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venerdì 20 febbraio 2015

associazione Adolescenti e Cancro



Qualche mese fa, mentre scrivevo la recensione del libro "Fino all'ultimo respiro" di Rebecca Domino, ho deciso di dedicare in seguito maggiore spazio all'associazione Adolescenti e Cancro, di cui nell'articolo avevo fatto solo un breve cenno.
Per questo motivo ho chiesto a Rebecca, che ringrazio per la disponibilità, maggiori informazioni sul'associazione da lei fondata e le difficoltà che vivono gli adolescenti malati di cancro.
Un argomento di cui si parla poco nel nostro paese, venuto alla ribalta solo recentemente grazie al successo della serie tv "Braccialetti Rossi".


 
Il sorriso di Laura, una ragazza che non si arrende alla malattia

 

L'ASSOCIAZIONE ADOLESCENTI E CANCRO: 

RAGAZZI FRA I 13 E I 24 ANNI UNITI 

AL GRIDO DI MAI PIU' SOLI

 

logo associazione Adolescenti e Cancro
L'associazione Adolescenti e cancro è nata il 16 ottobre 2014 per offrire supporto sociale e occasioni di confronto fra coetanei ad adolescenti e giovani adulti (13-24 anni) da tutta Italia che hanno o hanno avuto il cancro.
Dopo aver svolto le ricerche per il suo secondo romanzo "Fino all'ultimo respiro" - che parla del cancro nell'adolescenza - la scrittrice emergente Rebecca Domino (pseudonimo di una trentenne della provincia di Livorno) si è resa conto che in Italia non c'è molto supporto sociale e occasioni di confronto rivolti a questa fascia d'età. Si parla spesso di cancro nei bambini e negli adulti ma gli adolescenti e i giovani adulti si ritrovano in una sorta di "terra di nessuno" e al momento nel nostro Paese ci sono soltanto due reparti oncologici a misura di adolescente con il risultato che la maggior parte dei ragazzi viene curato con i bambini piccoli, gli adulti o gli anziani o comunque in reparti che non hanno servizi/attività doneii alla loro fascia d'età.


laboratorio cake design
Adolescenti e cancro si concentra sulla vita durante e dopo il cancro, la vita fuori dall'ospedale ed è nata per creare ricordi, sorrisi e bei momenti da condividere con altri giovani in situazioni simili. Fra le altre cose, l'associazione offre supporto on-line di modo che i ragazzi da tutta Italia possano connettersi con altri ragazzi che stanno affrontando o hanno affrontato un'esperienza simile, organizza giornate di svago gratuite per i ragazzi che abitano vicini gli uni agli altri (lezioni di fimo, cake design, uscite a teatro ecc...), invia pacchi sorpresa gratuiti con regalini a misura di adolescente, sta lavorando alla mostra fotografica internazionale "Sei bellissima", sta organizzando il primo mini-break gratuito in Toscana per l'estate aperto ai ragazzi maggiorenni dell'associazione e in generale si concentra sul favorire la nascita di amicizie e sul permettere ai ragazzi di ridere, svagarsi, parlare e confrontarsi su qualunque argomento, dalla malattia alle cose di tutti i giorni.
«Anche a distanza di tre anni e mezzo dalla diagnosi a volte non è semplice instaurare rapporti di amicizia con i coetanei perché, per quanto la mia vita sia tornata alla normalità, certi argomenti non me la sono mai sentita e non me la sento tutt'ora di parlarne con loro. Avere l'opportunità di essere parte di un gruppo di ragazzi "come me" è fantastico.»  (Debora, 20 anni)
 
laboratorio fimo
L'associazione fa anche sensibilizzazione alla donazione di midollo osseo, l'argomento è piuttosto lungo e allora se avete fra i 18 e i 35-40 anni (il limite di eta' massima varia da regione a regione) e siete in salute visitate il sito dell'ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) www.admo.it dove potete trovare tutte le informazioni per unirvi al registro donatori midollo osseo.
Per farsi tipizzare ed entrare nel registro basta un semplice prelievo di sangue.
Contattate la sede ADMO piu' vicina a voi: solo 1 persona su 100.000 e' compatibile con un malato in attesa di trapianto e quella persona potresti essere tu. Una persona che potra' provare a salvare una vita.

