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lunedì 19 ottobre 2015

I viaggi di Tiziano Terzani 01


In genere evito di consigliare libri di autori molto noti, sia perchè già ampiamente pubblicizzati da altri più competenti di me, sia perchè spesso i best seller non offrono testi all'altezza dell'efficace campagna promozionale che li sostiene.
Ho letto recentemente due libri del giornalista Tiziano Terzani (Un indovino mi disse e Un'altro giro di giostra) che mi sono piaciuti molto e mi è sembrato giusto dedicare loro qualche riga anche per la particolarità di questi viaggi fisici e interiori nello stesso tempo, alla scoperta di luoghi lontani, ma anche del proprio io.

Vista la lunghezza dell'articolo, ho preferito dividerlo in due parti.


Tiziano Terzani
Tiziano Terzani è stato un bravo giornalista-scrittore, per anni corrispondente estero del settimanale tedesco Der Spiegel, testimone diretto,  "scomodo e non schierato", di molti avvenimenti che hanno cambiato la storia.
Un personaggio fuori dagli schemi, che parlava molte lingue e riusciva a essere sempre se stesso, sia davanti ai potenti della terra che di fronte alle persone più umili che incontrava.
Negli ultimi anni aveva anche assunto un abbigliamento e stile di vita orientale che mi ha sempre incuriosito. All'inizio pensavo che il suo vestirsi sempre tutto di bianco, con una lunga barba bianca "da santone", fosse solo un vezzo per farsi notare. Poi, leggendo i suoi scritti, ho capito che invece era parte di uno stile di vita, un modo per non sentirsi straniero, estraneo ai paesi e ai popoli con cui veniva in contatto, pur mantenendo sempre la sua identità italiana.
Il suo aspetto orientale e la conoscenza delle lingue locali gli hanno spesso permesso di arrivare in luoghi altrimenti inaccessibili per un occidentale, ma anche destato sospetti e causato problemi con le autorità locali.
Dichiarò una volta di aver cominciato a scrivere libri per riappropriarsi dellla propria lingua dopo aver vissuto in tanti paesi diversi e scritto per anni solo in tedesco. Una vasta produzione letteraria, che comprende libri ambientati in paesi e tempi diversi, reportage giornalistici e note biografiche, ai primi posti nelle classifiche di vendita anche a parecchi anni di distanza dalla sua morte.

I due testi che ho avuto modo di leggere finora raccontano due periodi particolari di Terzani, l'anno in cui scelse di non utilizzare l'aereo e il lungo viaggio alla ricerca di una cura alternativa per il tumore che lo aveva colpito.
Pur essendo opere indipendenti, consiglio di leggerle secondo l'ordine cronologico per poter apprezzare meglio i rimandi tra le due opere e i personaggi comuni.

Un indovino mi disse


Un indovino mi disseNel 1976 Terzani si trova a Hong Kong e un vecchio indovino cinese lo avverte di evitare di volare nel 1993 per evitare un grave pericolo.
Una predizione precisa, che parla di un rischio abbastanza usuale per un inviato di guerra abituato ad affrontare ogni difficoltà, che rimane per anni nascosta nel suo cuore. Negli ultimi mesi del 1992 il pensiero torna insistente a quelle parole e inspiegabilmente lo scettico Terzani decide di prendere sul serio quella profezia.
Una decisione non facile da spiegare agli altri, forse neanche a se stesso, che stravolge completamente i suoi ritmi di vita e di lavoro, imponendogli l'uso di mezzi di trasporto alternativi: macchina, treno, nave. Una scelta originale, per alcuni forse folle, che fortunatamente viene condivisa dal suo giornale che gli permette questo ritorno al passato, non privo di oggettive difficoltà: tornare a valutare i tempi e le distanze, prevenire gli imprevisti e gli ostacoli sul cammino.

Muoversi lentamente gli consente però di vedere le cose in maniera diversa, di riscoprire l'incontro con la gente comune, fare conoscenze interessanti, sfruttando la sua padronanza delle lingue locali. Gli permette soprattutto di riscoprire la vita reale dei posti visitati, lontano dall'omologazione  di alberghi e aeroporti, ormai identici in tutto il mondo, di cogliere piccoli particolari che in genere la fretta ci porta a ignorare.

In questo viaggio Terzani aggiunge anche una sua personale ricerca dei migliori maghi, indovini, veggenti di ogni paese visitato, alla ricerca di notizie sul proprio futuro; un mosaico di predizioni, terapie e consigli, raramente coincidenti tra loro e di strani personaggi, maghi, indovini, guaritori, offrendo un ampio spaccato delle credenze, leggende e superstizioni dei vari popoli.
Il suo atteggiamento leale, che unisce ironia e scetticismo toscano e rispetto delle tradizioni locali, viene apprezzato dagli interlocutori, che cominciano anche a parlare della loro vita, della loro storia.
In certi momenti sembra che i ruoli si ribaltino e Terzani, pur non presentandosi quasi mai come giornalista, riesce a fare delle vere e proprie interviste, dei ritratti delle persone incontrate.
Tornando in posti già visitati in passato riesce anche a offrire un quadro preciso dei cambiamenti avvenuti nel frattempo, spesso notando con amarezza quanto l'oriente mistico si stia oggi omologando alla modernità, facendo morire le proprie antiche tradizioni e omologandosi all'occidente.

Arricchiscono il testo una serie di aneddoti tratti dalla sua lunga esperienza in Asia, il racconto dei dialoghi con gente comune e personaggi famosi, di storie e leggende locali.
Laos, Thailandia, Birmania, Malesia, Malacca, Singapore, Sumatra, Cambogia, Vietnam, Cina, Mongolia, Russia, Inghilterra; tanti i paesi incrociati in questo viaggio particolare, dovendo spesso compiere lunghi giri e affrontare ostacoli burocratici per poter arrivare a destinazione.


Continua...





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