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martedì 20 luglio 2021

Tokio 1940 - Una occasione mancata

Nel 2012 sul sito Braviautori, che allora frequentavo più assiduamente, in coincidenza delle Olimpiadi venne organizzato un torneo a squadre denominato «Olimpiadi BraviAutori». In giuria c'erano Massimo Baglione, Angela Di Salvo e Alessandro Napolitano.
Io facevo parte della squdra «The Isle» insieme a Maria Adele Popolo, Windrose e il compianto Andrea Leonelli e per una delle prove, «Raccontare la cerimonia di apertura di una Olimpiade mai avvenuta», scrissi questo «articolo/racconto" in cui immaginavo le Olimpiadi di Tokio 1940, saltate per colpa della Seconda Guerra Mondiale.

Il 23 luglio 2021, Covid permettendo, dovrebbero partire le Olimpiadi di Tokio 2020 e mi è sembrato carino riprendere quel testo, in verità non molto apprezzato dala giuria, ma all'epoca finito tra i primi 10 nella classifica dei testi giornalistici del sito (https://www.braviautori.it/tokyo-1940-l-occasione-mancata.html).

Tokyo 1940: l'occasione mancata

In una calda giornata di metà settembre con una variopinta e spettacolare cerimonia sono stati aperti ufficialmente i Giochi di Tokyo 1940, XII edizione delle Olimpiadi moderne e prime disputate in territorio asiatico. Nell'impressionante maestosità del diamante verde dello Stadio Koshien a Nishinomiya, campo di baseball costruito nel 1924 e capace di contenere oltre 50mila spettatori, si sono ritrovate insieme per un giorno tutte le più alte personalità politiche, sportive e culturali del pianeta: dalla rappresentativa del Terzo Reich capeggiata da Goebbels e dominatrice dell'ultima edizione dei giochi ai rappresentanti del governo fascista italiano con Galeazzo Ciano, dal primo ministro inglese Churchill al collega francese Pétain e al segretario di stato americano Hull. Uniche grandi assenti Polonia e Cina a causa del conflitto armato in corso.
Nonostante un notevole lavoro diplomatico non tutti i paesi belligeranti hanno deciso di aderire alla tregua olimpica e consentire ai propri atleti di partecipare ai Giochi.
Notevole lo sforzo sostenuto dal Giappone che ha impegnato milioni di yen e una organizzazione di migliaia di persone per questa manifestazione che punta a mostrare al mondo intero la potenza dell'Impero del Sol Levante, cercando di superare i fasti di Berlino 1936.
In tutte le principali strade dell'isola sono esposte migliaia di bandiere olimpiche, con i tradizionali cinque cerchi colorati, simbolo dell'unione dei cinque continenti e della fratellanza tra i popoli. Tante anche le bandiere giapponesi, con il tradizionale sole nascente, ripreso anche nell'emblema olimpico.
Anche quest'anno, come nell'edizione tedesca, sono state piazzate decine di telecamere ai bordi dello stadio e degli altri campi di gara per riprendere l'evento. Una scelta ambiziosa, considerando che il sistema televisivo giapponese è nato solo lo scorso anno e il numero di televisori presenti nel paese è ancora piuttosto basso; dettata più che altro da ragioni politiche e propagandistiche e, soprattutto, dalla volontà di non mostrarsi inferiori all'alleato tedesco.
Spettacolare la sfilata folkloristica e degli atleti delle 47 nazioni in gara, un numero inaspettato fino a pochi mesi fa, a causa delle vicende belliche che hanno investito il continente europeo e, seppur in modo meno accentuato l'oriente e l'area del pacifico.
Come tradizione dall'avvio delle Olimpiadi moderne nel 1896 il primo paese a sfilare è stata la Grecia, culla dello spirito olimpico, seguita da tutte le altre nazioni, in rigoroso ordine alfabetico.
Un enorme serpente multicolore di uomini e donne di ogni razza, preceduti dai rispettivi portabandiera, ha lentamente percorso l'intero perimetro interno dello stadio, tra gli applausi del pubblico festante.
Quasi quattromila gli atleti in gara, famosi e sconosciuti, di nazioni grandi e piccole; per un giorno hanno sfilato insieme, dimenticando le rivalità politiche e i conflitti bellici per confrontarsi solo sul piano sportivo.
Tra i protagonisti più attesi lo squadrone tedesco, dominatore dei giochi di Berlino con 33 ori, capitanato dal campione di salto in lungo Luz Long.

