masciarelli, Antonella Genga, Umberto Sardella, Gianni Ciardo, Claudio Insegno, Beppe Convertini<br />
PAESE: Italia<br />
DISTRIBUZIONE: Adriatica Film s.r.l.<br />
<br />
TRAMA MI RIFACCIO IL TRULLO:<br />
Michele Modugno, un muratore pugliese con l'hobby della musica, vive in un grande trullo con la vecchia madre, la sorella Melania e il cognato Sebastiano, anche lui muratore e suo socio. Per ripianare un debito contratto con la banca, Michele affitta d'estate un piccolo trullo sul mare di sua proprietà. Il giorno prima di ospitare una turista (Giada), riceve però, una brutta sorpresa: qualcuno ha rubato il trullo. La costruzione è stata depredata delle pietre e del cono. Michele cerca un'altra sistemazione per la turista, ma alla fine, è costretto ad ospitarla in casa sua. La convivenza con Giada, una bella manager milanese, porta lo scompiglio nella vita del povero muratore. I due, per caratteri e modi di vivere diversi, all'inizio si scontrano e litigano su tutto. Ma poi, lentamente, scoprono di essere attratti l’uno dell’altro e tra loro inizia una bella, quanto improbabile storia d'amore.</p><p>Aggiornamento 02/07/2022</p><p>"Mi rifaccio il trullo" è ora disponibile su <br />
Amazon Prime (https://www.primevideo.com/detail/0IG8EH4F1DRHJDLVGZC5RBXRBJ/ref=atv_dp_share_cu_r)<i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2OXQRR0U1gyIa6G1VHLMjW9KUnwGNW_Laldra3rH6uxsrvXyPV_t8yUNXBFfH_-N1nYBVT6d3ozDmm0wtHyzOoOhw3wi8XJkRAqtWNwGMUfY8fDfSV8QejcFwmALwxfxPqvxp6OIzZ7g/s1600/Testatina+-+eventi+%2528Libri%252C+arte%252C+musica%2529+copia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="650" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2OXQRR0U1gyIa6G1VHLMjW9KUnwGNW_Laldra3rH6uxsrvXyPV_t8yUNXBFfH_-N1nYBVT6d3ozDmm0wtHyzOoOhw3wi8XJkRAqtWNwGMUfY8fDfSV8QejcFwmALwxfxPqvxp6OIzZ7g/s320/Testatina+-+eventi+%2528Libri%252C+arte%252C+musica%2529+copia.jpg" width="320" /></a></div><p><br />
<br /></p><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-78060313250988417502018-06-30T11:26:00.001+02:002022-05-14T15:21:17.637+02:00Liber uscita - giugno 2018<i>Questo mese dedico questo spazio alla raccolta di poesie "Altissima miseria" di Claudia Di Palma, poetessa che ho avuto modo di ascoltare il 21 aprile 2018 per l'iniziativa di Palazzo Romano per la giornata mondiale della poesia "Versi della memoria" . </i><br />
<i>Non so perché tra i tanti bravi poeti che si sono alternati quella sera, forse a ritmo troppo rapido per poter assaporare i loro versi nel modo migliore, le sue poesie hanno particolarmente attirato la mia attenzione, per cui ho poi cercato di documentarmi sulla sua produzione letteraria. </i><br />
<i></i><br />
<i>In genere evito di commentare le poesie altrui, credo che "un poeta" sia spesso la persona meno indicata per analizzare un testo poetico in maniera obiettiva perchè inevitabilmente cercherà di rapportarla al proprio mondo letterario, preferendo quelle più affini ai suoi scritti e trascurando le altre. Operazione che forse inconsciamente ho fatto anch'io scegliendo questa raccolta.</i><br />
<br />
<div style="text-align: center;">
---</div>
<h3>
Altissima miseria</h3>
<h3>
<span style="font-weight: normal;"><i>di Claudia Di Palma</i></span></h3>
