Sono trascorsi alcuni anni dall'uscita del mio libro "Ricominciare" e ho pensato di provare a immaginare una presentazione "atipica" di questo libro, non un incontro con l'autore, ma una chiacchierata "virtuale" con la protagonista del libro, il personaggio che si racconta ai lettori a modo suo.
Con questo testo inauguro la nuova rubrica "Ritorno di Voce" che riprenderà alcuni testi già pubblicati sul quindicinale locale La Voce del paese/Gioianet
Le parole di Chiara
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Chiara, la protagonista del libro |
L'accogliente sala al primo
piano è gremita di amici, parenti e semplici curiosi per la
presentazione del libro dell'anno, un evento atteso da tutti con
trepidazione.
In fondo alla sala un lungo
bancone e alcune poltrone, destinate a ospitare l'autore,
l’organizzatore della serata e la giornalista chiamata a presentare
l’evento.
All'ingresso un tavolino
con alcune copie del libro in bella mostra e la sorridente libraia
accovacciata in un angolo, pronta a intercettare i potenziali
lettori.
Passano i minuti, i
relatori continuano a girare nervosamente per la sala, senza sapere
cosa fare, cosa raccontare agli spettatori. L'autore non è ancora
arrivato, cosa strana per uno solitamente molto puntuale, spesso in
anticipo sui tempi concordati. Tutti si meravigliano che non sia
ancora arrivato, qualcuno è anche preoccupato che possa aver avuto
un problema grave.
Sembra improvvisamente sparito, fuggito chi sa dove, forse colto da un attacco di panico prima della presentazione. Non risponde al cellulare, ai ripetuti sms e messaggi sui social inviati a raffica per ricordargli l’appuntamento.
Sembra improvvisamente sparito, fuggito chi sa dove, forse colto da un attacco di panico prima della presentazione. Non risponde al cellulare, ai ripetuti sms e messaggi sui social inviati a raffica per ricordargli l’appuntamento.
All'improvviso un calo di
tensione fa tremolare i faretti, per una frazione di secondo la sala
diventa completamente buia. Poi, piano piano, si riaccendono uno per
volta, tornando a illuminare l’ambiente.
Tutti guardano stupiti.
Sulla poltrona centrale adesso è seduta una giovane donna, molto
bella, occhi neri, capelli scuri, legati in una soffice coda, e un
colorito leggermente abbronzato.
Tutti la osservano con sorpresa. Nessuno l'ha vista arrivare, nessuno sa chi sia o perché si sia seduta al tavolo dei relatori. Non figura tra i nomi nella locandina, eppure il suo aspetto, il suo viso hanno qualcosa di vagamente familiare.
Tutti la osservano con sorpresa. Nessuno l'ha vista arrivare, nessuno sa chi sia o perché si sia seduta al tavolo dei relatori. Non figura tra i nomi nella locandina, eppure il suo aspetto, il suo viso hanno qualcosa di vagamente familiare.
La sicurezza con cui ha
preso posto sulla poltrona dimostra che non è lì per caso.
Sono Chiara, la protagonista di questo libro
«Sono Chiara, faccio
l'attrice e sono la protagonista di questo libro.» si presenta con
voce ferma. «Sono venuta a raccontarvi la mia storia, Gio preferisce
non stare troppo al centro dell'attenzione, preferisce che siano le
sue storie a parlare. Gio è il mio autore, Giovanni, io lo chiamo
così per brevità.
Il libro l'ha scritto lui, ma
io ero sempre presente, praticamente è come se lo avessimo scritto
insieme, ho assistito alla scelta di ogni scena, di ogni parola.
Secondo lui un autore deve
parlare con i suoi scritti, non con la sua biografia; alle
presentazioni si dovrebbe parlare del contenuto del libro, non della
vita o delle opinioni dell’autore su qualche altro astruso
argomento. Invece spesso in queste occasioni si parla più
dell’autore che della sua opera. O si parla di tutto tranne che del
libro.»
Dopo un momento di
sorpresa, di incredulità, di incertezza, la relatrice si siede
accanto alla misteriosa ragazza, come sospinta da una forza
magnetica. In silenzio anche il suo collega la imita, restando però
in religioso silenzio, quasi ammutolito.