Un grande atleta in cerca di riscatto, dopo aver perso l'oro olimpico nel salto in lungo dietro a un immenso Jesse Owens, vera stella di Berlino con i suoi quattro ori olimpici e oggi alfiere della agguerrita squadra statunitense. Tutti i riflettori presto saranno puntati sulla nuova sfida tra Long e Owen, con il ragazzo nero di Cleveland, oggi favorito, dopo un'impresa sportiva eccezionale e un record che certamente resterà a lungo imbattuto.
Grandi le aspettative anche nei riguardi degli altri paesi che hanno ben figurato nella scorsa edizione, guadagnando più di una medaglia d'oro: Stati Uniti (24), Ungheria (10), Finlandia e Francia (7), Svezia, Giappone e Olanda (6), Gran Bretagna e Austria (4), Cecoslovacchia (3), Argentina, Estonia ed Egitto (2).
La squadra azzurra, capitanata da Trebisonda "Ondina" Valla, prima donna italiana a vincere un oro olimpico, si presenta con un gruppo agguerrito.
Giulio Gaudini, Edoardo Mangiarotti e Franco Riccardi gli atleti di punta della scherma con all'attivo due ori individuali e due a squadre.
La nazionale di calcio di Vittorio Pozzo, Campione Olimpica a Berlino 1936 e Campione del Mondo nel '34 e '38, che punta a realizzare una doppietta storica. Ulderico Sergo, oro a Berlino nella boxe — pesi gallo e Romeo Neri, oro nella ginnastica nel 1932, tornato in squadra dopo un brutto infortunio. E poi le squadre di vela, atletica, canottaggio, ciclismo e tanti altri.
Ultimo per cerimoniale è stato il Giappone in quanto squadra del paese organizzatore, accolto da una vera e propria ovazione sotto lo sguardo compiaciuto dell'imperatore Hirohito, circondato dalla famiglia imperiale e dai più alti dignitari. In onore degli atleti e delle personalità presenti, al termine della sfilata alcune giovani, vestite con costumi bianchi e rossi sono entrate lentamente sul campo di gioco, spargendo petali di rosa.
Giunte al centro del diamante si sono posizionate in modo da comporre la bandiera nazionale, applaudita con grande calore dal solitamente compassato pubblico giapponese.
Ha quindi preso la parola il primo ministro Fumimaro Konoe, che ha prima accolto gli atleti con un breve discorso di benvenuto e poi recitato la formula per l'apertura ufficiale dei giochi.
Finalmente ha fatto il suo ingresso la torcia olimpica, accesa qualche mese fa a Olimpia in Grecia, patria delle Olimpiadi; la fiaccola era passata di mano in mano da atleti e gente comune di varie nazioni, percorrendo mezza europa in una estenuante e suggestiva staffetta prima di essere trasportata via nave fino in Giappone.
Nel porto di Yokohama l'atleta tedesco Fritz Schilgen, ultimo tedoforo a Berlino 1936, aveva consegnato la torcia ai colleghi giapponesi che avevano continuato la corsa per le principali città del paese del Sol Levante. L'ultimo tedoforo, Sohn Kee-chung, trionfatore nella gara della maratona a Berlino, è salito da solo verso il grande braciere per accendere la fiamma olimpica, che arderà per tutta la durata della competizione sportiva, come nell'antico rituale greco.
Al termine del discorso sono stati liberati alcuni colombi, simbolo di pace e consegnati a tutti i portabandiera degli uccelli della pace origami, veri capolavori realizzati con fogli di carta piegata in maniera sapiente.
In rappresentanza dei componenti di tutte le squadre in gara, un atleta della nazionale svedese ha infine pronunciato il giuramento olimpico, una formula ispirata all'antico rituale greco, in rappresentanza di tutte le squadre.
Dopo questo suggestivo momento, è stato avviato il programma artistico, tenuto rigorosamente segreto fino all'ultimo istante.
Il momento è stato aperto da migliaia di figuranti vestiti con il caratteristico kimono che hanno fatto ingresso all'interno del campo di gioco, posizionandosi attorno alla bandiera, e si sono esibiti in danze e canti gagaku, accompagnate da strumenti tradizionali.
Un ritmo lento, scandito dai tamburi taiko e dai suonatori di biwa e strumenti a fiato ha incantato il pubblico giapponese e i numerosi spettatori stranieri, portandoli in un mondo di sogno. Perfetto il sincronismo dei danzatori, come mossi da un unico filo.
A seguire hanno fatto ingresso centinaia di allievi delle scuole di arti marziali giapponesi, che, sotto gli occhi attenti dei loro istruttori, si sono esibiti in spettacolari dimostrazioni dei kata, simulazioni incruente derivate dalle antiche tecniche di lotta giapponesi.
Per concludere i figuranti hanno composto dei suggestivi quadri animati, ripercorrendo velocemente la storia dell'impero nipponico, dalle origini, al periodo dei samurai e degli shogun fino ad arrivare al periodo Sho-wa dell'Imperatore Hirohito. Spettacolari, ma forse poco comprensibili da un pubblico non giapponese, anche per la velocità del susseguirsi delle rappresentazioni sceniche.
Una macchina organizzativa perfetta, frutto di una lunga preparazione e della proverbiale dedizione del popolo giapponese, che ha positivamente impressionato tutte le delegazioni straniere.
Non è difficile immaginare che questa olimpiade passerà alla storia come un evento irripetibile.