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiptgnysYAaO7vnNTvCBXA_mYbhsu5aCnkkR150FCnPT9KftDDug5nlY8hKacvNhPHDnN7cf0qnUOQvV0MN26vLcCuxe-9nWH6EHSrFT9C1hRjw9QzVTdNx1vdqkfxQv9VLaJTYya87v1k/s1600/altissima-miseria-claudia-di-palma-musicaos-editore-poesia-04.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiptgnysYAaO7vnNTvCBXA_mYbhsu5aCnkkR150FCnPT9KftDDug5nlY8hKacvNhPHDnN7cf0qnUOQvV0MN26vLcCuxe-9nWH6EHSrFT9C1hRjw9QzVTdNx1vdqkfxQv9VLaJTYya87v1k/s320/altissima-miseria-claudia-di-palma-musicaos-editore-poesia-04.jpg" width="200" /></a>«Altissima miseria» è il libro d'esordio della giovane scrittrice salentina Claudia Di Palma, nata nel 1985 a Maglie e vincitrice nel 2017 del Premio Opera Prima "Luciana Notari".<br />
<br />
Una scrittura semplice, diretta, dissacrante, che arriva dritto al cuore del lettore e lo invita a riflettere..<br />
La raccolta, secondo i critici, parla di resa, sembra un invito ad arrendersi alla vita, alla propria miseria, ad esprimere il bisogno di esternare il proprio dolore di essere in questo mondo.<br />
A mio parere i versi dicono anche altro, lasciano comunque uno spiraglio aperto ala speranza.<br />
È vero che nella poesia d'avvio l'autrice offre la sua bandiera bianca, ma nello stesso tempo invita il lettore nel "luogo stupendo della mia resa, la scrittura" dove "le briciole non hanno pietà dell'indifferenza". Dove c'è una scrittura libera e la lotta all'indifferenza non può esserci resa, al massimo consapevolezza dei propri limiti, di non poter andare oltre un certo punto.<br />
In un altro componimento l'autrice confessa "<span class="fontstyle0">Scrivo per non lasciare andar via l’effimero", con il proposito per preservare l'attimo, per essere d'aiuto alle cose cagionevoli e non lasciarle morire.</span><span><span class="UFICommentActorAndBody"><span><span> <span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody"><span>Evocativa la copertina dell'artista Benedetta Longo, in sintonia con i versi di Claudia.</span></span></span></span></span></span></span>Deludente la veste grafica della versione ebook che ho avuto modo di leggere, con un ampio spazio dedicato ai pareri dei critici (metà del volume!) e un sovrabbondarnte e fastidioso abuso del grassetto, che rischia di sviare l'attenzione dai testi, riprodotti in una sequenza continua, con solo una sottile riga a separare le composizioni, quasi tutte prive di titolo.<br />
<br />
<ul class="dettagli-prodotto">
<li><span class="product_label"><b>Titolo</b>: Altissima miseria</span></li>
<li><span class="product_label"><b>Autrice</b>: Claudia Di Palma</span></li>
<li><span class="product_label"><b>Editore</b>: </span>Musicaos </li>
<li><span class="product_label"><b>Data di Pubblicazione</b>: </span>15 aprile 2017</li>
<li><span class="product_label"><b><span class="product_label">ISBN</span></b>: </span>9788899315627</li>
<li><span class="product_label"><b>Pagine</b>: 92 p. Brossura</span></li>
<li><span class="product_label">Disponibile anche in ebook</span></li>
</ul>
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<b>Link utili</b><br />
<div class="schedule-section shown">
<div class="link_note_legali">
<ul>
<li><a href="https://musicaos.org/claudia-di-palma/">biografia Claudia Di Palma su Musicaos</a></li>
<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=uXzqkjlCjPM">Claudia Di Palma, "Luciana Notari", ed 2017, Premio Opera Prima</a></li>
<li><a href="https://vimeo.com/242277000">Claudia Di Palma legge per “Se telefonando” a cura di Roberto Roganti</a></li>
<li><a href="https://internopoesia.com/tag/altissima-miseria/">"Altissima miseria"Claudia Di Palma - Internopoesia 16/03/2017</a></li>
<li><a href="http://www.pelagosletteratura.it/2017/03/01/claudia-di-palma-la-poesia-che-si-fa-misero-dono/">Claudia di Palma: la poesia che si fa “misero dono” - PelagosLetteratura 01/03/2017</a></li>