La giornalista saluta il
pubblico e introduce brevemente il libro in questione, un racconto
lungo intitolato “Ricominciare” pubblicato nel 2013 da Giovanni
Capotorto, ma finora mai presentato ufficialmente al pubblico. Apre
il taccuino dove ha appuntato alcuni spunti di riflessione, cercando
di nascondere la sua ansia per l'insolita situazione.
Non accenna all’assenza
dell’autore, sembra aver accettato la presenza della misteriosa
ragazza come sua portavoce ufficiale.
Tra le due donne c’è
stato un silenzioso scambio di sguardi, un impercettibile e muto
cenno d’intesa. Prende il mano il libro, come per mostrarlo al
pubblico, sfoglia alcune pagine e poi comincia con le domande.
L'intervista
Come
definiresti questa storia? In che genere letterario la collocheresti?
«Difficile darle una
collocazione precisa: oggi libri vengono catalogati in base a
categorie basate su quelle americane che non sempre corrispondono
alle nostre.
È stato inserito
genericamente come Narrativa, non è facile incasellarlo in un genere
preciso.
Forse potrebbe rientrare in quello che un tempo era il genere drammatico (ma con un lieto fine). Oppure essere visto come un racconto di formazione, dato che racconta il mio percorso di crescita umana e le difficoltà che ho dovuto affrontare nella mia vita.»
Forse potrebbe rientrare in quello che un tempo era il genere drammatico (ma con un lieto fine). Oppure essere visto come un racconto di formazione, dato che racconta il mio percorso di crescita umana e le difficoltà che ho dovuto affrontare nella mia vita.»
Nel
testo vengono affrontati parecchi temi sociali: la povertà, la
prostituzione minorile, le mine antiuomo, la disabilità, le adozioni
internazionali, etc. Può essere considerato un racconto di denuncia
?
«Non è nato con questo
intento o per trattare argomenti specifici. I temi sociali sono
venuti fuori nel corso della narrazione, ma Gio ha cercato di
trattarli in maniera delicata, senza insistere troppo sui particolari
«scabrosi». La violenza, le sofferenze possono essere intuite, ma
non vengono descritte minuziosamente. Forse è stata una scelta per
proteggermi dalle cattiverie del mondo; Gio è sempre stato molto
protettivo nei miei confronti, offrendomi comunque una via d'uscita e
la possibilità di ricominciare la mia vita.
Si affrontano questi temi
perché sono questioni che non possono essere ignorate, sperando di
provocare delle riflessioni nella mente del lettore. Sono stati
inseriti in coda anche alcuni link utili per approfondire le
tematiche sociali solo accennate nel testo.»
Il libro ripercorre
brevemente la tua infanzia e giovinezza. Parlaci della tua
storia.
«Non posso dire molto,
rischierei di anticipare quanto scritto nel libro.
Vengono raccontati gli episodi
fondamentali della mia vita: gli anni della povertà nella
baraccopoli, poi l’incidente e il periodo in ospedale, la paura di
non trovare più una collocazione nella società,
la rinascita attraverso
l’adozione e la possibilità di studiare, l’avvio della carriera
cinematografica.»
Nella
narrazione mancano indicazioni precise su dove si svolge la storia e
anche il tuo vero nome viene sempre omesso. Chiara sembra essere
soltanto un nome simbolico.
«Il nome Chiara è nato sin
dalla prima stesura, ma ha assunto un significato preciso solo nel
corso della narrazione, anche per segnare una differenza con gli
altri personaggi dalla pelle più scura.
La scelta di non indicare la
precisa collocazione geografica e il nome precedente è stata in
parte casuale, poi ha acquistato un significato preciso.
La povertà e la disperazione
della gente sono uguali in ogni parte del mondo, non importa dare un
nome al paese, ambientare la storia in Asia, in Africa, in America o
in Europa. Le baraccopoli della gente povera si somigliano tutte,
comunque le si voglia chiamare, baraccopoli, favelas, etc.
Non ha senso puntare il dito
contro una nazione o un continente e dimenticare che le stesse cose
spesso accadono anche sotto casa nostra.