Adolescenti e cancro accetta tutti i ragazzi che pensano di beneficiare di quello che fa: non importa dove abitano, lo stadio del loro cancro (l'associazione accetta anche ragazzi in remissione) o il tipo di reparto in cui sono o sono stati curati, tutti sono i benvenuti. 
Se vuoi darci una mano a farci conoscere parla di noi alle persone che conosci - specialmente se conosci un ragazzo/una ragazza che potrebbe beneficiare di quello che facciamo - e sui tuoi social network, oppure se scrivi per un blog/un giornale/un sito Internet contattaci per organizzare un'intervista o un articolo. Grazie!

E ci sono altri modi in cui potete aiutare, per esempio inviando materiale per i pacchi sorpresa per i ragazzi oppure tramite una donazione libera, che ci permette di portare avanti quello che facciamo e di raggiungere sempre piu' ragazzi.
foto convegno

Grazie di cuore!
Per saperne di piu' ed essere sempre aggiornati su quello che facciamo:


 "Mi sento sola, pero' nel gruppo dei ragazzi dell'associazione mi sento a casa". (Margherita, 22 anni).










mercoledì 11 febbraio 2015

La mia amica ebrea (Rebecca Domino)

Ho sentito parlare per la prima volta di questo libro di Rebecca Domino lo scorso anno, leggendo un messaggio promozionale che ne annunciava l'uscita in occasione della Giornata della Memoria 2014, in contemporanea con "Quando dal cielo cadevano le stelle" scritto dalla sorella Sofia. Mi aveva incuriosito la particolarità di questi due libri, scritti da due sorelle e entrambi dedicati all'Olocausto, visto da punti di vista differenti, in qualche modo speculari.
Qualche mese dopo ho avuto modo di leggere e recensire i loro successivi lavori "Fino all'ultimo respiro" e "Come lacrime nella pioggia" e le due autrici mi hanno gentilmente concesso di leggere anche le loro prime produzioni, chiedendo un mio parere in merito.
Umiltà, talento e grande voglia di comunicare, di migliorarsi credo siano caratteristiche importanti di Rebecca e Sofia e di molti nuovi autori che ho avuto modo di conoscere, a dispetto delle critiche e dei pregiudizi che ancora circondano l'autopubblicazione.





Sono tanti i libri che affrontano il tema della guerra e della Shoah e non è facile raccontarlo in maniera originale e al tempo stesso storicamente verosimile. L'autrice Rebecca Domino anche questa volta ha svolto prima un buon lavoro di documentazione, in parte riassunto in una piccola appendice finale che aiuta a collocare gli avvenimenti narrati anche dal punto di vista cronologico.

Josepha Faber detta Seffi è una ragazzina tedesca di quindici anni che vive a Wandsbeck, quartiere di Amburgo, insieme ai genitori e al fratello Ralf. Suo padre è un calzolaio, reduce di guerra, che ha perso una gamba sul fronte russo, insieme al suo equilibrio psichico, dicono, e a molte delle sue certezze. E' iscritto al partito, ma senza troppa convinzione.
Suo fratello è iscritto alla Gioventù Hitleriana, legge e porta a casa continuamente opuscoli e libri di propaganda nazista, spesso litigando con suo padre per una diversa visione della politica hitleriana. Sua madre cerca di mandare avanti la casa, arrabattandosi con piccoli lavori di sartoria o cucendo in silenzio calzini per i soldati al fronte.
Seffi ha un carattere molto sensibile, "Seffi e le sue lacrime" la canzonano spesso le sue inseparabili amiche Anja, Jutte e Trudi che condividono con lei studi, giochi, passeggiate, i primi amori, l'illusione di riuscire ad avere una vita normale, sempre con la paura che ogni giorno possa essere l'ultimo.
Sogna di fare la scrittrice o l'insegnante come la signorina Abt, che dopo la chiusura delle scuole, tiene ancora lezioni in casa per le ragazze ariane non ancora fuggite in zone più sicure. E' cresciuta nella certezza della superiorità della razza ariana, con la convinzione che gli ebrei siano solo un pericoloso veleno. "Il fungo velenoso" recita il titolo di una sorta di fiaba antisemita allora in voga tra i giovani tedeschi, che suo fratello le ha fatto leggere, rimproverandola poi per aver espresso qualche perplessità, per lui Hitler ha sempre ragione e non possono esserci dubbi.