Nota
Le Olimpiadi che si sarebbero dovute svolgere a Tokyo nel 1940 e che non videro mai la luce del sole a causa della guerra mondiale che contrapponeva una moltitudine di nazioni europee e orientali sarebbero sicuramente state uno dei più grandi eventi sportivi del secolo appena concluso. 
Non sapremo mai cosa sarebbe avvenuto, quali sarebbe stati i risultati storici che l'avrebbero contraddistinta, nè quali nuovi campioni avrebbe forgiato; ci piace immaginare che sarebbe stata una grande competizione, un evento capace di unire genti e culture, dove la battaglia aveva come unico scopo il potersi cingere di una medaglia, in contrapposizione a ben più cruente battaglie che da lì a poco avrebbero fatto scorrere fiumi di sangue in ogni angolo del pianeta, una follia che solo il genere umano poteva partorire.












mercoledì 2 giugno 2021

40 anni senza Rino


Oggi sono 40 anni che Rino Gaetano non c'è più e in tanti stanno omaggiando il geniale artista, scomparso in un terribile incidente stradale il 2 giugno 1981 a soli 31 anni, con articoli e iniziative varie. Difficile dire qualcosa di nuovo, che già non sia stato scritto.
Avevo 12 anni quando Rino ci ha lasciati, conoscevo le sue canzoni più note: "Gianna", "Nuntereggae più", "Berta filava", "Nel letto di Lucia", "Spendi Spandi effendi" e poche altre. La mia preferita era "E io ci sto", insieme ad "Ahi Maria" ed "E cantava le canzoni". 
Allora "Il cielo è sempre più blu" la trovavo troppo lunga, un po' noiosa, non a caso poi l'hanno divisa in due parti.
Dopo la sua morte per parecchi anni non si è più parlato di lui, le radio ignoravano i suoi brani. Nei negozi di dischi era difficile trovare i suoi dischi. Anche tra i miei amici solo in pochi ricordavano Rino Gaetano, i più conoscevano solo "Gianna", i più giovani neanche quella.
Sembrava che Rino fosse destinato a finire nel dimenticatoio, come tanti artisti scomparsi di cui oggi si parla poco, penso a Ivan Graziani, Pierangelo Bertoli e recentemente Mango.
Solo dopo una decina d'anni ho potuto finalmente ascoltare la prima raccolta, intitolata "Gianna e le altre" che conteneva i brani più noti, più gli inediti "Solo con io" e "Le beatitudini".
Rino cantava «penso che fra vent'anni finiranno i miei affanni» e solo a vent'anni dalla sua morte è cominciata la riscoperta dei suoi brani, anche grazie all'uscita di "La storia", un doppio cd che in 24 tracce racchiudeva i brani più popolari tratti dai suoi album.
Qualche anno fa è uscito in edicola il cofanetto "Parola di Rino", forse la raccolta più completa vista finora, che raccoglie in 10 cd i sei album originali, una registrazione tratta dal concerto del 1977 con i Crash a San Cassiano di Lecce e varie demo e inediti. La raccolta si conclude con il CD "Dalla parte di Rino", che raccoglie gli omaggi di altri artisti che hanno voluto cimentarsi con le sue canzoni ironiche e graffianti, ma dense di significato.