La maggior parte dei
personaggi non ha un nome, viene indicato solo per la sua funzione,
proprio per evitare una identificazione geografica. Anch'io fino alla
fine vengo indicata solo come Chiara, senza un cognome, né viene mai
specificato il mio nome precedente.»
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copertina Ricominciare |
Come
è nato questo libro? Credi che la tua storia sia stata raccontata
nel modo migliore ?
«Credo di sì. Gio
naturalmente ha preso solo i momenti salienti della mia vita. La mia
storia è molto più lunga e complessa, servirebbe un romanzo per
raccontarla tutta. Chissà, forse un giorno lo scriverà - aggiunge
strizzando l'occhio al pubblico.
All’inizio questo doveva
essere solo un racconto breve, pensato per una rivista letteraria
chiamata “Inchiostro”. Poi ha scelto di non spedirla e per
parecchi anni è rimasta nascosta in una cartellina tra gli altri
suoi testi inediti. »
Quando ha deciso di
pubblicarla? E perché?
«La storia è riemersa quando
Gio ha deciso di riprendere a scrivere dopo un lungo periodo di
pausa, intorno al 2009/2010. In quel periodo si era avvicinato ad
alcuni siti letterari dove si svolgevano periodicamente delle gare
tra autori esordienti (Braviautori, Forum Autori Esordienti).
Su uno di questi siti chiamato
EbooKingdom è nato il progetto di un collana di ebook, selezionati
dalla curatrice Tanja Sartori e, dopo molte esitazioni, Gio ha deciso
di partecipare, inviando la mia storia.
Il racconto è piaciuto, così
lo ha ampliato un po', anche grazie ai suggerimenti della
responsabile del sito, inserendo alcune scene nuove. Poi è stato
messo online in formato pdf, liberamente scaricabile.
Dopo qualche anno ha scoperto
il mondo del self-publishing, pubblicando con la Youcanprint la
raccolta di poesie “Fogli diversi”, praticamente già pronta e
impaginata da anni, ma ancora inedita.
Dopo l’uscita di questo
libro in molti gli chiedevano se aveva altre storie, se aveva scritto
racconti o romanzi e ha deciso di riproporre “Ricominciare”, in
una versione ampliata e con una nuova copertina.»
Qualche
parola sul self-publishing.
«Fino a qualche anno fa
l'autopubblicazione veniva considerata una cosa negativa, riservata a
chi non era riuscito ad attirare l'attenzione di una casa editrice.
Ancora oggi molti la considerano una scelta di serie B, confondendola
con l’editoria a pagamento; alcuni per pregiudizio si rifiutano di
leggere libri autopubblicati, preferendo magari le biografie dei
personaggi famosi, ammucchiate all’entrata di alcune librerie per
stuzzicare l’appetito del lettore incerto.
Con l'avvento di Lulu,
Ilmiolibro, Youcanprint e altre piattaforme simili si è diffuso
anche in Italia il fenomeno del self-publishing, spesso tradotto
letteralmente come autopubblicazione, che ha riscontrato molto
successo negli Stati Uniti, producendo anche libri di successo.
In Italia è stato accolto con
timore dalle case editrici tradizionali, che hanno cercato in ogni
modo di arginare il fenomeno o di controllarlo, spesso screditando
quelli che sarebbe meglio definire “scrittori indipendenti”, un
po’ il corrispettivo della “indie” in campo musicale.
Autori che investono nelle loro opere senza censure o imposizioni, svolgendo molte funzioni che prima venivano delegate alla casa editrice. Una scelta che da un lato consente una maggiore libertà espressiva, la possibilità di costruire da solo il tuo libro, utilizzando la propria creatività e i servizi offerti dalla piattaforma di pubblicazione, dall'altro espone a maggiori rischi e responsabilità per produrre un libro attraente e ben scritto.
Autori che investono nelle loro opere senza censure o imposizioni, svolgendo molte funzioni che prima venivano delegate alla casa editrice. Una scelta che da un lato consente una maggiore libertà espressiva, la possibilità di costruire da solo il tuo libro, utilizzando la propria creatività e i servizi offerti dalla piattaforma di pubblicazione, dall'altro espone a maggiori rischi e responsabilità per produrre un libro attraente e ben scritto.