<li><a href="http://poesia.blog.rainews.it/2017/01/claudia-di-palma-altissima-miseria/">Claudia Di Palma, “Altissima miseria” - Blog Poesia RAI - gennaio 2017</a></li>
<li><a href="https://perigeion.wordpress.com/2017/09/05/claudia-di-palma-altissima-miseria/">Claudia Di Palma, Altissima miseria su Perigeion - 05/09/2017</a></li>
<li><a href="http://www.versanteripido.it/forse-lamore-forse-la-miseria-poesia-di-claudia-di-palma/">Forse l’amore forse la miseria, poesie di Claudia Di Palma - Versante Ripido</a></li>
<li><a href="https://zonadidisagio.wordpress.com/2016/11/29/la-volonta-di-potenza-della-parola/">La volontà di potenza della parola - Zona di disagio 29/11/2016</a></li>
<li><a href="https://zonadidisagio.wordpress.com/2017/10/20/umanita-misera-altissima-e-sacr/">Umanità, misera, altissima e sacra - Zona di disagio 20/10/2017</a><br /> <br /></li>
</ul>
</div>
</div>
<ul class="dettagli-prodotto"></ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyk-A6Zv1pqiRghPqNQwktOa0-4PfoxWdeTeP6kMqmJo4EzHAFe7rO-4nERASn_eK6_YCY2DY64MDBHKROMZXy37m3BDmeDHJaE81MgMHMgm1r0-83q43kIiZhmurxvi9f_l00SNh_h1E/s1600/Testatina+-+liber_uscita+%2528Novit%25C3%25A0+in+libreria%2529+copia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyk-A6Zv1pqiRghPqNQwktOa0-4PfoxWdeTeP6kMqmJo4EzHAFe7rO-4nERASn_eK6_YCY2DY64MDBHKROMZXy37m3BDmeDHJaE81MgMHMgm1r0-83q43kIiZhmurxvi9f_l00SNh_h1E/s320/Testatina+-+liber_uscita+%2528Novit%25C3%25A0+in+libreria%2529+copia.jpg" width="320" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidfJ5qIV_F1UNn6C4popGNzS0LMEVEueyvuMdH0Q7uHVPta6kXACMUJBh8QdXHKmP68bRz1e4R_hRGiUc_nf3c2b2T_EsdWyFa7KwzQX6UnqFcThylFruRDc_3Go0Cb9BlAME_PPzM098/s1600/strip+colori.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4885431297972564440.post-10909481558648027772018-06-12T10:03:00.000+02:002018-06-15T00:00:38.676+02:00Non solo don Camillo. Riscopriamo Guareschi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJLFO5RRQJLbFylrbTwELYiNtITN2AZHsJoA85AYRaux9wRxsPAmcur3I9Z93KyVt0JW0pa0haRxZYJl-gj8kA5h_SHBnxuWz9du2hippt2IZXRBl3wFfhBqD0S3F-IETB66G-5ax2e6M/s1600/Testatina+-+recensioni+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="98" data-original-width="650" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJLFO5RRQJLbFylrbTwELYiNtITN2AZHsJoA85AYRaux9wRxsPAmcur3I9Z93KyVt0JW0pa0haRxZYJl-gj8kA5h_SHBnxuWz9du2hippt2IZXRBl3wFfhBqD0S3F-IETB66G-5ax2e6M/s320/Testatina+-+recensioni+2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<i>Negli ultimi mesi ho completato la lettura del ciclo di don Camillo e Peppone di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovannino_Guareschi">Giovannino Guareschi</a> e mi sono appassionato a questo autore, forse noto oggi più per le trasposizioni cinematografiche dei suoi libri che per i suoi scritti, cercando di leggere altri suoi libri meno conosciuti.</i><br />
<span id="goog_1307627579"></span><span id="goog_1307627580"></span><br />
<br />
<b>Don Camillo e Peppone</b><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8lMxrhR-y79ikWEg_1jr_kgX9dNdXn7AWFoJbmYC81DZnMKw9z1APV2MJZHb8qK8WE5a4YjNC54Kajvjmv3gGk1X9A2WgEhkJ7jAcSy9ML3gOwfJntVr2Vi0IWQKcywFr3lwzLgoctg/s1600/220px-Giovannino_Guareschi_nel_1945.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8lMxrhR-y79ikWEg_1jr_kgX9dNdXn7AWFoJbmYC81DZnMKw9z1APV2MJZHb8qK8WE5a4YjNC54Kajvjmv3gGk1X9A2WgEhkJ7jAcSy9ML3gOwfJntVr2Vi0IWQKcywFr3lwzLgoctg/s400/220px-Giovannino_Guareschi_nel_1945.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giovannino Guareschi (wikipedia)</td></tr>
</tbody></table>