Una sera qualcuno bussa alla porta con concitazione, mettendo tutta la famiglia in apprensione. Tutti sanno che la Gestapo cerca le case degli ebrei per portarli via o per arrestare chiunque abbia commesso qualche crimine. Tutti hanno paura: basta poco, una sola parola fuori posto per finire nella lista dei sospetti.
Dopo molte esitazioni decidono di aprire, trovandosi davanti la signora Binner e due dei suoi figli, tre ebrei in cerca di aiuto. Il signor Faber conosceva il marito della donna, deportato in un campo di concentramento, e rimane perplesso di fronte alla sua richiesta d'aiuto, indeciso sul da farsi, mentre il figlio Ralf lo esorta a cacciarli via, minacciando di denunciarlo alla Gestapo.
Lo scontro è violento, ma il padre è irremovibile nell'offrire qualcosa da mangiare, un pezzo di pane imburrato alla figlia più piccola, svenuta per la fame. Seffi prepara il pane come ordinato da suo padre, ma non sa se ascoltare lui o suo fratello, che ha svolto il ruolo di capofamiglia in sua assenza.
Dopo un momento di forte tensione, Ralf si chiude nella sua stanza minacciando denunce e il signor Faber finge di allontanare i tre fuggiaschi, offrendo loro un rifugio in soffitta, all'insaputa di suo figlio.
Seffi e sua madre, per quanto titubanti, accettano di aiutarlo, portando ogni tanto di nascosto un po' di cibo (tre fette di pane imburrato).

Piano piano tra Josepha e Rina, sua coetanea, nasce un dialogo; Seffi comincia ad avere dei dubbi. Non comprende quali siano le ragioni di tanto odio verso gli ebrei, come tanti tedeschi non sa cosa avvenga realmente nei campi di concentramento, però considera gli ebrei una razza inferiore e non riesce ancora a concepire la possibilità che si possa essere loro amici.
In soffitta Josepha conserva i suoi vecchi libri e inizialmente non sopporta l'idea che la ragazzina ebrea possa toccarli, leggerli; poi la comune passione per la lettura le farà avvicinare, facendole scoprire la loro difficile vita, costretti da un anno a nascondersi come topi, senza mai poter vedere il cielo, fino a sentirsi responsabile della loro sorte, della loro salvezza.

Non posso certo riassumere in poche parole le vicende narrate in questo bel libro che ha il pregio di mostrare un lato poco conosciuto della guerra, il volto buono di una parte del popolo tedesco, di chi ha aiutato anche solo poche persone, spesso pagando duramente la propria generosità.
È un libro da leggere, una storia scorrevole che alterna momenti di spensieratezza e paura, amicizia e incomprensioni, speranza e dolore, che fa riflettere su come a volte le nostre presunte certezze si basino solo su pregiudizi e scarsa conoscenza del'altro.