A fine mese uscirà la nuova raccolta intitolata "Istantanee e tabù" che ripropone le sue canzoni più rappresentative e materiali inediti come brano «Io con lei».

Un omaggio doveroso per questa ricorrenza, che ha ricevuto anche qualche critica perché considerata l'ennesima operazione commerciale che non propone niente di nuovo sull'artista. Dopo tanti anni, a parte qualche nastro ormai corroso dal tempo credo sia difficile poter proporre qualcosa di nuovo rispetto alle varie antologie che raccolgono i sei album usciti tra il 1974 e il 1980 e altri materiali inediti, ma credo sia importante far conoscere Rino anche alle nuove generazioni, riproporre tutta la sua discografia, non solo i brani più conosciuti.

Iniziative 2021


#rinogaetanoday2021
Il 2 giugno sarà trasmesso in streaming il concerto della «Rino Gaetano Band", organizzato da Anna e Alessandro Gaetano per la XI edizione del «Rino Gaetano day», trasmesso in streaming a partire dalle 18.30 circa sulla pagina Facebook della «Rino Gaetano Band», sul loro canale YouTube e on air su Radio Italia Anni 60 Roma FM 100.5.


Raccontami di Rino!

Il 2 giugno presso il Centro Sociale Brancaleone di Roma Carolina e Pierluigi Germini presenteranno il loro libro Raccontami di Rino!". Modera Nicola Sisto. 
A seguire concerto dei "Ciao Rino", storica coverband che da anni porta in tutta Italia le sue canzoni.

Istantanee e Tabù
Uscirà il 25 giugno la raccolta «Istantanee e Tabù" (Sony Music), realizzata in collaborazione con Anna ed Alessandro Gaetano per celebrare il quarantennale della scomparsa dell'artista calabrese. 
Sarà disponibile nei formati quadruplo LP nero 180 gr in edizione limitata numerata (con 40 brani), doppio LP in pasta colorata (con 20 brani) e doppio CD (con 37 brani), tutti arricchiti da un libretto curato da Paolo Maiorino. La copertina è stata realizzata da Nazario Graziano.

Discografia

Album in studio
1974 – Ingresso libero (It ZSLT 70024)
1976 – Mio fratello è figlio unico (It ZSLT 70029)
1977 – Aida (It ZPLT 34016)
1978 – Nuntereggae più (It ZPLT 34037)
1979 – Resta vile maschio, dove vai? (RCA Italiana PL 31449)
1980 – E io ci sto (RCA Italiana PL 31539)
 
 

domenica 18 aprile 2021

Custodi della Luce (Allison Wade)


Qualche anno fa ho avuto il privilegio di leggere in anteprima la prima versione di «Custodi della Luce». Una storia avvincente che ho subito apprezzato, pur non essendo un appassionato di fantasy, ma di cui finora non avevo ancora scritto niente. Approfitto dell'uscita di questa nuova versione «riveduta e corretta» per colmare questa lacuna.





«Custodi della Luce» è la prima parte della trilogia fantasy di Allison Wade, incentrata sul «Fiore Eterno», che regola le sorti dell’Impero Bluand grazie ai poteri dei Custodi, ma soprattutto al delicato equilibrio, all'armonia che si crea tra di loro.

Un testo che ritorna oggi in una nuova veste, in gran parte rielaborata e riscritta, quasi un nuovo romanzo, pur mantenendosi fedele all'idea originale.

Sono stati modificati i nomi di alcuni personaggi, riscritte e aggiunte alcune scene, rivista la scansione temporale della narrazione, ora più lineare e semplice da seguire senza il rischio di perdersi tra le vicende dei tanti personaggi. 

Un lungo lavoro di rielaborazione che ha costretto a sacrificare alcune parti o a riordinarle in modo diverso fino ad arrivare a quella che aspira a essere la versione definitiva.