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Don_Camillo">Don Camillo</a> e <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Peppone">Peppone </a>sono personaggi che credo tutti conoscano nel nostro paese, grazie ai film in bianco e nero interpretati da Fernandel e Gino Cervi, riproposti periodicamente con successo in televisione.<br />
Come spesso capita, ormai identifichiamo i personaggi con i loro volti, nonostante altri attori abbiano in seguito interpretato questi ruoli, ma tendiamo a dimenticare chi ha scritto le storie da cui sono stati tratti. <br />
Per molti oggi il nome di Giovannino Guareschi risulta quasi ignoto; si sa che è stato il creatore di questi personaggi, ma pochi hanno letto i suoi libri o conoscono la sua vita travagliata, l'amicizia con <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Zavattini">Cesare Zavattini</a>, le sue esperienze professionali come giornalista, umorista e caricaturista con il "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Bertoldo_(rivista)">Bertoldo</a>" e il "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Candido_(rivista)">Candido</a>".<br />
Politicamente fu convinto monarchico e anticomunista, ma la sua penna pungente prese di mira anche le altre forze politiche, senza fare sconti a nessuno, pagando in prima persona per le sue parole taglienti e irriverenti; fu il primo e unico giornalista italiano a scontare
interamente una pena detentiva in carcere per il reato di diffamazione a
mezzo stampa.<br />
Guareschi è forse lo scrittore italiano più tradotto e venduto nel mondo eppure in Italia si tende ancora a considerarlo un autore minore. Emarginato probabilmente per le sue posizioni politiche scomode e forse anche per la miopia di alcuni critici.<br />
Anch'io in verità fino allo scorso anno lo conoscevo poco e ho ritenuto doveroso colmare questa lacuna leggendo i brevi racconti che narrano il rapporto conflittuale fra don Camillo e Peppone, fatto di liti e grandi prove di amicizia, di odio/amore, di bisticci nati forse più per rispettare ciascuno il proprio ruolo "politico" che per reale convinzione, sempre pronti comunque a darsi una mano e ad andare contro le regole se il buonsenso lo richiedeva.<br />
In commercio si trovano varie raccolte, sia cartacee che in ebook, che riuniscono in vario modo i 346 racconti sul Mondo Piccolo apparsi inizialmente sul settimanale Candido.<br />
Racconti dedicati non solo a don Camillo e Peppone, ma soprattutto al mondo contadino della pianura padana, alle sue storie "portate dal grande fiume", a genti determinate e energiche.<br />
Storie inventate così verosimili da sembrare reali e storie ispirate alle realtà che appaiono come favole, leggende popolari d'altri tempi.<br />
Mi ha sorpreso non trovare un racconto unitario, un romanzo su don Camillo, ma solo una serie di racconti brevi, storie indipendenti e spesso scollegate tra loro. Sono stati molto bravi gli sceneggiatori a scegliere e ricucire questi piccoli episodi per adattarle al pubblico cinematografico e televisivo, talvolta in contrasto con il il parere dell'autore.<br />
<br />
Nel 2013 BUR ha pubblicato una collana di 31 ebook dedicati allo scrittore emiliano, comprendenti la maggior parte della sua produzione letteraria e <a href="https://books.google.it/books?id=50kj5CFik2EC&hl=it&source=gbs_book_similarbooks">un ebook gratuito</a> che fornisce una mappa dei suoi libri e alcune informazioni biografiche raccolte dai suoi figli, poste a presentazione di ogni uscita.<br />
Purtroppo in rete non ho trovato link per l'acquisto di queste opere, forse messe nel frattempo fuori commercio. <br />