Per finire una breve carrellata su alcuni personaggi che attorniano Josepha, voce narrante della storia:
  • Jens Faber, il padre. Dopo la sua esperienza tragica sul fronte russo è deluso dal suo popolo e indifferente nei confronti delle promesse di Hitler. Non fa mistero delle sue opinioni diverse, almeno in famiglia. Sceglie di ospitare la famiglia Binner per l'amicizia che lo legava al capofamiglia, da cui aveva anche ricevuto aiuto in un momento di difficoltà al ritorno dal fronte. 
  • Sabine Faber, la madre. Nonostante le sue paure e il suo odio verso gli ebrei, li accoglie e porta loro da mangiare alternandosi con Seffi, solo per amore di suo marito, la cui invalidità gli impedisce di salire in soffitta. 
  • Ralf, il fratello. Fa parte della Gioventù Hitleriana ed è convinto delle loro teorie razziali, della supremazia della germania sul resto del mondo, cosa che lo porta spesso a scontrarsi con suo padre, ormai disilluso. Considerato una sorta di "nemico" in casa e tenuto all'oscuro della presenza della famiglia Binner. 
  • Anja, amica. Leader del gruppo. A differenza di Seffi, lei e Jutte cominciano a provare interesse per i ragazzi, sperimentando i primi amori e le prime delusioni. 
  • Jutte, amica. Sempre dietro a Jutte, di cui imita ogni gesto e parola, seguendola in ogni azione. La festa per il suo compleanno distrae per qualche ora le ragazze dalle loro preoccupazioni per il futuro.
  • Trudi, amica. Silenziosa e poco appariscente, sempre accompagnata dalla sua maschera antigas, come per esorcizzare la paura della morte. 
  • Uriel Binner, fratello di Rina. Inizialmente scontroso e diffidente nei confronti di Josepha e della sua famiglia, come sua madre col tempo capirà gli sforzi fatti per mantenerli nascosti.


Titolo: La mia amica ebrea
Autore: Rebecca Domino
Traduttore: -
Editore: Rebecca Domino (Lulu)
ISBN: -
Formato: pdf
Pagine: 294
Prezzo: 1,99 euro
Scheda libro:
http://www.lulu.com/it/it/shop/rebecca-domino/la-mia-amica-ebrea/ebook/product-21416032.html


Recensione pubblicata anche su Braviautori il 11/02/2015
 www.braviautori.com/book_la-mia-amica-ebrea.html.

domenica 1 febbraio 2015

La sinossi, forse sopravvalutata


Ci sono pensieri che a volte ti entrano nella testa e vorresti scriverli, condividerli con gli altri, ma poi sei costretto a lasciarli fuori, a cacciarli via per il timore di suscitare polemiche inutili, di dire cose che potrebbero offendere qualcuno. Ho deciso di condividere alcune di queste riflessioni ad alta voce, nella speranza che possano aiutare anche altri a pensare a cose che spesso non vediamo.
Ho chiamato "sassolini" questa nuova rubrica che ogni tanto si affaccerà sullo schermo pensando a quei fastidiosi granelli che a volte entrano nelle nostre scarpe, facendoci camminare in modo innaturale e di cui vorremmo tanto liberarci.


Oggi capita sempre più spesso che le case editrici o le agenzie letterarie per valutare la bontà di un romanzo e la sua "pubblicabilità" non chiedano più l'invio dell'intero manoscritto, ma di una sinossi, termine enigmatico per indicare in pratica un riassunto della nostra opera.
Immagino che l'uso di questo termine sia stato introdotto per mettere in difficoltà gli autori (o aspiranti scrittori) e saggiare la loro cultura. Il solito vizio di complicare le cose semplici introducendo termini apparentemente "tecnici", di cui peraltro l'illustre Treccani fornisce una definizione differente da quella ormai entrata nell'uso comune.
La sinossi dei Promessi Sposi forse comincerebbe così
Scrivere "riassunto" dell'opera probabilmente sembrava troppo semplice, troppo comprensibile, lontano dal "gergo da iniziati", spesso usato da alcuni editori per allontanare gli aspiranti autori, quasi fossero un fastidio e non i fornitori delle loro future pubblicazioni (e dei loro guadagni).

Per la precisione la sinossi è un riassunto in grado di offrire uno sguardo d'insieme dell'opera: la trama, i personaggi principali, l'ambientazione, il finale.
In genere presentata in forma narrativa, come un racconto, ma a volte anche sintetizzata in uno schema riassuntivo, la sinossi dovrebbe fornire all'editore, all'agenzia letteraria (o chi per loro) tutte le informazioni necessarie per capire se un'opera possa essere pubblicabile.

