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giovedì 21 aprile 2016

Il blocco del blogger



Lo scorso 18 aprile questo blog ha compiuto il suo terzo anno di vita; una ricorrenza vissuta senza troppi clamori, come nello stile un po' soft di queste pagine, purtroppo caratterizzate fin dall'inizio da una presenza altalenante.
Sono trascorse parecchie settimane dal mio ultimo post, nonostante varie bozze di messaggi scritte parzialmente e poi messe da parte perché non mi soddisfacevano pienamente.
Come ben sa chi segue da tempo questo spazio, spesso preferisco il silenzio piuttosto che annoiarvi con articoli scritti solo per riempire uno spazio o rispettare una scadenza.
Ho deciso perciò di dedicare un breve post a questo argomento.


Sei uno scrittore, un giornalista, un blogger, ti occupi in qualche modo di scrittura e comunicazione?
Allora certamente sarà capitato anche a te di fissare la pagina bianca, o il cursore lampeggiante sullo schermo, chiedendoti cosa scrivere.
Le scadenze sono vicine, il giornale deve uscire, il blog è da troppo tempo una landa desolata, il tuo romanzo è indietro sui tempi di almeno un paio di capitoli.
E tu? Cerchi la grande idea per riempire quello spazio, per comunicare qualcosa.
Prendi appunti, scarabocchi titoli o frasi a effetto, poi cancelli, riscrivi, senza un criterio, senza una logica, spinto solo dal tuo impulso creativo (e dalla disperazione).


Ci sono tante idee in cantiere, ma a volte poco tempo e voglia di realizzarle. Tanti pezzi incompleti che non riesci ad incastrare insieme, .
Cominci a scrivere qualcosa: un articolo, un post, un racconto, un capitolo di un romanzo.
Poi lo rileggi e vedi che non ti piace.
Allora lo metti da parte per limarlo un po' con calma, magari riscriverlo
I testi migliori hanno bisogno di tempo per riposare, come il buon vino.
Però il tuo spazio è ancora vuoto, i lettori aspettano (forse) le tue sagge parole.
Allora cominci a scrivere qualcos'altro e poi ancora; ti incarti sempre più tra i frammenti del nulla.


Il tuo blog resta vuoto, abbandonato, come le pareti cadenti di un palazzo in costruzione abbandonato.
A volte pensi che forse sarebbe il caso di chiuderlo, di non perdere tante ore per qualcosa di così improduttivo, che dovresti impiegare meglio il tuo tempo, nella vita reale.
Non ha senso perdere il sonno per scrivere noiosi post per dei lettori che non conosci, che  forse solo raramente manifestano la loro presenza, che in realtà neanche sai se ci sono davvero o sono solo un miraggio.
Ma sei uno scrittore, senti il bisogno di scrivere, senti di avere ancora tante cose da dire.
Non importa se scrivi solo per te, per pochi amici o per migliaia di persone, se il tuo spazio è visitato solo dai bot automatici, dagli spammer o da qualche naufrago del mare digitale capitato per caso.
Se hai scritto finora mille libri o solo la lista della spesa, se sei un autore autopubblicato o hai un contratto con una piccola/medio/grande casa editrice. Se ti sei lasciato lusingare dalle vane promesse di qualche editore a pagamento (quelli meglio evitarli, in effetti!).
Sei uno scrittore, uno che ama scrivere, che vuole comunicare. Anche se hai venduto finora solo poche decine di copie della tua silloge poetica o della tua straordinaria trilogia.
Magari ti fermi un po', cerchi di chiarirti le idee, di stilare un progetto per il futuro e poi riparti, più forte (e incasinato) di prima.
Cominci a scrivere senza un motivo apparente, senza una logica, senza un piano preciso. Solo perché senti il bisogno di farlo. E di colpo le parole si incastrano nel modo giusto, il tuo pensiero sembra fluire sul foglio o sullo schermo in maniera chiara, senti che stai riuscendo a comunicare qualcosa.
Sperando che qualche lettore sia ancora dall'altra parte dello schermo. ;-)

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