Le vicende si svolgono nell'Impero Bluand, un mondo immaginario disegnato sapientemente ricalcando e mescolando insieme luoghi, nomi, lingue e caratteristiche di popoli reali. In apertura è presente anche una mappa dell'Impero Bluand, utile per orizzontarsi durante gli spostamenti dei personaggi tra i vari regni.

La narrazione è suddivica in quattro «macrocapitoli» denominati «Mej», «Wodr», «Geb», «Sohwl», dedicati rispettivamente ai quattro elementi «Fuoco», «Acqua», «Terra» e «Cielo».

Tutto comincia il giorno 18 del Terzo mese dell'anno 665 dell'Era Bluand. Sul trono imperiale siede Christopher Bluand, salito al trono giovanissimo dopo l'uccisione violenta dei suoi genitori e la misteriosa scomparsa dei Custodi, prescelti incaricati di mantenere l'equilibrio dell'Impero. 

Ognuno di loro ha un potere speciale, associato ad una pietra e a una stella di diverso colore che compare sul suo volto quando libera il suo potere. Insieme formano il Consiglio dei Sette, che assiste l'Imperatore nella guida dell'Impero: Custode della Vita e della Morte, Custode del Dovere, Custode del Tradimento, Custode della Fede, Custode della Libertà, Custode dell’Amore, Custode dell’Odio.

Sono trascorsi dieci anni dalla tragica fine dell'imperatore Leif Bluand e di sua moglie Lilian di Lox; nella Città Imperiale si sta per riunire l'Alto Consiglio, l'assemblea dei rappresentanti di tutti i regni alla presenza dell'Imperatore. Un'antica profezia preannuncia che presto i nuovi Custodi si manifesteranno, ma nessuno sa chi siano, dove e quando faranno la loro comparsa.

Fino a quando a Dalswol, un villaggio a mezza giornata di cammino dalla Città Imperiale…


Difficile andare oltre nel racconto senza rischiare di «spoilerare», di rivelare più del dovuto ai lettori, privandoli del piacere di addentrarsi passo passo nella storia, immedesimandosi nei protagonisti, inizialmente quasi degli «eroi per caso», inconsapevoli del loro destino e dei pericoli presenti sul loro cammino, di colpo catapultati in un percorso iniziatico di accettazione del loro nuovo ruolo e di comprensione del potere nelle loro mani.

La scrittura di Allison Wade negli anni è maturata, rinunciando a volte ad alcune descrizioni esplicative che potevano risultare ridondanti e concentrandosi più sulla storia. I personaggi sono tratteggiati con cura, senza esagerare nelle caratterizzazioni. Impariamo a conoscere pian piano il loro carattere, la loro storia, il mistero che avvolge alcuni di loro, nel corso della narrazione. 

Molto realistiche le scene di azione, soprattutto i combattimenti che danno l'illusione di essere al centro della mischia.

La lettura scorre rapidamente. Quando un libro ti prende così, e dimentichi tutto il resto per andare avanti vuol dire che è ben scritto. E che vale la pena di leggerlo



 


Titolo: Custodi della Luce 
Autore: Allison Wade
Serie: Il Fiore Eterno 1
Traduttore: -
Editore: Amazon
ISBN: 979-8738583360
ASIN: B08ZV8C8B2
Scheda cartaceo: Amazon
Pagine: 418
Scheda ebook:  Amazon
Dimensioni file:  4300 KB
 

Sinossi

Per secoli il Fiore di Luce ha regolato gli equilibri dell’Impero Bluand. A ogni generazione nuovi Custodi sono scelti per proteggere le pietre sacre e padroneggiare i loro incredibili poteri. Ma non tutti sanno reggere allo stesso modo il peso del destino, ed è facile deviare dalla via della Luce. Dieci anni fa il cerchio si è spezzato, e il vero potere è rimasto nascosto. Ma ora è giunto il momento per un nuovo equilibrio. È giunto il momento che i nuovi Custodi si risveglino e rimettano a posto le cose.

Fuoco e Acqua, Terra e Cielo. Uguali e opposti. Otto sono i prescelti dalle Costellazioni. Giunti da ogni parte dell’Impero, sono destinati a incontrarsi per ritrovare ciò che era andato perduto e scongiurare l’oscura minaccia che si stende sul Mondo di Luce.

 

  

Recensione pubblicata anche su Braviautori il 18/04/2021
https://www.braviautori.it/book_custodi-della-luce.html

 


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