A volte oltre alla sinossi vengono richiesti anche l'incipit e i primi capitoli (o solo qualche pagina) del testo vero e proprio per poter fare una valutazione sommaria, un po' come avviene al normale lettore quando sfoglia un volume in libreria, lasciandosi prendere dalla copertina, dalle prime righe del testo, dal breve riassunto posto in quarta di copertina o sbirciando rapidamente qualche riga (o pagina per i più veloci) del testo mentre il libraio fa finta di non vedere.
Una  consuetudine ben nota ai lettori più voraci, oggi sempre più spesso sostituita dall'analoga esperienza in rete, forse meno emozionante, ma a volte altrettanto piacevole (e meno frettolosa). Non è un caso che i maggiori store online permettano anche di leggere comodamente una breve anteprima del testo.
Personalmente ho collezionato centinaia di preview di testi di autori emergenti da valutare prima dell'acquisto e tanti altri scaricati d'impulso perché potenzialmente interessanti (e magari anche gratuiti o a basso prezzo),  in attesa di trovare anche il tempo per leggerli. La maggior parte anche di ottimo livello.

Gli esperti (o i più pignoli) sottolineano la differenza profonda tra sinossi e quarta di copertina:
  • la sinossi deve fornire un quadro esauriente del testo, senza giudizi di merito o intenti promozionali. Serve per convincere l'editore a investire sul tuo lavoro (e sul tuo talento) e non deve nascondere nessun elemento.
  • la quarta di copertina invece è rivolta più al pubblico; deve invogliare all'acquisto, ammaliare il lettore, dire e non dire, raccontare la trama per sommi capi, senza mai svelare il finale o eventuali colpi di scena.
Entrambi gli elementi rappresentano spesso una grossa sfida per l'autore, non sempre capace di riassumere in poche righe il contenuto dei propri testi: per paura di rivelare troppo, o troppo poco, per scarsa abitudine a guardare il proprio lavoro dall'esterno o difficoltà di condensare centinaia di pagine in un paio di cartelle.

Sinossi (e incipit) a mio parere sono due elementi forse sopravvalutati, forse solo per pigrizia, e ogni testo andrebbe sempre esaminato e valutato nella sua interezza. Un po' come quando a scuola si pretendeva di insegnare tutto di un autore facendone studiare solo la biografia e i pareri dei critici, senza mai affrontare, leggere quello che aveva scritto, lasciarsi rapire dalle sue parole, in un certo senso ascoltare la sua voce.
Ci sono grandissimi autori incapaci di scrivere una buona sinossi (o un incipit memorabile) che alcuni editori tenderebbero a emarginare (tanti grandi testi sono stati scartati dalla loro miopia), a non considerare validi solo perché non supportati da un buon riassunto.
Allo stesso tempo ci sono autori capaci di scrivere sinossi affascinanti per libri orribili oppure incipit accattivanti seguiti... dal nulla, da testi assolutamente impresentabili; magari bravi a vendere un maggior numero di copie, ma lasciando poi al lettore solo un'amara delusione.
Capisco che spesso gli editori siano sommersi da manoscritti cartacei (o in formato digitale) e non possano leggere tutto quello che ricevono, ma mi sembra riduttivo che l'esame del manoscritto (se avviene) si limiti alla sinossi e all'incipit, che nulla dicono sullo stile e sulle reali capacità di un'autore.
Le agenzie letterarie spesso offrono servizi di valutazione dei testi a pagamento; in questo caso credo sia anche un obbligo morale leggere e valutare l'intero testo, poi eventualmente correggerlo e stravolgerlo per renderlo più presentabile e interessante per il lettore.




Vedi anche definizione Sinossi in
Treccani - http://www.treccani.it/vocabolario/sinossi/
Wikipedia - http://it.wikipedia.org/wiki/Sinossi
La Tela Nera - http://www.latelanera.com/scritturacreativa/lezioni/lezione.asp?id=31

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