Un'analisi obiettiva e rispettosa che evidenzia luci e ombre del mio racconto, lasciando comunque il giudizio finale alla sensibilità del lettore, alla sua capacità di entrare nella storia narrata e farla propria, interpretarla e riviverla in base alle proprie esperienze.
Ricominciare
Autore: Giovanni Capotorto
Editore: YouCanPrint
Genere: narrativa
Pagine: 88
La trama in breve:
Chiara ripercorre la sua vita, anzi le sue vite, sentieri segnati dalla
sofferenza, dal dolore, ma anche da uno strano destino che le ha offerto
le occasioni per ricominciare, anche quando il suo cammino sembrava
senza speranza, inevitabilmente segnato. Una ragazza attende con ansia
un pacco postale... da questa scena usuale di vita quotidiana nasce
questo racconto che si è poi arricchito di tanti altri elementi,
svelando pian piano la vera storia di Chiara, come se lo stesso
personaggio volesse raccontarsi senza troppi fronzoli. Un pretesto anche
per raccontare un mondo diverso, fatto di povertà e emarginazione, per
riflettere su problemi drammatici come la prostituzione minorile, le
mine antiuomo, le bande giovanili o le problematiche legate alle
adozioni. In allegato anche "Ritorno", una sorta di sequel che esplicita
alcune cose che nel finale originale erano solamente intuibili e alcuni
link utili per approfondire gli argomenti accennati.
Il mio commento:
Questa volta non si tratta di una catena di lettura bensì di un testo
acquistato e letto principalmente per ricambiare Giovanni, autore del
libro in questione, per aver a sua volta acquistato, letto e commentato
il mio Ipermercati for dummies.
E come promesso, son qui a fornire un commento a "Ricominciare".
Cominciamo col dire che non si tratta di un romanzo bensì di un racconto
lungo a cui si collega "Ritorno", più breve e con la funzione di essere
più una sorta di epilogo che un sequel, anche se è pur vero che
temporalmente si colloca "dopo" le vicende narrate in Ricominciare.
L'immagine scelta per la copertina risulta abbastanza significativa,
sufficientemente malinconica e in linea con il contenuto del testo di
cui, forse anche un po' troppo abbondantemente, viene fornito un
riassunto nella quarta di copertina. Già da questa si può infatti
intuire molto di quanto verrà proposto all'interno delle circa 80 pagine
del libro.
Ora, in merito alla storia proposta, credo che ogni lettore possa avere
reazioni differenti ed esprimere altrettante dissimili considerazioni a
seconda di quali siano aspettative e proprie posizioni in materia di
religione e politica,
Dal punto di vista prettamente narrativo, seppure ben scritto,
scorrevole e con un lessico appropriato, il racconto in sé risulta poco
efficace. Per lo più si tratta di una ricostruzione del passato di
Chiara, una panoramica che ci permette di conoscere la sua storia e il
passato che nasconde, il tutto però filtrato attraverso gli occhi e la
memoria di un narratore. Non c'è spazio per molti altri personaggi così
come i dialoghi sono limitatissimi e risicati e il tutto, nel complesso,
può anche venir percepito come narrato, sì, ma con distacco. Il che
stride un poco con quello che invece è il contenuto della storia.
Per cui, ecco, la mia sensazione è che un simile modo di esporre le
vicende di Chiara non azzeri le distanze tra lettore (che finisce con
l'immedesimarsi con il narratore onnisciente) e personaggio principale
rendendo più ostico il processo di assimilazione del dolore, del
coraggio e della forza dimostrata dalla giovane protagonista. A mio
avviso, alcuni lettori potrebbero avvertire distanza più che
immedesimazione, con il rischio di giungere alla noia o di non far
proprie certe considerazioni e contestazioni che invece l'autore ha
cercato di esporre. Già in forma di diario, per esempio, la rievocazione
del passato avrebbe suscitato sensazioni diverse.
Dal punto di vista del contenuto Ricominciare è invece un testo
coraggioso e molto interessante. Quello di Giovanni Capotorto è un testo
che non esita a puntare il dito su tutta una serie di scenari e
situazioni che sono quotidianità nel terzo mondo e di cui troppo spesso
ci dimentichiamo, distratti dalle nostre dinamiche esistenziali e dai
nostri problemi di uomini civilizzati.
L'umanità che, nel ricostruire il passato di Chiara, l'autore cerca di
mostrarci è quella degli ultimi, di coloro che vivono di stenti e
violenza, in precarie condizioni igieniche, nell'incertezza di poter
sopravvivere a causa di soprusi e violenze o per la mancanza di cibo e
per la presenza di armi. Scenari di cui a spot ci si ricorda ma che
continuano a esistere nel mondo a prescindere dagli sforzi compiuti per
correggere o ignorare queste situazioni da parte di noi "fortunati".
Si avverte quindi molta umanità, molta sensibilità e molta voglia di
criticare, di portare all'attenzione del lettore argomenti attuali e
scottanti, siano essi la povertà o la prostituzione minorile o la
presenza di conflitti nel sud del mondo. Ed è proprio questa attenzione
"umana" che ho particolarmente apprezzato e che ci tengo a rimarcare,
come incentivo alla lettura del testo (per altro disponibile anche in
formato ebook).
Poi, per carità, la storia di Chiara potrà sembrare un po' troppo incredibile, ai limiti dell'impossibile.
Forse una persona come la giovane protagonista del testo non esiste e
mai esisterà. E forse alcuni aspetti del testo risultano pure troppo
semplicistici (è difficile che una giovane ragazza riesca a tener
nascosta una disabilità come quella di Chiara...voglio dire, al di là
del modo di camminare/correre, si sarà pure cambiata o avrà pure avuto
contatto fisico con qualche altro ragazzo/a....anche solo giocando
intendo, senza voler esser maliziosi a tutti i costi)... ma ad essi
ciascuno può attribuire un peso a piacere.
A prescindere da tali scelte il messaggio di speranza che traspare dal
testo è comunque palpabile e obbiettivo. E che va al di là del mero
"ricominciare" che un individuo ottiene per sé. In fondo, anche noi
stessi, con il nostro operato, possiamo essere occasioni perché altri
possano ritornare alla vita, a beneficiare di nuove occasioni: è quello
che fanno i genitori adottivi di Chiara o i frati della missione in cui
la bambina finisce dopo esser stata salvata dalla strada.
Poi, come dicevo, sta al singolo lettore decidere se e quanto ponderare
sulle tematiche proposte (turismo sessuale mine antiuomo, adozioni...),
se accettare che una persona possa essere in grado di superare qualunque
bruttura e "ricominciare" in tutti i sensi, dimostrandosi pure grata
per questo. O, ancora, se la Chiesa possa essere considerata per davvero
uno strumento di redenzione e recupero per l'individuo, quanto meno la
Chiesa delle missioni, dei volontari e dei sacerdoti che con dedizione e
silente impegno si adoperano per aiutare gli ultimi, facendosi servi
tra i poveri.
Per quanto mi riguarda, serbo in cuor mio dei dubbi sul fatto che una
persona possa vivere quanto sperimentato dalla Chiara di questo libro ed
uscirne ancora candida, però son rimasto piacevolmente soddisfatto dal
contenuto del testo, soprattutto per gli spunti di riflessione forniti