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---</div>
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<i>Guareschi ha scritto anche tanti altri libri, forse meno noti, ma </i><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUYRTTa_DWMPDet_ibu09ZtgJVSGJJ6Co8C3VZvbproFdmXPovEofPzXfXfsGaGCf1xI78-ZeFqzERR3J80pnwlePV5G7NtXWTu7fgpmZDd2ICf1iyjQodpVtUbgGbLigyNxBOjc3qBOo/s1600/220px-Giovannino_Guareschi_legge_il_Candido_2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUYRTTa_DWMPDet_ibu09ZtgJVSGJJ6Co8C3VZvbproFdmXPovEofPzXfXfsGaGCf1xI78-ZeFqzERR3J80pnwlePV5G7NtXWTu7fgpmZDd2ICf1iyjQodpVtUbgGbLigyNxBOjc3qBOo/s400/220px-Giovannino_Guareschi_legge_il_Candido_2.jpg" /></a></i></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Nella redazione del "Candido" </i></td></tr>
</tbody></table>
<i>in cui emerge maggiormente la sua ironia (e autoironia).</i><br />
<i>Un autore capace di far riflettere sui cambiamenti e i mali della società contemporanea, strappando un sorriso.</i><br />
<i>Guareschi nelle sue storie rievoca spesso una società contadina, forse perduta, con nostalgia.</i><br />
<i>Una società genuina con le sue regole immutabili, restia ai cambiamenti; forse un po' idealizzata nel confronto con l'epoca moderna, vista dall'autore sempre con occhio critico.</i><br />
<i>Per ora ne ho letti solo due <a href="https://www.ibs.it/marito-in-collegio-libro-giovanni-guareschi/e/9788817107761?inventoryId=46913338"><b>Il marito in collegio</b></a> e <a href="https://www.ibs.it/vita-in-famiglia-libri-vintage-giovanni-guareschi/e/5000000120360?inventoryId=95338001"><b>Vita in famiglia</b></a>, differenti sia come ambientazione che come stile e che meriterebbero maggiore notorietà.</i><br />
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<h3>
<b>Il marito in collegio</b></h3>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkx9UmTVU-FrrCMa5a4jRoACz4Plv8uZum6ET1ZONRK5eirRYrAgu_i6tZKAZK4q7CBDRfYgvYkgdEVk2bAprM-BzcEuK9-BpkGWX6E6txzPfwhBrpIRsach2BmtyqH_-3Aw1RMIed0Jw/s1600/41y%252BditX4UL._SX323_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkx9UmTVU-FrrCMa5a4jRoACz4Plv8uZum6ET1ZONRK5eirRYrAgu_i6tZKAZK4q7CBDRfYgvYkgdEVk2bAprM-BzcEuK9-BpkGWX6E6txzPfwhBrpIRsach2BmtyqH_-3Aw1RMIed0Jw/s200/41y%252BditX4UL._SX323_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" width="130" /></a>Una storia piena di ironia e spunti di riflessione sull'ipocrisia dei rapporti sociali e familiari.<br />
Una famiglia nobile in dissesto economico è costretta a vivere solo con la rendita che il ricco zio Casimiro Wonder passa mensilmente alla nipote Carlotta Wonder, l'unica componente della famiglia da lui presa in considerazione.<br />
Un giorno lo zio Casimiro, stanco di mantenere tutti questi parenti, impone alla nipote Carlotta di trovare entro due giorni un marito, a lui gradito. In caso contrario la sua eredità andrà all'ospizio e tutta la famiglia Madellis-Food-Foulard-Wonder finirà sul lastrico.<br />
Interessante la premessa in cui Guareschi ricostruisce ironicamente le vicende di Saffo Madellis e Leonida Foulard, capostipiti della famiglia, ripercorrendo la storia che ha portato i loro eredi prima a una grande ricchezza e ascesa sociale e poi al tracollo finanziario.<br />
Zio Casimiro, Carlotta e gli altri componenti della famiglia sono descritti in poche righe attraverso dei veri e propri ritratti delle loro caratteristiche fisiche e morali. la famiglia appare spesso come una sorta di entità superiore, in nome della quale ogni sacrificio e nefandezza sono consentiti.<br />