Tra l’altro c’è anche la
comodità di stampare solo le copie necessarie su richiesta
attraverso il print on demand (una sorta di tiratura limitata) o di
offrire i propri testi anche in formato ebook, ancora snobbato da
molti autori nostalgici del “profumo” della carta. Un odore che
in verità col tempo diventa anche piuttosto sgradevole, ma insistere
su questo punto per alcuni fa “immagine”, sublima il concetto di
grande lettore.
L’autore self sa che forse
non venderà tante copie, forse il suo testo non sarà un capolavoro,
ma sarà il tuo libro e saprai di aver dato il massimo per renderlo
speciale, un’attenzione e una cura che non sempre gli editori
tradizionali riservano.»
Perché
è stato inserito il capitolo aggiuntivo «Ritorno a casa»?
«Dopo l'uscita dell'ebook
alcuni lettori hanno evidenziato che la storia aveva un finale troppo
aperto e non sembravano soddisfatti della mia carriera di attrice,
sembrava quasi un cedimento al mondo consumistico occidentale.
Per cui è venuto spontaneo
dare un seguito alla storia, dando un significato diverso, un senso
alle mie scelte successive. Ricucire alcune situazioni che erano
rimaste in sospeso.
Abbiamo preferito lasciarlo
come capitolo extra per non stravolgere la struttura dei due testi,
per mostrare l’evoluzione della storia anche dal punto di vista
stilistico.»
Questo
nuovo capitolo potrebbe essere la base per un romanzo dedicato alla
tua storia?
«Ogni tanto Gio progetta di
fare della mia storia un vero e proprio romanzo, raccontando nei
particolari alcune cose che sono state solo accennate nel racconto,
ma forse ancora non si sente pronto per fare questo passo.
Si sente più a suo agio con i
racconti, storie brevi dove si arriva subito al sunto della storia,
invece di tergiversare per centinaia di pagine, solo per riempire dei
fogli bianchi e fingere di creare aspettative del lettore. Purtroppo
alcuni autori e anche tanti lettori credono che il valore di un libro
si misuri dallo spessore, dal numero di pagine che lo compongono. E
questo non è sempre vero, spesso si riesce solo a risultare noiosi.
Anche molti capolavori della
letteratura sarebbero stati molto più efficaci e leggibili se
l’autore avesse omesso alcuni capitoli messi solo come riempitivo
per ritardare il finale. Una cosa normale nell’Ottocento quando i
racconti venivano pubblicati a puntate sui giornali e quindi
bisognava creare aspettative nel lettore, invogliarlo a comprare il
numero successivo, e forse c’era anche più tempo da dedicare alla
lettura.
Progetti
per il futuro?
Per prima cosa credo ritrovare
la voglia di scrivere che negli ultimi anni si è un po'
affievolita, soprattutto in ambito narrativo. Dopo «Ricominciare»
Gio ha pubblicato una seconda raccolta di poesie intitolata «Lungo
gli argini», che completa e chiude, almeno per ora, il suo percorso
poetico.
Al momento scrive articoli su
La Voce del Paese/GioiaNet e sul suo blog «Fogli diversi».
Ha anche fatto nascere la
pagina Facebook e poi il blog «Scrittori di Gioia (del Colle)»,
nati per far conoscere tra loro e al pubblico i tanti talenti
letterari gioiesi.
Sa fare tante cose; non sempre
al meglio, secondo lui, e mai forse quel che servirebbe in quel
momento. Ha scritto poesie, articoli, racconti, ma non si sente né
poeta, né scrittore, né giornalista. O forse è tutte e tre le cose
insieme, ma non lo ammetterà mai. Non gli piace mettersi in mostra o
farsi inscatolare in una categoria precisa. Gli piace scrivere, anche
se a volte lo fa con sofferenza.
Spesso è più insoddisfatto
di quel che non riesce a fare che ebbro dei suoi tanti talenti e dei
progetti che è riuscito a creare e portare avanti senza troppi
clamori.
Sono in programma una raccolta
di racconti e altri progetti, ma per ora è ancora tutto in alto
mare, non riesce mai a trovare il tempo e soprattutto la
concentrazione per seguire al meglio i suoi progetti.
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testatina Blog Fogli Diversi |