Le frequenti discussioni si concludono ironicamente sempre con un tormentone ricorrente relativo al nipote Edo "il quale non mancava di un certo senso pratico" e propone improbabili soluzioni ai loro problemi.<br />
La ragazza sottopone inutilmente allo zio due suoi pretendenti, entrambi ritenuti troppo spendaccioni e scansafatiche.<br />
Disperata, decide di proporre allo zio il giovane artigiano Camillo Debrai che vive nella villa accanto alla sua e da tempo le fa la corte di nascosto. Un uomo onesto che però tutta la famiglia considera inferiore come rango nobiliare.<br />
Lo zio approva il matrimonio, celebrato di nascosto di notte, ma la famiglia, per evitare la convivenza matrimoniale tra Carlotta e Camillo, decide di mandarlo in un collegio in svizzera, con la scusa di fargli imparare le buone maniere, in attesa di trovare come liberarsi di lui senza perdere l'eredità di zio Casimiro.<br />
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<h3>
<b>Vita in famiglia</b></h3>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2mCdC-aDLy2lLzdCXE4bs_EMSXSIPA-hcTYwhLtPNCBUXneZOagOOv5iznqD6ShSaftQeXz2V2Pkfnqa2LmJC6nE0ViCbbh95ul-m6tN7LzUGRlDfV0n_7wzWvfzxG1s4W35Ovwz9WM0/s1600/12586752.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2mCdC-aDLy2lLzdCXE4bs_EMSXSIPA-hcTYwhLtPNCBUXneZOagOOv5iznqD6ShSaftQeXz2V2Pkfnqa2LmJC6nE0ViCbbh95ul-m6tN7LzUGRlDfV0n_7wzWvfzxG1s4W35Ovwz9WM0/s200/12586752.jpg" width="119" /></a>Questa raccolta di racconti restituisce un quadro più intimo della famiglia Guareschi, raccontando vicende e battibecchi quotidiani.<br />
Tornano temi cari all'autore come il recupero della campagna, la critica alla nascente motorizzazione di massa, alle vacanze forzate, alla dipendenza dalla tecnologia.<br />
Fa sorridere leggere oggi le sue critiche contro l'invasività della segreteria telefonica o altre tecnologie allora agli albori; piccole cose in confronto ai mali della società odierna.<br />
Forse Guareschi aveva intuito la direzione che la società stava prendendo; chissà cosa avrebbe pensato vedendo il nostro mondo, la dipendenza da smarphone, computer e altri aggeggi tecnologici, i selfie, etc.<br />
Protagonista dei racconti è Giò, collaboratrice familiare (ColFam) di casa Guareschi, che offre spunti di dialogo e discussione con il padrone di casa (indicato semplicemente come Lui, senza un nome).<br />
Ci sono poi la moglie Margherita e i figli e nipoti, indicati spesso con dei soprannomi: la Pasionaria, madre di Michelone e Albertino, padre della Fenomena.<br />
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<b>Link utili</b><br />
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<li><a href="http://www.giovanninoguareschi.it/home.html">Libreria dedicata a Giovannino Guareschi</a> </li>
<li>I fedeli lettori di Guareschi hanno dato vita al <b>Club dei ventitré</b> con sede a Roncole Verdi (Parma). Giornale ufficiale del Club è il “Fogliaccio”. <a href="http://www.giovanninoguareschi.com/">Sito internet ufficiale</a></li>
<li><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovannino_Guareschi">Giovannino Guareschi - pagina Wikipedia</a> </li>
<li><a href="http://www.fondazionemondadori.it/guareschi/traduzioni.php">Giovannino Guareschi - Raccolta delle opere tradotte</a></li>
<li><a href="http://www.mondoguareschi.com/">Mondo Guareschi </a>(sito in flash piuttosto lento)</li>
</ul>
<br /><div class="blogger-post-footer">Fogli diversi di Giovanni Capotorto</div>Giovanni Capotortohttp://www.blogger.com/profile/12518755694687602703noreply@blogger.com